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I blog di Edizioni Psiconline

Gli autori, le recensioni, le novità e le informazioni sulla nostra Casa Editrice
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Affetti speciali. Uno psicologo (si) racconta di Alberto Vito. Nuova presentazione a Napoli

Evento PersepolisVenerdì 15 febbraio alle ore 18.30 Alberto Vito presenta Affetti speciali. Uno psicologo (si) racconta presso Persepolis, Piazza dei Martiri, 23/d - Napoli
L'evento denominato "Testa fresca e piedi al caldo" è un incontro semiserio tra arte, tappeti e psicologia.

Cosa prova uno psicoterapeuta al termine di una seduta? Quali sono i suoi pensieri prima di addormentarsi? Questa professione modifica la vita di chi sceglie di esercitarla? Cosa fa “riuscire” una terapia?
Il lettore trova qui le risposte personali di un clinico esperto che mette a nudo con sincerità il proprio modo di lavorare e le proprie debolezze.

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Subway di Ciro Pinto e Rossella Gallucci, nuova presentazione a L'Aquila

locandina subwayMercoledì 24 maggio alle ore 18,00 Ciro Pinto e Rossella Gallucci presenteranno Subway presso il Palazzo Fibbioni via S. Bernardino, 1 - L'Aquila.
Con la partecipazione di Valter Marola (psichiatra).

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Redazione1

Intervista a Patrizia Morelli autrice del volume Col SENnO di poi

patriziamorelli1Patrizia Morelli è autrice del volume Col SENnO di poi, nella collana A Tu per Tu – Edizioni Psiconline, nel quale racconta la sua esperienza di paziente oncologica e medico al tempo stesso. Morelli parla delle sue paure, delle sue sconfitte e delle sue piccole e grandi vittorie quotidiane. Nel libro dà suggerimenti e consigli sia ai medici sia ai malati e anche a parenti e amici.

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Redazione1

Col SENnO di poi di Patrizia Morelli dal 12 gennaio in tutte le librerie

copertina col senno di poi sitoChe cosa accade nella vita di una persona quando scopre di essere malata? E se questa persona è anche medico come vive la diagnosi e l'iter terapeutico?
Come è di conseguenza, il rapporto psicologico medico-paziente quando il paziente è, a sua volta, un medico?


Col SENnO di poi di Patrizia Morelli analizza lucidamente e con molta sincerità e serenità questi temi.
L'autrice, paziente oncologica e medico al tempo stesso, racconta nel libro il suo personale percorso dalla scoperta della malattia, avvenuta casualmente sotto la doccia, alla conferma della diagnosi, alle cure a cui si è sottoposta e finalmente alla guarigione.


Morelli parla delle sue paure, delle sue sconfitte e delle sue piccole e grandi vittorie quotidiane. Dà suggerimenti e consigli sia ai medici sia ai malati e anche a parenti e amici. Il suo tono è a volte ironico, compassionevole, nel senso di com-patire, patire insieme, impaurito, a volte allegro  e, talvolta, con venature di rabbia, ma rivela grande consapevolezza, equilibrio e la saggezza che solo una malattia grave può far affiorare in ciascuno di noi, se siamo pronti a coglierla.

Nella prefazione il prof. Maurizio Bossi così ne parla: "[...]Un libro empatico il suo. Innanzitutto perchè scritto da una donna e il femminino appare ovunque a partire, forse non a caso, proprio dalla sede corporea interessata dall’iter clinico ed umano descritto.
Ho ammirato lo spirito positivo che percorre le pagine.
Quelle sagge parole: “sapersi porre obiettivi a breve scadenza”. Non ce lo insegna nessuno; lo si capisce vivendo.
È una strategia utile alla nostra mente, talvolta un vero viatico di salvezza per chi l’ha provato.
E poi quel “dolore che ci cambia”. Certo, la percezione del dolore è formulata con il linguaggio della mente
ovvero con il lessico della vita psichica individuale del paziente, della sua storia e delle sue emozioni. Infatti
le neuroscienze ci spiegano che la componente di apprendimento del dolore, come del piacere, spiega l’individualità dei suoi effetti, a parità di intensità fisica, su persone diverse. Patrizia ci offre spiragli e propone
una sua via di conoscenza, percorsa mediante una delle forme più autentiche del “guardarsi allo specchio”.
Si lavora su se stessi, da veri entronauti: scrivendo frammenti di autobiografia[...]".
Col SENnO di poi per certi versi è anche una celebrazione della vita, da vivere anche in ogni sua quotidiana sfumatura, come l’Autrice ci invita, generosamente con la cronaca di questo cammino, a fare.
Un libro che si divora, coinvolge il Lettore e lo invoglia a “voltare la pagina” e a proseguire nella lettura.

Acquista il volume direttamente su www.edizioni-psiconline.it

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Alberto Vito presenta il libro Affetti speciali il 3 giugno a Bisceglie

affettispeciali bisceglieVenerdì 3 giugno alle ore 19,00 Alberto Vito presenta Affetti speciali. Uno psicologo (si) racconta presso il Centro D'Ascolto per minori e famiglie in difficoltà della Fondazione DCL in via Michele Rana, 9 - Bisceglie (BT).
Modera il giornalista Mino Dell'Orco.
Conversa con l’autore la Dott.ssa Rosalba D’Addato (Psicologa e psicoterapeuta dell'eta evolutiva).
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Affetti Speciali. Uno psicologo (si) racconta al Mooks Mondadori Bookstore di Napoli

locandina presentazione AFFETTI SPECIALI piccoloVenerdì 27 maggio alle ore 18,00 Alberto Vito presenta Affetti speciali. Uno psicologo (si) racconta, presso la Libreria Mooks Mondadori Bookstore in Piazza Vanvitelli 10/A – Napoli.

Conversano con l’autore la Dott.ssa Chiara Cicala e la Dott.ssa Laurita Facchinetti.
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La città bianca finalista al premio letterario Mino De Blasio

copertina e autriceIl libro La città bianca di Francesca Romana Orlando (collana A Tu per Tu) si è classificato al secondo posto della Sezione "opera edita" del Concorso "Nero su Bianco - Premio Letterario Mino De Blasio - V Edizione"  indetto dal Comune di S. Marco dei Cavoti e dall'Associazione Culturale "Provenza... Mino".
La premiazione si è tenuta  sabato 9 aprile 2016.
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Bianca Brotto presenta Dentro le scarpe a Manerba del Garda

locandinamanerba27-10Venerdì 27 ottobre 2015, alle ore 20,30, Bianca Brotto presenta Dentro le scarpe presso la Sala Consiliare, Palazzo Minerva, P.zza Aldo Moro 1, Manerba Del Garda.

La presentazione è organizzata dal Comune di Manerba del Garda.

Dentro le scarpe è un romanzo intriso di realismo magico, che affronta con uno sguardo intenso, ma al contempo scanzonato, i temi fondamentali dell’esistenza, a cominciare dall’amore e dalla morte, e il modo in cui si intrecciano nella vita dell’uomo attraverso i fili imperscrutabili del destino.

Quando Ruben eredita l’attività di calzolaio sui Navigli milanesi, dopo la scomparsa del precedente Maestro Camillo, sa che quello è il suo ineludibile futuro: diventare a sua volta il Maestro e, attraverso uno specchio – antichissimo, eterno, forse – leggere il passato e il futuro dei clienti che entrano nel suo negozio, per provare a incidere sulle loro esistenze.

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Affetti speciali. Uno psicologo si racconta: nuova presentazione a Vicenza

12118859_967471786629125_9054712034339372287_nVenerdì 23 ottobre, alle ore 21,00, Alberto Vito parla di “Affetti Speciali. Uno psicologo si racconta” Presso Vicenza Time Café, Contrà Mure Porta Nova, 28.
Conversazioni sul tema delle relazioni tra Alberto Vito, terapeuta familiare, Angela Attianese, insegnante di Normodinamica base, Lorenzo Bocchese, facilitatore e creativo.

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La città bianca riceve il Premio Internazionale Cinque Terre-Golfo dei Poeti-Sirio Guerrieri

copertina-citt-bianca-x-sitoIl 18 ottobre 2015 Francesca Romana Orlando riceverà a Porto Venere il Premio della Giuria del Premio Internazionale di Poesia e Narrativa Cinque Terre – Golfo dei Poeti – “Sirio Guerrieri” XXVIII Edizione, per il romanzo La città bianca – Collana A Tu per TuEdizioni Psiconline.

La Città Bianca conduce il lettore in mondi che sono probabilmente distanti dalla sua vita quotidiana, come quello della ricerca scientifica, delle agenzie di salute pubblica, delle società di consulenza e di pubbliche relazioni, dell’industria delle telecomunicazioni e della criminalità organizzata, nonostante tutto, si diventa subito parte della storia e la suspense fa restare in allerta in quell’intreccio crescente di varie vicende che corre in parallelo negli Stati Uniti, in India, in Italia e in Inghilterra e che coinvolge personaggi diversi tra loro.

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Redazione

Ciro Pinto: la nuova intervista di Edizioni Psiconline

ciropinto3Ciro Pinto è un autore poliedrico e sensibile, attento osservatore e conoscitore dell’animo umano e L'uomo che correva vicino al mare è sicuramente un libro toccante e profondo.
Un racconto che traduce la complessità del vivere con quella schiettezza che è frutto di profonda esperienza.
Un racconto che nella sua scrittura privilegia la condizione dell’attesa. (Prof.ssa Anna Maria Vitale).
Il romanzo adesso è disponibile anche nella versione Ebook, un'ottima occasione per incontrare di nuovo Ciro Pinto per alcune domande sul suo libro.



ciropinto1Ciro Pinto è nato a Napoli, nel Novembre del 1953, dove tuttora risiede.
È laureato in economia e commercio e proviene dal settore bancario e finanziario, dove ha ricoperto ruoli manageriali in un holding internazionale. Ha vissuto alcuni anni a Bologna e a Firenze.
Dal 2011 ha lasciato l’attività lavorativa e si è dedicato alla scrittura.
I suoi hobby: tennis, palestra, nautica. Appassionato di calcio.
Ha pubblicato i romanzi: Il problema di Ivana, DrawUp, Luglio 2012, che ha ricevuto vari riconoscimenti, tra cui la Menzione Speciale dell’Asso Artisti Nazionale.
L’uomo che correva vicino al mare, ed. Psiconline, Febbraio 2014, secondo posto al I Premio Letterario Nazionale Circe 2013, inediti (primo posto per la Giuria dei lettori); Premio Emotion alla 7^ Edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards, 2015, sezione editi.
Gli occhiali di Sara, ed. Tra le righe libri, Marzo 2015, vincitore del Premio Letterario Internazionale Nabokov 2014, sezione inediti.
Subway, di Ciro Pinto e Rossella Gallucci, Psiconline (uscita prevista: inizio  2016), vincitore del II Premio Nazionale Letterario Graffiti Camuni Narrativa, sezione inediti; terzo posto al IX Premio Letterario Internazionale Gaetano Cingari 2014, sezione inediti.
Ha pubblicato la silloge poetica: Di fossato in fossato, di Rossella Gallucci e Ciro Pinto, ed. Octopus, 2015, segnalazione della Giuria al IX Premio Letterario Internazionale Gaetano Cingari 2014, sezione inediti.
Ha scritto numerosi racconti e diverse poesie che hanno vinto premi e sono pubblicati in varie antologie.

 

D.Quando è stato ideato L’uomo che correva vicino al mare e quando hai capito che era pronto per la pubblicazione?
R. Ho scritto L’uomo che correva vicino al mare subito dopo la stesura del mio primo romanzo: Il problema di Ivana, ovvero nei primi mesi del 2012.
Avevo appena finito di scrivere Ivana e mi sentivo svuotato, come succede ogni volta che porti a compimento una creazione. Sentivo il bisogno di staccarmi da quel senso di vuoto che mi riempiva l’anima, allora ho pensato di colmarlo con una nuova avventura.
Provavo anche una strisciante paura di invecchiare: avevo da poco compiuto cinquantotto anni, nel romanzo precedente avevo parlato di giovani, della crisi, della responsabilità della scelta e dell’importanza della coerenza. E d’improvviso mi sono sentito vecchio.
Una miscellanea di suggestioni ha iniziato a macerare nella mente, a quel punto avevo solo una possibilità: scriverne.
L’ho pubblicato con Edizioni Psiconline, che ringrazio ancora per aver creduto nel romanzo, nel febbraio 2014, quando man mano mi stavo staccando da Ivana, pubblicato un anno e mezzo prima.

D. Come è cambiato Ciro Pinto dopo L’uomo che correva vicino al mare, o più precisamente, il romanzo ti ha cambiato?
R.Sì. Ogni esperienza, di qualunque genere, ci cambia. Sono cambiato come uomo e come autore. Come persona sono diventato più ponderato, più consapevole che la vita non è solo un diritto, ma soprattutto un regalo, che va tutelato. Come autore ho imparato tanto dalla stesura de L’uomo, ho imparato a focalizzare il pensiero sulle emozioni, a scavare nelle percezioni e nei sentimenti.

D. Descrivici le caratteristiche del personaggio principale e anche delle altre figure che ruotano intorno al protagonista.
R. Giorgio Perna è un uomo del nostro tempo, decisionista, determinato e concreto. Ha principi saldi e un forte senso della famiglia. È un pianificatore, un uomo che crede nel lavoro e nel successo. La sua sensibilità viene a volte sommersa dalla smania di progettare, a tal punto da non riuscire a capire fino in fondo le persone che ama e che lo amano. Gli altri personaggi si delineano di riflesso nei rapporti che hanno con lui. Elena, la madre, icona dell’affetto e dell’istinto di protezione che ogni mamma ha verso le sue creature. Il padre, Umberto, uomo sensibile e sognatore, vive solo per la sua pittura. Poi, con la morte della moglie, si sentirà colpevole e si dedicherà soltanto al lavoro e all’educazione di Giorgio. Ma solo dopo molti anni il protagonista vivrà il dolore della perdita del padre e comprenderà la portata del suo dramma. La moglie, Eva, rappresenta per lui la meta, il patrimonio più importante della sua esistenza. Il suo equilibrio, la sua saggezza sono i fari che illuminano il percorso della sua vita. Paola, la figlia, rappresenta la forza, la tenacia e la dolcezza, tutte doti che solo una donna riesce a mettere assieme.

D. A quale di questi ti senti più vicino? C’è qualcosa di autobiografico nei personaggi o nelle vicende dei protagonisti?
R. Direi a Giorgio, anche se mi piacerebbe tanto essere più vicino a Paola. Chi scrive mette sempre qualcosa di sé nei suoi scritti, ma non è necessariamente soltanto quello che scrive. Non c’è nulla di autobiografico, forse le paure. Quelle che ti possono assalire all’improvviso, come la paura della malattia, della morte.


D. Chi è Giorgio Perna?
R. È un uomo come tutti noi, che porta l’enorme fardello del dramma che segna ogni esistenza: l’incoscienza di pensare e progettare senza limiti di tempo e la terribile consapevolezza che il nostro tempo è a scadenza, che la vita non è eterna.

D. Il romanzo è stato pubblicato più di un anno fa, cambieresti qualcosa?
R. Dopo L’uomo che correva vicino al mare ho scritto Gli occhiali di Sara, pubblicato ad Aprile di quest’anno, e che mi sta dando tante soddisfazioni; ho scritto un altro romanzo: Subway, insieme a Rossella Gallucci, previsto in uscita nel 2016, proprio con Psiconline.
Ho scritto due sillogi, sempre a quattro mani con la Gallucci, Di fossato in fossato, pubblicata nel marzo di quest’anno, e Viversi, ancora inedita. Ho una serie di racconti raccolti in un’antologia ancora inedita: Five. Ho scritto tanto, dunque, e scrivere fa arricchire e migliorare come uomo e come scrittore. Alla luce di queste esperienze, se scrivessi adesso L’uomo, forse il risultato potrebbe essere leggermente diverso, ma non sarebbe giusto. Penso che ogni percorso sia formato da tappe irrinunciabili e fondamentali per la crescita personale e professionale. E, ad ogni modo, non cambierei nulla de L’uomo, perché rappresenta un preciso momento creativo che non può essere inquinato da interventi successivi.

D. Perché il mare è sempre presente e accompagna tutto il racconto? Perché ambientare il racconto in luoghi dove è presente il mare? Cosa rappresenta per te?
R. Il mare è tutto. È il flusso perenne della vita che ridonda rispetto alla fissità della terra, come il nostro cuore che batte incessantemente anche se restiamo immobili. È sinonimo di libertà perché puoi abbracciarlo con lo sguardo nonostante la sua vastità. È catarsi, purificazione, perché l’acqua purifica, scava, svuota.

D. Ricorre spesso il ricordo della madre del protagonista, perché è sempre presente questa figura?
R. Perché la mamma per ogni uomo, precisamente per ogni maschio, rappresenta il porto sicuro, l’ancestrale protezione dal mondo. Come se il pensiero della mamma possa perpetuare l’alveolo dolce e sicuro del grembo, possa riprodurre quella placenta che ci ha nutrito, possa ricollegarci al cordone ombelicale come a un elastico magico, capace di salvarci dalle brutture della vita.

D. C’è un collegamento tra la sofferenza che Giorgio Perna prova per la morte della madre e quella per la moglie? Perché hai accomunato queste due figure da un destino simile cioè una morte prematura che sconvolge la vita del protagonista?
R. Beh, la madre muore a poco più di trent’anni, la moglie ne ha quasi sessanta. Piuttosto, l’assioma è che il protagonista con la perdita della moglie rievoca il dolore per la perdita dei genitori, e della madre soprattutto. Forse perché Giorgio, alla soglia dei sessant’anni, riesce a concepire l’idea della morte finalmente in senso compiuto.

D. Cosa hai da dire a chi non l’ha ancora letto e adesso ha la possibilità di averlo in ebook?
R. Che se ama la lettura digitale più di quella sulla carta, allora è il momento giusto per leggere il mio romanzo.




Acquista L'uomo che correva vicino al mare in versione Ebook

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L'uomo che correva vicino al mare anche in Ebook

copertina uomo che correvaL'uomo che correva vicino al mare di Ciro Pinto , nella collana A Tu per Tu è finalmente  in ebook formato epub.
Dopo più di un anno dalla sua pubblicazione cartacea, torniamo a parlare, e non ci stancheremo mai di farlo, del romanzo di Ciro Pinto, pubblicando una recensione, scritta da Susanna Polimanti.

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Redazione

Nina Monica Scalabrin racconta come nasce Signor Parkinson

SCALABRIN2Signor Parkinson di Nina Monica Scalabrin, nella collana A Tu per Tu, è disponibile anche in ebook, pubblichiamo quindi una nuova intervista all'autrice, che ci guiderà alla scoperta del suo toccante romanzo.



Il libro è nato grazie ad un delicato percorso terapeutico che l’autrice ha seguito insieme alla famiglia, è iniziato tutto attraverso la scrittura di una lettera, indirizzata ad un uomo malvagio ed immaginario che ha distrutto la sua vita, il Signor Parkinson. Questa lettera è diventata, per l’autrice stessa, una forma di diario sul quale annotare tutte le emozioni, le sensazioni che prova nell’assistere al lento spegnersi della madre.


logo edizioni miniPerché ha deciso di scrivere per raccontare il suo dolore e quello dei suoi familiari, a chi si rivolge, quale pubblico vuole raggiungere e quale messaggio vuole dare?


LOGOSCALABRINQuesto libro nasce sotto forma di diario giornaliero. All'inizio della malattia di mia madre decisi di imprimere sopra un semplice quaderno dalle pagine azzurre quello che stava succedendo alla mia famiglia. Pensavo che così avrei visto le cose nella loro giusta proporzione, ancora non sapevo che la malattia di mia madre sarebbe stata fatale. Da principio lo facevo per me stessa poi mi resi conto di quanta gente condivideva il nostro stesso dolore girando negli ospedali alla ricerca di una cura, di una speranza o di un miracolo. Signor Parkinson nasce dal desiderio di voler condividere un esperienza così difficile da superare perché la malattia è la prova più ingiusta che la vita ci infligge ma in questo mondo non siamo soli.


logo edizioni miniChi è per lei il Signor Parkinson?

LOGOSCALABRINSignor Parkinson è il mio nemico. Un uomo immaginario e malvagio che ha distrutto la mia famiglia e la vita di mia madre in soli due mesi paralizzandola totalmente. Scrivere questo libro e dargli un'identità ben precisa nella mia mente era l'unica maniera per concretizzare il dolore e riuscire a combatterlo.


logo edizioni miniC'è molto dolore nel suo libro, ma nello stesso tempo a volte si intravedono anche delle luci che si accendono quando si prospetta la possibilità di nuove terapie per sua madre, almeno all'inizio del racconto, all'esordio della malattia, lei riesce ancora a sperare?


LOGOSCALABRINSì certo. È stato un percorso lungo e faticoso simile ad una guerra e una0000000mk guerra forse non ha mai fine. Ho sperato fino alla fine che il destino si rivedesse e in un piccolo barlume di speranza ero certa che i medici avrebbero trovato una cura ma mi sbagliavo. Col senno di oggi so per certo che i nostri ricercatori troveranno un giorno quella cura miracolosa che libererà per sempre i malati di Parkinson ma purtroppo per mia madre sarà tardi e non ne trarrà nessun giovamento.


logo edizioni miniIl tentativo continuo, giornaliero di non far sentire sua madre abbandonata, in balia del suo male è davvero commovente, quanto spazio rimane per se stessi quando si affrontano situazioni simili alla sua?


LOGOSCALABRINVedere soffrire qualcuno che si ama tanto è un dolore senza fine e mentalmente non si è mai liberi. Ho sempre pensato che la morte in fondo non sia poi così grave in confronto a un'agonia senza fine e accudire un malato terminale è una missione, rimane poco spazio per tutto il resto.


logo edizioni miniLa vita dei familiari di malati viene stravolta quando sopraggiunge la malattia. Come è possibile vivere in parallelo al malato la propria vita? È possibile per chi assiste il malato non pensare costantemente alla sofferenza del proprio caro riuscendo così in parte a condurre una vita quasi normale?


LOGOSCALABRINMalattie così gravi e importanti sono in grado di distruggere una famiglia e di sconvolgergli la vita e nulla tornerà più uguale. In questi anni mi sono resa conto che nulla a questo mondo è più vincolante del dolore. Di un dolore così grande non te ne liberi più e giorno dopo giorno finisce con il condizionare tutta la tua esistenza.


logo edizioni miniNel libro lei afferma, rivolgendosi a sua madre che c'è differenza tra l'essere felici e sopravvivere. Ci spieghi il significato di questa sua affermazione


LOGOSCALABRINNel libro Signor Parkinson racconto un episodio ben preciso. Il giorno in cui dopo molto tempo, grazie ad una speciale sedia a rotelle su cui mia madre poteva rimanere semi sdraiata, la portai a rivedere il mare pensando che quello sarebbe stato il giorno più bello della sua vita. In realtà mi resi tristemente conto di quanto la sua infelicità avesse sostituito per sempre la sua voglia di vivere. Davanti alla tristezza tutto diventa inquantificabile, si sopravvive a tutto ma nulla potrà più renderti felice.


logo edizioni miniIl libro è uno struggente susseguirsi di emozioni: dolore, stupore, rancore (per il Signor Parkinson), disperazione, tenerezza, pagine e pagine di amore espresso attraverso le parole che lei rivolge a sua madre, nel tentativo di non lasciarla sola alla sua malattia. Come lei afferma, le emozioni si aggrovigliano a tal punto da non riuscire a distinguerle da loro. Qual è il confine tra questo groviglio di emozioni e l'inaridimento?


LOGOSCALABRINIo credo che la speranza e la stanchezza mentale siano due sentimenti perfettamente incompatibili. Arrivi ad un punto in cui vorresti staccare la spina che ti trafigge il cuore , strapparti di dosso tutta la sofferenza. Penso che il cuore muoia di morte lenta come un albero che perde le foglie giorno dopo giorno fino a non averne più.


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Redazione

Signor Parkinson di N. Monica Scalabrin finalmente in ebook

Signor ParkinsonSignor Parkinson di Nina Monica Scalabrin,  pubblicato nella collana A Tu per Tu è disponibile in Ebook versione epub per tutti i dispositivi: computer, e-readers, iPhone, iPad, Kindle, Kobo, Androids.
Una poetica simbiosi tra madre e figlia che trasforma la tristezza della morte in un delicato inno alla vita dove la forza dell’amore è in grado di compiere miracoli inimmaginabili e abbattere barriere insormontabili come la paura dell’assenza e del silenzio eterno della morte.



Luisa godeva di ottima salute, una maestra elementare di provincia sulla cinquantina dotata di un carisma eccezionale con cui sapeva mettere ogni bambino a proprio agio. Una donna dallo spirito indomabile, dall’allegria contagiosa e dotata di un incredibile amore per la vita. Nella primavera dell’anno 2006 venne colpita da una malattia misteriosa, un inarrestabile degenerazione della corteccia celebrale che fu diagnosticata dai medici come un’atipica sindrome di parkinsonismo.


934850_10203119627063555_6940551708514960003_nAlcuni giorni in seguito al suo ingresso in ospedale Luisa cadde in un sonno profondo e in quella dimensione sopravvisse per diverse settimane trasformandosi a poco a poco in una misteriosa sorta di baco da seta completamente paralizzata e prigioniera del suo stesso corpo dove sopravvivrà a lungo in una dimensione a noi sconosciuta e parallela alla nostra. Un mondo dove non esistono parole, sospesa tra la vita e la morte. Monica la sua fragile figlia decide di comune accordo con il medico che si occupa dell’appoggio psicologico della sua famiglia di scrivere una lunga lettera sotto forma di diario a Parkinson per esprimergli tutto il suo rancore, dando così finalmente una identità seppure immaginaria al devastante male che ha colpito la madre trasformandolo così in un essere da poter combattere. Monica si riscoprirà più forte nell’animo e attraverso la potenza della scrittura riuscirà a trovare una giusta correlazione tra gli eventi dando in questo modo un senso a tanta sofferenza.
Piano, piano spogliata dal suo dolore, Monica sarà in grado di offrire tutto il suo aiuto possibile alla madre che procede a piccoli passi verso la fine, offrendole lei stessa il suo prezioso appoggio e tutta la sua forza interiore per accettare la triste verità che talvolta la morte non è sempre negativa, sarebbe molto peggio pensare al dolore come ad una abitudine di vita.ebook

Affronteranno insieme con coraggio il triste dilemma se continuare a a vivere oppure abbandonarsi al proprio destino già designato!  Insieme scopriranno che nonostante la vita sia una sola se vissuta bene può essere abbastanza.
Sua figlia la condurrà alla ricerca della grande cortina di vetro che le separa dall’altra parte della vita e rifiutando ogni forma di accanimento terapeutico capiranno che molte volte è molto meno doloroso morire che continuare a vivere!


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La luna blu e Ti amo anima mia in promozione su Amazon

laluna-tiamoFantastica promozione sul sito http://www.amazon.it, La luna blu di Massimo Bisotti e Ti amo anima mia di Najaa in versione ebook formato Kindle, a soli Euro 2,49, per tutto il mese di giugno 2015.




la luna blu

La luna blu. Il percorso inverso dei sogni un grande successo di Massimo Bisotti pubblicato nella prima edizione cartacea da Edizioni Psiconline nel 2012, dopo numerose ristampe è stato pubblicato nella versione ebook disponibile anche su Amazon.


Una storia, un incontro un racconto: lievi spunti cronologici spazio temporali, eppure i tre protagonisti, Meg, George (il sogno), Demian, (la realtà) tengono sospeso il lettore pagina dopo pagina. Gli interrogativi dominanti: che cosa succederà? Si incontreranno? Si ameranno?
Una traccia che dà via via le risposte che il lettore desidera, inoltre la riflessione incalzante dell’autore, sull’amore, sulla vita, sulle relazioni offre a chi legge una visione profonda e sofferta del vivere quotidiano: “una faccia che dev’essere quella perché quella ormai tutti conoscono e non la puoi tradire”. “Sembra che la felicità non stia nello stare bene ma nel tornare a stare bene, altrimenti nemmeno te ne accorgi se sei felice”. Ciò che colpisce è che Meg, la protagonista per realizzare il suo ” sogno” e per liberarsi di “quell’ombra nera che copre il blu quando ci sentiamo rifiutati, non voluti, incompresi, messi in un angolo”, compie un cammino dentro la sua anima. “Tutta la vita è un viaggio verso e dentro noi stessi”. (Dott.ssa Maria Grazia Principato, psicoterapeuta della coppia e della famiglia)


"Credo che l’amore abbia un punto di non ritorno, un punto che una volta varcato non ci permette di tornare indietro. È in quel preciso istante che ci si spoglia dei vestiti razionali e ci si tuffa in mare, dimenticando il salvacuore, anche se non sappiamo nuotare. E forse quel punto ogni volta diventa l’incoscienza più preziosa della nostra vita"


Ti amo anima miaTi amo anima mia. Una storia di violenza di Najaa è una storia di amore e di violenza.
Una storia d’amore finita male, tra un ragazzo e una ragazza.
Dall’incontro di Najaa con Sajmir, che sembra essere l’uomo più importante della sua vita, all’innamoramento più assoluto, al matrimonio, alla quotidianità e ai successivi problemi di gelosie e convivenza.
Una lotta estrema tra amore e violenza, con tutte le contraddizioni che esse comportano, fino al momento della verità, quando Najaa apre gli occhi e si accorge della realtà, lui ha un’altra vita e un’altra moglie.
Da questo momento inizia la storia fatta di violenza che prosegue con la reale rottura del rapporto, la persecuzione dell’uomo nei confronti di lei, fino alla separazione legale.


“Guarderò spesso il Sole proprio come facevo da piccola. Capirò che il senso della vita è semplicemente viverla. Capirò che è meglio aspettare invece di correre, perché spesso si trova molto di più nell’attesa che nella continua ricerca. Scriverò la parola FINE e mi sentirò assolta.”


Acquista La luna blu e Ti amo anima mia su http://www.amazon.it

http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/la_luna_blu

http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/ti_amo_anima_mia
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Redazione

Dentro le scarpe il romanzo di Bianca Brotto, il senso della vita e della morte nel destino dei protagonisti

Icop_dentro_le_scarpe-x-sitoDentro le scarpe è il libro di Bianca Brotto nella collana A Tu per Tu di Edizioni Psiconline, un romanzo intriso di realismo magico, che affronta con uno sguardo intenso, ma al contempo scanzonato, i temi fondamentali dell’esistenza, a cominciare dall’amore e dalla morte, e il modo in cui si intrecciano nella vita dell’uomo attraverso i fili imperscrutabili del destino.



Quando Ruben eredita l’attività di calzolaio sui Navigli milanesi, dopo la scomparsa del precedente Maestro Camillo, sa che quello è il suo ineludibile futuro: diventare a sua volta il Maestro e, attraverso uno specchio – antichissimo, eterno, forse – leggere il passato e il futuro dei clienti che entrano nel suo negozio, per provare a incidere sulle loro esistenze.


5G9nEwF2Yb0EGvuxYSVC4A2BRLXe-gc63hIp2GQGcbwNel corso degli anni, la piccola ma accogliente bottega accoglierà un variopinto campionario di umanità: personaggi dalle sorti spesso avverse che a volte si incroceranno e non di rado – ma non sempre – Ruben riuscirà a salvare, offrendo loro, grazie alle scene viste nello specchio, la possibilità di modificare il corso degli eventi.


Sarà nel giorno del suo trentacinquesimo compleanno che Ruben conoscerà Alessandro, un bambino di cinque anni che ha il suo stesso dono; da questo momento le vite dei due Maestri si incroceranno più volte finché Alessandro, dopo molti anni perduti alla ricerca di   Vittoria, la ragazza amata e, suo malgrado, abbandonata, maturato e libero dalle ossessioni, erediterà la bottega, con i suoi strani oneri, mentre Ruben si allontanerà discreto, evanescente, come il suo Maestro prima di lui.


bianca brottoScorrendo i ventun capitoli, le storie dello scampolo di umanità di passaggio nel negozio si intrecciano così con le vite del protagonista e del suo successore in un arco temporale che va dal 1950 al 1992.


Di seguito le impressioni di alcuni lettori:


"DENTRO LE SCARPE mi ha fatto sorridere e commuovere con storie e personaggi talmente veri da rimanere in testa e accompagnarmi nella vita fuori dalle pagine. Il passato e il presente di uomini e donne con segreti, dolori che arrivano da lontano tormentando il loro presente e gioie che vorrebbero rivivere ma sembrano ormai irraggiungibili, mi hanno toccata profondamente arrivando dritti al centro, percorrendo strade che ho riaperto e che non ricordavo neppure di aver chiuso.  Ruben, il protagonista principale, crea squisite calzature con tutta la lentezza, l'accuratezza e l'amore che dovremmo dedicare a noi stessi e alla nostra vita; lui e la sua bottega artigianale fanno da catalizzatori e scaldano il cuore, fanno da riparo e rifugio e rivelano verità anche scomode agli avventori". (Daniela)


"Libro molto bello: complesso, ma ben strutturato, ricco nel linguaggio e nelle immagini. I personaggi, anche quelli minori, sono ben delineati e le loro vicende incuriosiscono ed appassionano.
“Dentro le scarpe” va ben oltre la trama; trascina alla scoperta del significato della vita e della morte, del destino del quale ognuno è artefice e dell’importanza della “sapienza” che sa leggere i segni e può suggerire rimedi. Dietro al “maestro” che “vede” nello specchio, penso sia nascosto ognuno di noi che ha la possibilità di interpretare la propria vita e quella delle persone che gli stanno accanto; se guidato da un “purezza” di sguardo che diventa saggezza può orientarsi ed orientare verso un futuro di speranza.
Complimenti all’autrice: mi ha divertito e commosso, ha reso viva davanti ai miei occhi la vita sui navigli, quella di un tempo e quella più recente, mi ha trascinato in un viaggio all’apparenza solo fantastico, ma dai contorni molto reali, che parlano, in fondo, anche di me". (Paola)


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La città bianca di Francesca Romana Orlando alla Libreria Feltrinelli di Pescara

copertina-citt-bianca-x-sitoVenerdì 17 aprile alle ore 18.00 Francesca Romana Orlando presenta “La città bianca” presso la Libreria Feltrinelli di Pescara in Via Milano (angolo Via Trento).
Nel corso della presentazione si discuterà di onde elettromagnetiche e rischi per la salute.
Con l’autrice dialoga Alessio Ramaccioni (giornalista radiofonico, autore di saggi sull’inquinamento elettromagnetico).




locandina presentazione La città bianca Pescara

La città bianca
Un tranquillo professore di statistica di una università di provincia si è appena trasferito a New York. Sta per iniziare una consulenza per una delle più grandi società di assicurazioni statunitensi. È entusiasta. Sembra che niente possa fermare la sua ascesa nella Grande Mela quando apre la porta della sua camera d’hotel e viene ucciso da un misterioso fattorino.
A Londra, l’ultima sera dell’anno, un esperto PR della City partecipa ad un incontro degli alcolisti anonimi. Vuole cambiare la sua vita e per non essere riconosciuto, ha scelto una chiesa di periferia.A Roma una biologa dell’Istituto Superiore di Sanità sta preparando una perizia per conto del tribunale sui rischi connessi ai ripetitori dei cellulari. È una decisione difficile da cui dipenderà il destino di centinaia di persone, ma anche il suo. Se sbaglia potrebbe restare isolata dalla comunità scientifica. Ad aggravare queste preoccupazioni c’è l’accusa assurda di essere coinvolta in un traffico di stupefacenti e lo strano incidente stradale di cui è vittima suo padre, decano di medicina ormai in pensione.
Un ingegnere di Nuova Dehli sta per lasciare l’India per iniziare una nuova carriera a Londra, quando una giovane e bellissima ricercatrice si offre a lui con eccessiva disinvoltura.

Che cosa accomuna questi personaggi?
Si trovano tutti ad un bivio, di fronte ad una scelta e sono tutti in pericolo di vita.

Francesca Romana Orlando, giornalista professionista, è esperta di divulgazione scientifica. Ha studiato Lettere all’Università La Sapienza di Roma e all’Università di Exeter nel Regno Unito. Ha conseguito prima il Perfezionamento in Scienze della Comunicazione presso la Sapienza e poi la Specializzazione in Analisi e Gestione della Comunicazione all’Università di Tor Vergata, facendo esperienza presso la redazione di Rai News 24 e del Tg3 Nazionale. Ha vinto nel 2000 il Premio speciale della giuria del Rotery Club Roma Nord-Ovest “C. Casalegno” per la qualità del percorso formativo.
Dalla fine degli anni ’90 alla metà degli anni 2000 ha lavorato per diverse riviste del settore delle telecomunicazioni e dell’editoria digitale, tra cui Media 2000, ZdNet, Internet Magazine, Internet World, e-Business e molte altre. Di recente collabora per Sicurezza Sanitaria e scrive articoli per il sito di A.M.I.C.A. (www.infoamica.it), un’associazione che si occupa di inquinamento chimico ed elettromagnetico. Per la stessa associazione, che ha co-fondato nel 2003, organizza annualmente convegni medico-scientifici. Nel 2010 ha pubblicato il saggio “Il Cerchio Perfetto” sul conflitto di interessi nelle politiche ambientali e di salute pubblica.

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Premio Il Molinello a Storie borderline della mia pipa. Un grande successo per Enrico Magni

copertina-il-molinelloLa Giuria del Concorso Letterario Internazionale “Il Molinello” ha assegnato a Enrico Magni il Premio Speciale della Giuria Diploma d’onore Il Molinello per la Narrativa Edita con il libro Storie borderline della mia pipa – Edizioni Psiconline.



La cerimonia di premiazione ha avuto luogo sabato 28 Marzo 2015 alle ore 16,00 presso la Sala Meeting “Le Monete” del "Complesso Turistico Alberghiero Apogeo" Loc. Bettolle - Sinalunga (Siena).


MAGNI1BISEnrico Magni, psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, ipnologo, specialista in Criminologia è autore di diversi articoli scientifici e di saggi sul disagio psicologico e sociale tra i vari: Il volo di Rust: il disagio giovanile dentro e fuori il mito, Editore Bertani, 1997; Il male di vivere, Edizioni Sapere, 2003; La discarica dei folli, Edizioni Sapere, 2005; L’atto violento: aspetti biologici, psichici, psichiatrici, Edizioni Sapere, 2006; Droghe ricreative. Le life skills per crescere in-dipendenti, Franco Angeli, 2010; Parlo con te. Ragazzi, genitori, insegnanti, Edizioni Sapere, 2011; Tecniche di distensione immaginativa, manuale di auto-aiuto. Edizioni Psiconline, 2013.

Storie borderline della mia pipa pubblicato nel 2014 presentato al Festival delle Letterature dell'Adriatico lo scorso mese di novembre racconta di sei  storie vere, nate dal caso e dall’incontro, così come la pipa e il tabacco generano il fumo o come il contenuto e il contenitore producono un significato dando forma all’informe.
Un ascoltatore ed il suo interlocutore. Una storia che fluisce e s’intreccia ad emozioni e pensieri forti. Il bisogno di raccontare ed essere ascoltati e lo sforzo di chi tenta di non sfuggire e non giudicare. Una relazione: tra chi ha qualcosa di importante da dire ed un professionista che cerca di registrare tutto ciò che gli viene proiettato addosso.
È questo il filo conduttore di ognuna delle sei storie presentate nel libro di Magni: un reporter ascolta (o legge) delle vicende, assolutamente diverse tra di loro, e presentate con modalità altrettanto varie. Dalla guerra nazifascista, che ha portato via la madre del primo protagonista; al trauma di Gianni, primo attore nel secondo capitolo, e all’insorgere della sua malattia; alla vita sessuale precoce di un’adolescente, Luciana, che dimentica sbadatamente il suo diario su una panchina del parco; alle vicende di Carla, “sottomessa” psicologicamente al marito e ad una vita prestabilita; alla vita nel carcere, che rappresenta, per la sua lunghezza e la sua corposità, un romanzo nel romanzo; infine, all’adolescenza ed alle dinamiche della dipendenza da sostanze, circolo vizioso senza fine e dalle mille sfaccettature, di cui l’autore presenta “solo” quattro esempi.
MAGNI2Man mano che si procede nella lettura, vengono messi in risalto i discorsi degli interlocutori, come se l’autore passasse al lettore stesso il ruolo di ascoltatore e volesse fargli provare le emozioni e le sfaccettature della relazione in corso. Chi legge, infatti, si sente in stretto contatto con le vicende che vengono narrate: in ognuna ci si immerge completamente, si guardano in faccia i protagonisti, si vivono le loro emozioni e si interagisce con loro, fino ad esserne completamente coinvolti. Ma poi il distacco è brutale e, così come ogni finale può lasciare amareggiato il lettore, così è, in fondo, la fine di ogni rapporto, in cui sono state messe in ballo molte parti di sé. Forse è proprio per questo che l’autore, nell’ultimo capitolo, come per la storia di Carla, riprende uno stile più freddo, raccontando una storia sentita, non vissuta direttamente, forse per il bisogno di distaccarsi egli stesso dalle inevitabili sensazioni agrodolci di quest’ultimo racconto e di ogni atto finale di una qualsiasi relazione.
Storie Borderline, insomma, cioè al confine (border = confine, limite; line = linea) tra normalità e follia. Storie piene di vita propria e contraddizioni. Storie che non parlano di psicopatologie, ma che raccontano un esistere sempre in bilico. Storie che ti avvolgono nella loro essenza, così come il fumo di una pipa può essere lo sfondo di una vita che ne accoglie un’altra, per farla anche sua e vivere con i protagonisti vissuti ed emozioni penetranti, proprio come il suo odore. Storie che nascono e si sviluppano dall’incontro con l’Altro e che il lettore deve provare in prima persona per poterne capire la vera essenza.
Magni usa uno stile assolutamente semplice e diretto. La presentazione delle storie è così lineare e dettagliata, da coinvolgere completamente nella lettura: le emozioni che ogni protagonista vive e le loro esperienze si proiettano anche nel lettore, fino a lasciarlo completamente avvolto nella stanza e nella narrazione, seduto su quella sedia, con quella persona di fronte, che gli chiede ascolto ed aiuto per quella sua specifica richiesta. Ciò fa di “Storie borderline della mia pipa” non un libro da poter raccontare, ma da vivere, riga dopo riga. Si trattiene il fiato fino alla fine e, quando si arriva all’ultima pagina, si resta con un turbinio di stati d’animo e sensazioni, che fanno sembrare questo un finale brusco e crudele.
MAGNI3Facendolo sperimentare in prima persona, Magni usa, forse, il mezzo più efficace per descrivere il suo lavoro, una vera avventura tra così tante vite ed i loro protagonisti, e per spiegare cosa vuol dire ascoltare, con rispetto, tutto quello che viene portato in questo vortice di emozioni, positive e negative, nonché quanto coraggio e quale sforzo ci vogliano per rimanere in una relazione.


Recensione a cura della Dott.ssa Alice Fusella


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L'uomo che correva vicino al mare ha vinto il Premio Emotion

l-uomo-che-correvaL'uomo che correva vicino al mare di Ciro Pinto - Edizioni Psiconline nella collana A Tu per Tu ha vinto il Premio Emotion alla 7^ Edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards, 2015.


L'uomo che correva vicino al mare, secondo posto al I Premio Letterario Nazionale Circe 2013, sezione inediti (primo posto per la Giuria dei lettori) ad un anno dalla sua pubblicazione continua a far parlare di sé, stavolta con un premio speciale.



l'uomo che correvaIl Premio Città di Cattolica - Pegasus Literary Awards è una grande manifestazione conosciuta a livello internazionale per la qualità dei contenuti ed è il premio letterario più importante in Italia, dopo il Campiello, il Calvino, lo Strega e il Bancarella.
Una kermesse popolare che si occupa di rilanciare la cultura letteraria stimolando la creatività dei giovani e dei meno giovani, nonché di scoprire nuovi talenti, occupandosi nel contempo di celebrare coloro che negli anni si sono particolarmente distinti in campo culturale.
Il Città di Cattolica - Pegasus Literary Awards è uno dei premi più ambiti, tappa indispensabile nel curriculum di ogni autore.


L'uomo che correva vicino al mare ha ottenuto un premio meritatissimo in alcune recensioni si legge:


"L'uomo che correva vicino al mare è una conferma della finezza letteraria di Ciro Pinto che prende per mano il lettore e lo trasporta dentro le tante pennellate di realtà, tra
mille emozioni e stati d’animo di una sofferta storia di vita. [...]
Lo stile del romanzo è molto fluido con tessuto narrativo realistico e introspettivo, con sequenze dialogiche centellinate all’indispensabile.
CirRENDE1o Pinto predilige una forma di comunicazione iconica, uno stile del tutto personale che si centra sulle immagini; un genere di lirismo descrittivo, fortemente emotivo e coinvolgente, dove l’elemento verbale feconda l’elemento visivo. La narrazione è molto curata e attenta. [...]
Questo romanzo ha una sua forza e specificità che ne costituiscono l’attrattiva per un lettore attento e desideroso di riscoprire valori importanti della vita, quali l’amore e il calore di una famiglia, la nostalgia per il passato, la sofferenza per la perdita di un congiunto e tanto altro ancora. La tecnica narrativa con flashbacks in vari capitoli in perfetta coordinazione tra presente e passato, rende ogni elemento maggiormente veritiero. [...]
L’uomo che correva vicino al mare è un romanzo denso di sensibilità e di sensazioni inconsce, a tratti dolente ma pur sempre ricco di quell’autenticità e di quel senso di forte umanità che impregnano ogni romanzo di Ciro Pinto, uno dei pochi romanzieri contemporanei in grado di narrare la vita vera, toccando le note più intime di ogni lettore." (Susanna Polimanti)


"Un racconto che traduce la complessità del vivere con quella schiettezza che è frutto di profonda esperienza. Un racconto che nella sua scrittura privilegia la condizione dell’attesa" (Prof.ssa Anna Maria Vitale).


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Intervista ad Alberto Vito autore di Affetti Speciali. Uno psicologo (si) racconta

copertina vito2Cosa prova uno psicoterapeuta al termine di una seduta? Quali sono i suoi pensieri prima di addormentarsi? Cosa fa “riuscire” una terapia? Quante curiosità suscita il libro di Alberto Vito "Affetti speciali. Uno psicologo (si) racconta"!
Per rispondere a queste e ad altre domande abbiamo intervistato il Dott. Alberto Vito al termine della presentazione che si è tenuta alla Casa delle Culture di Ancona lo scorso 13 marzo.


D. Ringraziamo il Dott. Alberto Vito per la disponibilità dimostrata e cominciamo subito l'intervista prima dell'inizio del firmacopie. Quando e come nasce il suo libro?
R. Il libro nasce inizialmente dalla presentazione di alcuni casi clinici a fini didattici. Nel realizzare una comunicazione ad un Convegno decisi di adottare una formula narrativa, scegliendo di leggere un racconto di fantasia, tratto da un reale caso clinico. Mi sembrò che la formula funzionasse ed ho scritto poi altre “novelle” ispirate dalla mia attività di psicoterapeuta. I commenti sono stati positivi ed un po’ alla volta ho raccolto le storie che unite hanno creato la struttura del libro.

D. Le storie narrate sono attuali o del passato?
R. Il libro raccoglie 10 storie. Si narrano due settimane di uno psicoterapeuta, vito2immaginando che ogni giorno, dal lunedì al venerdì, incontri un paziente diverso. Prevalentemente sono resoconti di terapie svoltesi recentemente, negli ultimi anni, ma vi sono anche un paio di storie ispirate da pazienti incontrati oltre dieci anni fa. Non sono i casi clinici più importanti, ma quelli che, messi insieme, potevano dare ai giovani colleghi  un quadro il più ampio possibile del mio modo di lavorare. Li ho scelti per esemplificare come inizio una prima seduta, come  affronto certe patologie, quali sono le metafore che mi piace utilizzare più spesso… Bisogna tener conto che sono più di venticinque anni che svolgo questa professione!

D. Quanto può incidere il rapporto terapeuta-paziente nel terapeuta?
R. È ormai noto quanto la relazione terapeuta-paziente sia uno dei fattori più rilevanti, decisivi sull’esito e sull’andamento del percorso clinico, quale che siano l’approccio teorico ed i modelli operativi utilizzati. Nella trascrizione di alcuni dialoghi e nella descrizione dei miei vissuti, durante le sedute, mi sono sforzato di mostrare proprio quanto una psicoterapia, pure all’interno di ruoli asimmetrici, sia un percorso costruito insieme, dalle individualità, dalle personalità, dalle risorse e dai limiti, sia del paziente che del terapeuta.

D. Come è cambiata la sua vita di terapeuta nel corso degli anni?
R. Il libro probabilmente nasce proprio dalla mia esigenza e dal piacere di descrivere proprio questo. Se facciamo riferimento esclusivamente al mio modo di lavorare credo che negli anni sono diventato più sicuro, grazie all’esperienza acquisita, sforzandomi di non far diventare mai il mio lavoro “routine”. All’inizio si rischia di essere spaventati, ma dopo molti anni si rischia di diventare superficiali o stanchi. È invece importante rispettare ogni persona come individualità, ricordando che ogni esperienza umana ha una specificità. A volte, poi, all’inizio della carriera si rischia di essere rigidi nel considerare il proprio modello teorico come “migliore”, mentre nel corso degli anni si acquista anche una maggiore duttilità. Nel libro, ringrazio sia i miei insegnanti più significativi, i miei colleghi, gli allievi ed i pazienti. Tutti, anche se ovviamente in modo diverso, mi hanno aiutato a migliorarmi, sia come persona che come professionista.

D. La professione di terapeuta l'ha cambiata?
R. Se vi è originalità nel mio testo, forse dipende dal mio tentativo di raccontare non solo l’esito dei percorsi clinici dal punto di vista dei pazienti, ma anche da quello del terapeuta. Pur sempre in forma romanzata, racconto i miei pensieri ed i miei comportamenti, in attesa di una seduta ed al suo termine.
È pure formulata qualche ipotesi sui cambiamenti avvenuti nel mio stile di vita rispetto a diversi anni fa e che io attribuisco, a torto o a ragione, all’attività professionale. Nella parte conclusiva del libro, descrivo quelli che secondo me sono i “10 ingredienti”  indispensabili per essere un buon terapeuta. La mia convinzione è che il terapeuta debba possedere tutte queste capacità almeno nello spazio circoscritto della seduta, durante lo spazio temporale limitato della terapia. Per questo motivo, reputo che la valenza trasformativa dell'attività clinica per il terapeuta sia insita proprio in questo sforzo continuo di attenzione, consapevolezza e coerenza nel provare ad essere il più possibile simile al se stesso che vorrebbe essere. Inoltre, a meno che il terapeuta non sia completamente scisso, è impossibile non aiutare gli altri ad essere più integri e coerenti, accettando le conseguenze delle proprie scelte, senza che ciò non influenzi positivamente la vita del terapeuta. Per fare un esempio un po’ banale, è certamente un cattivo medico quello che prescrive ai suoi pazienti di smettere di fumare, ma poi continua a fumare, sia in presenza che in assenza dei suoi assistiti.

D. Esistono problematiche del paziente che un terapeuta si rifiuta di affrontare?
Quando alcune problematiche sono difficili da affrontare come si comporta il terapeuta?
R. Innanzitutto, occorre considerare che alcuni approcci sono più utili per alcune problematiche e quindi bisognerebbe sempre delimitare il proprio ambito di intervento, riconoscendo in quali situazione il proprio modo di operare può risultare elettivo e quando è meglio inviare ad un collega con una specifica diversa competenza. Poi bisogna tener conto della richiesta del paziente, se più interessato ad una risoluzione dei sintomi o anche ad un percorso di ristrutturazione più ampio. Infine, il terapeuta dovrebbe essere consapevole dei propri limiti e delle proprie difficoltà ad affrontare certe specifiche situazioni. Io, ad esempio, mi occupo con una certa frequenza, in ambito psicogiuridico, di consulenze, sia da CTU che da CTP. Ma sono perito quasi esclusivamente nelle situazioni di affido controverso dei minori all’interno di separazioni coniugali conflittuali, mentre ho scelto di non occuparmi dei casi di sospetto  abuso.

 

D. Tra le storie da lei narrate può individuarne alcune che l'hanno coinvolta profondamente?
R. È la specificità del nostro lavoro, dove in fondo noi stessi siamo l’unico attrezzo del mestiere, ad imporre un coinvolgimento profondo. È evidente che la nostra attività comporta un’esperienza di intimità (si pensi solo a quante persone raccontano a noi i loro segreti più nascosti) pur rimanendo all’interno di un contesto professionale. Il titolo del libro, “Affetti Speciali”, fa proprio riferimento, oltre che alle vicende  affettive dei pazienti, che a volte sono particolari e dolorose, proprio alla particolare relazione che si crea tra pazienti e terapeuta, e viceversa. Per questo motivo, sentirei di fare un torto a qualcuno se dovessi  scegliere  qualche vicenda clinica in particolare. Ovviamente, come avviene in qualsiasi incontro fra esseri umani, sono sempre diversi, anche per intensità e colorazione, i sentimenti che gli altri suscitano in noi.


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