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I blog di Edizioni Psiconline

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Redazione

Ciro Pinto: la nuova intervista di Edizioni Psiconline

ciropinto3Ciro Pinto è un autore poliedrico e sensibile, attento osservatore e conoscitore dell’animo umano e L'uomo che correva vicino al mare è sicuramente un libro toccante e profondo.
Un racconto che traduce la complessità del vivere con quella schiettezza che è frutto di profonda esperienza.
Un racconto che nella sua scrittura privilegia la condizione dell’attesa. (Prof.ssa Anna Maria Vitale).
Il romanzo adesso è disponibile anche nella versione Ebook, un'ottima occasione per incontrare di nuovo Ciro Pinto per alcune domande sul suo libro.



ciropinto1Ciro Pinto è nato a Napoli, nel Novembre del 1953, dove tuttora risiede.
È laureato in economia e commercio e proviene dal settore bancario e finanziario, dove ha ricoperto ruoli manageriali in un holding internazionale. Ha vissuto alcuni anni a Bologna e a Firenze.
Dal 2011 ha lasciato l’attività lavorativa e si è dedicato alla scrittura.
I suoi hobby: tennis, palestra, nautica. Appassionato di calcio.
Ha pubblicato i romanzi: Il problema di Ivana, DrawUp, Luglio 2012, che ha ricevuto vari riconoscimenti, tra cui la Menzione Speciale dell’Asso Artisti Nazionale.
L’uomo che correva vicino al mare, ed. Psiconline, Febbraio 2014, secondo posto al I Premio Letterario Nazionale Circe 2013, inediti (primo posto per la Giuria dei lettori); Premio Emotion alla 7^ Edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards, 2015, sezione editi.
Gli occhiali di Sara, ed. Tra le righe libri, Marzo 2015, vincitore del Premio Letterario Internazionale Nabokov 2014, sezione inediti.
Subway, di Ciro Pinto e Rossella Gallucci, Psiconline (uscita prevista: inizio  2016), vincitore del II Premio Nazionale Letterario Graffiti Camuni Narrativa, sezione inediti; terzo posto al IX Premio Letterario Internazionale Gaetano Cingari 2014, sezione inediti.
Ha pubblicato la silloge poetica: Di fossato in fossato, di Rossella Gallucci e Ciro Pinto, ed. Octopus, 2015, segnalazione della Giuria al IX Premio Letterario Internazionale Gaetano Cingari 2014, sezione inediti.
Ha scritto numerosi racconti e diverse poesie che hanno vinto premi e sono pubblicati in varie antologie.

 

D.Quando è stato ideato L’uomo che correva vicino al mare e quando hai capito che era pronto per la pubblicazione?
R. Ho scritto L’uomo che correva vicino al mare subito dopo la stesura del mio primo romanzo: Il problema di Ivana, ovvero nei primi mesi del 2012.
Avevo appena finito di scrivere Ivana e mi sentivo svuotato, come succede ogni volta che porti a compimento una creazione. Sentivo il bisogno di staccarmi da quel senso di vuoto che mi riempiva l’anima, allora ho pensato di colmarlo con una nuova avventura.
Provavo anche una strisciante paura di invecchiare: avevo da poco compiuto cinquantotto anni, nel romanzo precedente avevo parlato di giovani, della crisi, della responsabilità della scelta e dell’importanza della coerenza. E d’improvviso mi sono sentito vecchio.
Una miscellanea di suggestioni ha iniziato a macerare nella mente, a quel punto avevo solo una possibilità: scriverne.
L’ho pubblicato con Edizioni Psiconline, che ringrazio ancora per aver creduto nel romanzo, nel febbraio 2014, quando man mano mi stavo staccando da Ivana, pubblicato un anno e mezzo prima.

D. Come è cambiato Ciro Pinto dopo L’uomo che correva vicino al mare, o più precisamente, il romanzo ti ha cambiato?
R.Sì. Ogni esperienza, di qualunque genere, ci cambia. Sono cambiato come uomo e come autore. Come persona sono diventato più ponderato, più consapevole che la vita non è solo un diritto, ma soprattutto un regalo, che va tutelato. Come autore ho imparato tanto dalla stesura de L’uomo, ho imparato a focalizzare il pensiero sulle emozioni, a scavare nelle percezioni e nei sentimenti.

D. Descrivici le caratteristiche del personaggio principale e anche delle altre figure che ruotano intorno al protagonista.
R. Giorgio Perna è un uomo del nostro tempo, decisionista, determinato e concreto. Ha principi saldi e un forte senso della famiglia. È un pianificatore, un uomo che crede nel lavoro e nel successo. La sua sensibilità viene a volte sommersa dalla smania di progettare, a tal punto da non riuscire a capire fino in fondo le persone che ama e che lo amano. Gli altri personaggi si delineano di riflesso nei rapporti che hanno con lui. Elena, la madre, icona dell’affetto e dell’istinto di protezione che ogni mamma ha verso le sue creature. Il padre, Umberto, uomo sensibile e sognatore, vive solo per la sua pittura. Poi, con la morte della moglie, si sentirà colpevole e si dedicherà soltanto al lavoro e all’educazione di Giorgio. Ma solo dopo molti anni il protagonista vivrà il dolore della perdita del padre e comprenderà la portata del suo dramma. La moglie, Eva, rappresenta per lui la meta, il patrimonio più importante della sua esistenza. Il suo equilibrio, la sua saggezza sono i fari che illuminano il percorso della sua vita. Paola, la figlia, rappresenta la forza, la tenacia e la dolcezza, tutte doti che solo una donna riesce a mettere assieme.

D. A quale di questi ti senti più vicino? C’è qualcosa di autobiografico nei personaggi o nelle vicende dei protagonisti?
R. Direi a Giorgio, anche se mi piacerebbe tanto essere più vicino a Paola. Chi scrive mette sempre qualcosa di sé nei suoi scritti, ma non è necessariamente soltanto quello che scrive. Non c’è nulla di autobiografico, forse le paure. Quelle che ti possono assalire all’improvviso, come la paura della malattia, della morte.


D. Chi è Giorgio Perna?
R. È un uomo come tutti noi, che porta l’enorme fardello del dramma che segna ogni esistenza: l’incoscienza di pensare e progettare senza limiti di tempo e la terribile consapevolezza che il nostro tempo è a scadenza, che la vita non è eterna.

D. Il romanzo è stato pubblicato più di un anno fa, cambieresti qualcosa?
R. Dopo L’uomo che correva vicino al mare ho scritto Gli occhiali di Sara, pubblicato ad Aprile di quest’anno, e che mi sta dando tante soddisfazioni; ho scritto un altro romanzo: Subway, insieme a Rossella Gallucci, previsto in uscita nel 2016, proprio con Psiconline.
Ho scritto due sillogi, sempre a quattro mani con la Gallucci, Di fossato in fossato, pubblicata nel marzo di quest’anno, e Viversi, ancora inedita. Ho una serie di racconti raccolti in un’antologia ancora inedita: Five. Ho scritto tanto, dunque, e scrivere fa arricchire e migliorare come uomo e come scrittore. Alla luce di queste esperienze, se scrivessi adesso L’uomo, forse il risultato potrebbe essere leggermente diverso, ma non sarebbe giusto. Penso che ogni percorso sia formato da tappe irrinunciabili e fondamentali per la crescita personale e professionale. E, ad ogni modo, non cambierei nulla de L’uomo, perché rappresenta un preciso momento creativo che non può essere inquinato da interventi successivi.

D. Perché il mare è sempre presente e accompagna tutto il racconto? Perché ambientare il racconto in luoghi dove è presente il mare? Cosa rappresenta per te?
R. Il mare è tutto. È il flusso perenne della vita che ridonda rispetto alla fissità della terra, come il nostro cuore che batte incessantemente anche se restiamo immobili. È sinonimo di libertà perché puoi abbracciarlo con lo sguardo nonostante la sua vastità. È catarsi, purificazione, perché l’acqua purifica, scava, svuota.

D. Ricorre spesso il ricordo della madre del protagonista, perché è sempre presente questa figura?
R. Perché la mamma per ogni uomo, precisamente per ogni maschio, rappresenta il porto sicuro, l’ancestrale protezione dal mondo. Come se il pensiero della mamma possa perpetuare l’alveolo dolce e sicuro del grembo, possa riprodurre quella placenta che ci ha nutrito, possa ricollegarci al cordone ombelicale come a un elastico magico, capace di salvarci dalle brutture della vita.

D. C’è un collegamento tra la sofferenza che Giorgio Perna prova per la morte della madre e quella per la moglie? Perché hai accomunato queste due figure da un destino simile cioè una morte prematura che sconvolge la vita del protagonista?
R. Beh, la madre muore a poco più di trent’anni, la moglie ne ha quasi sessanta. Piuttosto, l’assioma è che il protagonista con la perdita della moglie rievoca il dolore per la perdita dei genitori, e della madre soprattutto. Forse perché Giorgio, alla soglia dei sessant’anni, riesce a concepire l’idea della morte finalmente in senso compiuto.

D. Cosa hai da dire a chi non l’ha ancora letto e adesso ha la possibilità di averlo in ebook?
R. Che se ama la lettura digitale più di quella sulla carta, allora è il momento giusto per leggere il mio romanzo.




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Redazione

L'uomo che correva vicino al mare ha vinto il Premio Emotion

l-uomo-che-correvaL'uomo che correva vicino al mare di Ciro Pinto - Edizioni Psiconline nella collana A Tu per Tu ha vinto il Premio Emotion alla 7^ Edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards, 2015.


L'uomo che correva vicino al mare, secondo posto al I Premio Letterario Nazionale Circe 2013, sezione inediti (primo posto per la Giuria dei lettori) ad un anno dalla sua pubblicazione continua a far parlare di sé, stavolta con un premio speciale.



l'uomo che correvaIl Premio Città di Cattolica - Pegasus Literary Awards è una grande manifestazione conosciuta a livello internazionale per la qualità dei contenuti ed è il premio letterario più importante in Italia, dopo il Campiello, il Calvino, lo Strega e il Bancarella.
Una kermesse popolare che si occupa di rilanciare la cultura letteraria stimolando la creatività dei giovani e dei meno giovani, nonché di scoprire nuovi talenti, occupandosi nel contempo di celebrare coloro che negli anni si sono particolarmente distinti in campo culturale.
Il Città di Cattolica - Pegasus Literary Awards è uno dei premi più ambiti, tappa indispensabile nel curriculum di ogni autore.


L'uomo che correva vicino al mare ha ottenuto un premio meritatissimo in alcune recensioni si legge:


"L'uomo che correva vicino al mare è una conferma della finezza letteraria di Ciro Pinto che prende per mano il lettore e lo trasporta dentro le tante pennellate di realtà, tra
mille emozioni e stati d’animo di una sofferta storia di vita. [...]
Lo stile del romanzo è molto fluido con tessuto narrativo realistico e introspettivo, con sequenze dialogiche centellinate all’indispensabile.
CirRENDE1o Pinto predilige una forma di comunicazione iconica, uno stile del tutto personale che si centra sulle immagini; un genere di lirismo descrittivo, fortemente emotivo e coinvolgente, dove l’elemento verbale feconda l’elemento visivo. La narrazione è molto curata e attenta. [...]
Questo romanzo ha una sua forza e specificità che ne costituiscono l’attrattiva per un lettore attento e desideroso di riscoprire valori importanti della vita, quali l’amore e il calore di una famiglia, la nostalgia per il passato, la sofferenza per la perdita di un congiunto e tanto altro ancora. La tecnica narrativa con flashbacks in vari capitoli in perfetta coordinazione tra presente e passato, rende ogni elemento maggiormente veritiero. [...]
L’uomo che correva vicino al mare è un romanzo denso di sensibilità e di sensazioni inconsce, a tratti dolente ma pur sempre ricco di quell’autenticità e di quel senso di forte umanità che impregnano ogni romanzo di Ciro Pinto, uno dei pochi romanzieri contemporanei in grado di narrare la vita vera, toccando le note più intime di ogni lettore." (Susanna Polimanti)


"Un racconto che traduce la complessità del vivere con quella schiettezza che è frutto di profonda esperienza. Un racconto che nella sua scrittura privilegia la condizione dell’attesa" (Prof.ssa Anna Maria Vitale).


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http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/l-uomo-che-correva-vicino_al_mare/1
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Redazione

Ciro Pinto e Giovanna Albi presentano i loro libri a San Benedetto del Tronto

PINTOEALBISabato 14 febbraio 2015 alle ore 17,30, CIRO PINTO e GIOVANNA ALBI ancora una volta insieme, presenteranno i loro rispettivi lavori “L’uomo che correva vicino al mare” e “In analisi. Diario di una ribellione” presso il Palazzo Bice Piacentini (Sala della Poesia), Via del Consolato 12 San Benedetto del Tronto.




La presentazione è organizzata dall’Associazione Culturale Alchimie d’arte.
Conduce: Tanya Del Bello
Relatore: Domenico Parlamenti
La lettura di alcune pagine sarà a cura di Angy Verdecchia
Intervento critico per Giovanna Albi Dott.ssa Antonella Baiocchi
Intervento critico per Ciro Pinto Prof.ssa Anna Maria Vitale

in_analisi_x-sitoIn analisi. Diario di una ribellione
Si tratta di un diario psicoanalitico che racconta la vita di Giulia e della sua decisione di trovare un editore che lo pubblichi.
Sottesa è la ricerca di un’idea di libertà dai vincoli del passato e la proiezione in un futuro di benessere in cui l’unico farmaco è l’amore, che come un balsamo ristora l’anima di Giulia. Si avverte pungente l’idea di un riscatto e di una ricerca mai spenta del senso della vita, da ricercarsi nelle radici della storia dell’uomo.

 

Giovanna Albi

Giovanna Albi nasce a Teramo dove consegue la maturità classica. Si laurea in Lettere Classiche e in Filosofia. Insegna dal 1987 latino e greco e collabora con l’Università degli Studi di PG. Ha seguito un tirocinio psicoanalitico lacaniano di sette anni. Socia del centro Studi Composteliano ha percorso a piedi e per due volte il Cammino francese di Santiago di Compostela; la via Francigena dal Monginevro a Roma, il Cammino di San Francesco da La Verna a Poggio Bustone.
Ha pubblicato nel 2010 Splenderò nell’ombra; nel 2011 L’avventura di Santiago con la Robin edizioni; nel 2012 Odore di bimbo - La storia di Chiara con la Robin Edizioni.
Ha vinto premi letterari con la pubblicazione di racconti.

http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/in_analisi._diario_di_una_ribellion

 

L'uomo che correva vicino al mare

L'uomo che correva vicino al mare
Un uomo corre vicino al mare per sfuggire alla malattia, alle iatture della vita e alla morte.
Il protagonista tenta ogni giorno di perpetuare le sue abitudini anche dopo la morte della moglie, come un pazzo che, crollata la casa, rimane fuori a governare il giardino come se nulla fosse successo.
La sua vita si sgretola pian piano, la sua corsa lo porta dentro i suoi ricordi, mentre la mente si sfoca e si perde nella nebbia di un precoce invecchiamento.
In questa corsa all’indietro ritrova innanzi a sé i dilemmi mai risolti: la perdita della madre quand’era ancora bambino, il ricordo del padre, abbandonato troppo frettolosamente dentro una morte improvvisa e rapida, come uno schiaffo talmente forte da ammazzare persino il dolore.
Una storia d’intima sofferenza, con riflessioni e spunti.
I temi del ricordo, della famiglia e della riflessione sulla vita molto intensi e toccanti si sviluppano attraverso luoghi e momenti diversi, seguendo la trama del romanzo.

pintoCiro Pinto è nato a Napoli nel novembre del 1953, dove tuttora risiede. Ha pubblicato nel settembre del 2012 il suo primo romanzo: Il problema di Ivana, Edizioni Draw Up. Menzione d’onore al Premio Internazionale di Letteratura, 27ma edizione Phintia 2013.
Terzo classificato, sezione editi, al Premio di Letteratura Circe, I edizione. Menzione speciale dell’Asso Artisti Nazionale nell’ambito del Premio Circe.
Ha pubblicato due racconti su Storie brevi de La Feltrinelli nel 2013 e un racconto nell’antologia Crisalide, Edizioni Draw Up, Ottobre 2012, di cui ha curato l’editing ed è stato coordinatore editoriale. È inoltre autore di diverse poesie, tra cui alcune premiate e pubblicate in antologie Artemuse e Circumnavigarte.
L’uomo che correva vicino al mare si è classificato al secondo posto, nella sezione inediti, al Premio di Letteratura Circe, I edizione 2013 (primo classificato dalla Giuria dei lettori).
Vincitore del Premio Nabokov 2014

http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/l-uomo-che-correva-vicino_al_mare

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L'uomo che correva vicino al mare: anche a Rende un successo

l'uomo che correva vicino al mareL’uomo che correva vicino al mare di Ciro Pinto e Trinacrime di Alessandro Vizzino a Rende, presentati dall’Associazione Culturale GueCi, il 21 novembre alle ore 17,00 presso la Sala Giove dell’Hotel San Francesco.




l'uomo che correva a rendeUn pomeriggio interessante e piacevole, e un pubblico vivace e attento hanno accompagnato  la presentazione de L'uomo che correva vicino al mare, inserita nella rassegna letteraria Autori D’Autunno, organizzata e promossa da Anna Laura Cittadino, Presidente dell’Associazione Culturale GueCi.
Anna Laura Cittadino, poetessa e scrittrice, ha condotto la serata in modo magistrale, in virtù della sua bravura, dell’empatia che è riuscita a creare, e della professionalità che  ha contraddistinto l'evento.

In apertura di ciascuna delle due presentazioni sono stati proiettati i relativi book trailer.

La Dott.ssa Anna Canè, della Biblioteca di Cosenza, relatrice per L’uomo che correva vicino al mare, e la Dott.ssa Marcella Vivacqua, scrittrice rendese, relatrice per Trinacrime, hanno illustrato i due romanzi, hanno evidenziato gli aspetti salienti e le specificità di ognuno, manifestando apprezzamenti sul loro valore, e offrendo spunti di riflessione sui temi trattati nei due testi.

Non sono mancati momenti di grande emozione durante la lettura di una selezione  di brani estratti da L'uomo che correva vicino al mare, da parte della bravissima Livia Caputo che ha saputo coinvolgere il pubblico presente.

copertina-uomo-che-correva-sitoAcquista direttamente L'uomo che correva vicino al mare su PSYCHOSTORE.NET

 

http://www.youtube.com/watch?v=DSG46wK-Sqc
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Ciro Pinto presenta L'uomo che correva vicino al mare il 21 novembre a Rende (CS).

uomo-che-correva-rendeIl giorno 21 novembre alle ore 17,00 presso la Sala Giove dell’Hotel San Francesco a Commenda di Rende (CS), CIRO PINTO presenta il suo ultimo libro L'uomo che correva vicino al mare (insieme alla presentazione di Trinacrime di Alessandro Vizzino) - Edizioni Psiconline.


La presentazione è inserita nella  rassegna letteraria Autori D’Autunno organizzata e promossa dall’Associazione Culturale GueCi.




pintoarendeUn uomo corre vicino al mare per sfuggire alla malattia, alle iatture della vita e alla morte.
Il protagonista tenta ogni giorno di perpetuare le sue abitudini anche dopo la morte della moglie, come un pazzo che, crollata la casa, rimane fuori a governare il giardino come se nulla fosse successo.
La sua vita si sgretola pian piano, la sua corsa lo porta dentro i suoi ricordi, mentre la mente si sfoca e si perde nella nebbia di un precoce invecchiamento.
In questa corsa all’indietro ritrova innanzi a sé i dilemmi mai risolti: la perdita della madre quand’era ancora bambino, il ricordo del padre, abbandonato troppo frettolosamente dentro una morte improvvisa e rapida, come uno schiaffo talmente forte da ammazzare persino il dolore.
Tenta di ricostruirsi un futuro, ma l’impresa si presenta più ardua di quanto previsto e sullo sfondo una verità che non vuole accettare.
Una storia d’intima sofferenza, con riflessioni e spunti.
I temi del ricordo, della famiglia e della riflessione sulla vita molto intensi e toccanti si sviluppano attraverso luoghi e momenti diversi, seguendo la trama del romanzo.
La storia termina con la proiezione nel futuro di qualche anno, che dona alla fine una luce di speranza: la possibilità che l’umanità ha di tramandare se stessa rende possibile il perpetuarsi della vita e il superamento della morte.

pinto_a_rendeCIRO PINTO è nato a Napoli nel novembre del 1953, dove tuttora risiede. Ha pubblicato nel settembre del 2012 il suo primo romanzo: Il problema di Ivana, Edizioni Draw Up. Menzione d’onore al Premio Internazionale di Letteratura, 27ma edizione Phintia 2013. Terzo classificato, sezione editi, al Premio di Letteratura Circe, I edizione. Menzione speciale dell’Asso Artisti Nazionale nell’ambito del Premio Circe. Ha pubblicato due racconti su Storie brevi de La Feltrinelli nel 2013 e un racconto nell’antologia Crisalide, Edizioni Draw Up, Ottobre 2012, di cui ha curato l’editing ed è stato coordinatore editoriale. È inoltre autore di diverse poesie, tra cui alcune premiate e pubblicate in antologie Artemuse e Circumnavigarte. L’uomo che correva vicino al mare si è classificato al secondo posto, nella sezione inediti, al Premio di Letteratura Circe, I edizione 2013 (primo classificato dalla Giuria dei lettori).

Interverranno in qualità di relatori e commentatori dei testi la dott.ssa Anna Canè e la scrittrice rendese Maria Marcella Vivacqua.
Le letture dei testi saranno a cura di Livia Caputo.
Modererà l’evento Anna Laura Cittadino, presidente GueCi.
Presenti all’evento entrambi gli Autori.

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Le presentazioni del mese di novembre di Edizioni Psiconline

libripresentazioninovembreEdizioni Psiconline è lieta di comunicare le date delle prossime presentazioni.
Un autunno ricco di eventi per la nostra casa editrice e soprattutto per i nostri affezionati lettori che, come sempre accade, non rinunceranno a questa imperdibile occasione e parteciperanno numerosi con l'interesse, la grinta, l'ammirazione per i loro autori preferiti, che da sempre li contraddistingue.


Una occasione per  acquistare i libri per chi non li avesse già e chiedere una firma sulla propria copia.



Ecco le date previste per il mese di novembre:


 

albiateramo15 novembre ore 10,00 GIOVANNA ALBI presenta In analisi. Storia di una ribellione  nella sala San Carlo del Museo Civico di Teramo  alla presenza degli studenti del Liceo Classico di Teramo.
Relatori: Prof. Elso Simone Serpentini - Prof.ssa Maria Cristina Marroni.
L'attrice Diana Iaconetti leggerà alcuni brani del libro.

 

oltrelestellecassino218 novembre ore 17,00 RACHELE MAGRO presenta Oltre le stelle. Vissuti ed emozioni di famiglie militari italiane presso la Biblioteca "Pietro Malatesta", Via del Carmine - Cassino

 

 

 

 

pintoarende21 novembre ore 17,00 CIRO PINTO presenta L'uomo che correva vicino al mare (insieme alla presentazione di Trinacrime di Alessandro Vizzino) presso l'Hotel San Francesco a Rende (CS) .

La presentazione è organizzata dall'Associazione Culturale GueCi.
Interverranno Anna Cané (Bibliotecaria) e Marcella Acquaviva (Scrittrice).
Coordina Anna Laura Cittadino (presidente Associazione Culturale GueCi)
Livia Caputo leggerà alcuni brani.

 

LOCANDINA_PESCARA

22 novembre 0re 18,00 VIRGINIA MALONI presenta Patologia della coppia. Relazioni e dintorni nell'ambito della Mostra Convegno Mai più... una. Ovvero non più violenza sulla donna presso la Sala Polifunzionale della Provincia di Teramo Via Comi, 11

26 novembre ore 18,00 presso la Libreria Feltrinelli Via Milano (ang. Via Trento) - Pescara.
Relatore Dott. Massimiliano Piscitelli (Psichiatra)

 

mariano-taviano 29 novembre ore 19,00 MARIA FRANCESCA MARIANO presenta Nel nome di Dio. Un giudice penale e un sacerdote mago, presso la sede dell'Associazione V. Bachelet di Taviano (Lecce) che organizza l'evento.
Relatori: Dott. Roberto Tanisi (Magistrato) e Don Angelo Corvo.
Marco Romano leggerà alcuni brani tratti dal libro.
Interverrà Cristina Verri maestra di danza orientale.

 

locandina mosca napoli

30 novembre ore 17,30 STEFANO MOSCA presenta Le ali di Christina (insieme alla presentazione del libro Dove cedono le stelle di C.S. Campolattano) alla Mostra d'Oltremare Napoli presso la libreria Libri Liberi in Movimento
Relatore:  Anna Lerro (Psicologa/Psicoterapeuta)
Angela Feola (Insegnante)
Edoardo Integlia leggerà alcuni brani dei libri presentati

Vi aspettiamo numerosissimi!
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Ciro Pinto alla Libreria Feltrinelli di Pescara

locandina presentazione L'uomo che correva pescaraSabato 20 settembre ha avuto luogo la presentazione dell'ultimo lavoro di Ciro Pinto "L'uomo che correva vicino al mare", nella bellissima ed accogliente Sala "Ennio Flaiano" al secondo piano della Libreria Feltrinelli in Via Milano a Pescara.


 



presentazione ciro pinto pescaraIl pubblico è intervenuto numeroso riempiendo la sala e accogliendo con vivace interesse l’Autore ed Edizioni Psiconline presenziata per l’occasione dal Prof. Luigi Di Giuseppe Direttore della Casa Editrice.
Dopo ad aver presentato l'autore e ringraziato i convenuti, il Prof. Di Giuseppe si è soffermato sulle straordinarie qualità di Ciro Pinto che con L’uomo che correva vicino al mare si è classificato al secondo posto, nella sezione inediti, al Premio di Letteratura Circe, I edizione 2013 (primo classificato dalla Giuria dei lettori).

L'autore, in effetti, ha dato prova di essere un uomo dalle molteplici doti, non
solo letterarie ma soprattutto umane, caratteristiche che si colgono già dalle prime
pagine del suo romanzo.

ciro-pinto-pescara-20-9-2014 (13)L'uomo che correva vicino al mare è stato accolto favorevolmente, così come
avvenuto per il suo precedente lavoro Il problema di Ivana, Edizioni Draw Up (Menzione d’onore al Premio Internazionale di Letteratura, 27ma edizione Phintia 2013. Terzo classificato, sezione editi, al Premio di Letteratura Circe, I edizione. Menzione speciale dell’Asso Artisti Nazionale nell’ambito del Premio Circe), sia dalla critica che dal pubblico, che durante la presentazione si è reso partecipe con domande che dimostravano un vivace interesse per il romanzo e anche per l'autore, che in effetti, non ha deluso le aspettative e ha risposto dimostrando molto entusiasmo.

Le domande hanno toccato i temi più cari all'autore: il dolore del vivere, l’ineluttabilità della sofferenza e della morte, la speranza che si fa strada, anche se a fatica, nella vitalità dei personaggi che non si danno per vinti, nonostante tutto, temi che si fondono e percorrono la trama del romanzo portando il lettore a riflettere sul significato della vita e sui sentimenti che la animano facendo risultare la lettura sempre scorrevole e mai pesante.

firmacopie presentazione ciro pinto pescaraDopo i saluti molti dei presenti si sono
intrattenuti con l'autore che con la spontaneità, la simpatia e la disponibilità che lo caratterizzano si è dedicato alla firma delle copie.

 

Guarda la videoclip di presentazione del libro

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=DSG46wK-Sqc?feature=player_detailpage&w=640&h=360]
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L'uomo che correva vicino al mare di Ciro Pinto - Intervista all'autore

Edizioni Psiconline, ha intervistato Ciro Pinto autore del romanzo "L'uomo che correva vicino al mare" nella collana A Tu per Tu (256 pagine € 18,00).
Dal 20 marzo in libreria e on-line.


[caption id="attachment_2769" align="alignleft" width="240"]Ciro-Pinto-2-1024x768 Ciro Pinto

Da poco in libreria e già se ne parla. In molti lo aspettavano. Molti lo hanno richiesto diverse settimane prima della sua uscita.
Noi di Edizioni Psiconline non potevamo non rispondere alle richieste dei lettori, ci siamo affrettati ad intervistare il nostro simpatico autore per farlo conoscere meglio.
Ciro Pinto è stato davvero entusiasta del nostro invito e come potevamo deludere la sua richiesta di fare l'intervista vicino al mare?



Il nostro Mare Adriatico, che accompagna il personaggio nell'intero romanzo.
Una piccola introduzione del libro è dovuta per comprendere le domande che rivolgeremo all'autore.
Un uomo corre vicino al mare per sfuggire alla malattia, alle iatture della vita e alla morte.
La sua vita si sgretola pian piano, la sua corsa lo porta dentro i suoi ricordi, mentre la mente si sfoca e si perde nella nebbia di un precoce invecchiamento.
In questa corsa all’indietro ritrova innanzi a sé i dilemmi mai risolti: la perdita della madre quand’era ancora bambino, il ricordo del padre, abbandonato troppo frettolosamente dentro una morte improvvisa e rapida, come uno schiaffo talmente forte da ammazzare persino il dolore.1237376_10201481940002677_306385397_o
Tenta di ricostruirsi un futuro, ma l’impresa si presenta più ardua di quanto previsto e sullo sfondo una verità che non vuole accettare.
Una storia d’intima sofferenza, con riflessioni e spunti.
I temi del ricordo, della famiglia e della riflessione sulla vita molto intensi e toccanti si sviluppano attraverso luoghi e momenti diversi, seguendo la trama del romanzo.
La storia termina con la proiezione nel futuro di qualche anno, che dona alla fine una luce di speranza: la possibilità che l’umanità ha di tramandare se stessa rende possibile il perpetuarsi della vita e il superamento della morte.


Ciro Pinto è nato a Napoli nel novembre del 1953, dove tuttora risiede. Ha lavorato sempre nel settore bancario e finanziario, dove ha svolto ruoli dirigenziali e di responsabilità nazionali. Ha girato l’Italia e ha vissuto diversi anni a Firenze. Lasciato il lavoro e ritornato a Napoli, oggi si può dedicare alla passione che coltiva da sempre, scrivere. Ha pubblicato nel settembre del 2012 il suo primo romanzo: Il problema di Ivana, Edizioni Draw Up. Menzione d’onore al Premio Internazionale di Letteratura, 27ma edizione Phintia 2013. Terzo classificato, sezione editi, al Premio di Letteratura Circe, I edizione. Menzione speciale dell’Asso Artisti Nazionale nell’ambito del Premio Circe. Ha pubblicato due racconti su Storie brevi de La Feltrinelli nel 2013 e un racconto nell’antologia Crisalide, Edizioni Draw Up, Ottobre 2012, di cui ha curato l’editing ed è stato coordinatore editoriale. È inoltre autore di diverse poesie, tra cui alcune premiate e pubblicate in antologie Artemuse e Circumnavigarte.


L’uomo che correva vicino al mare si è classificato al secondo posto, nella sezione inediti, al Premio di Letteratura Circe, I edizione 2013 (primo classificato dalla Giuria dei lettori).




[caption id="attachment_2773" align="alignleft" width="140"]L'uomo che correva vicino al mare L'uomo che correva vicino al mare

Incontriamo quindi Ciro Pinto comodamente seduti sulla veranda di uno stabilimento balneare, in questa stupenda giornata di primavera. Abbiamo ordinato un gelato con tanta panna e poi un caffè, decidiamo però di proseguire la nostra conversazione passeggiando sulla spiaggia sotto il sole di marzo, ma la temperatura è davvero superiore alle medie stagionali, quasi viene voglia di tuffarsi...


D. Ringraziamo innanzitutto Ciro Pinto, perché nonostante i suoi molteplici impegni, (stanno per iniziare le presentazioni del suo romanzo in varie librerie un po' in tutta Italia), ha accettato il nostro invito. Come nasce l’idea del suo romanzo?
R. Beh, devo dire che ho scritto L’uomo che correva vicino al mare nella primavera del 2012, pochi mesi dopo aver terminato Il problema di Ivana, la mia prima opera.
Era giusto un anno che avevo lasciato il lavoro per un’opportunità di pre-pensionamento, e il mio tempo, improvvisamente libero, era stato conquistato dalla passione per la scrittura. Mi pareva di essere ringiovanito fino al punto di sentirmi un ragazzo, una sensazione davvero piacevole. Proprio per questo mi hanno colto tutte le paure che possono assalire un uomo di cinquantotto anni che vede avvicinarsi il declino. Allora ho scritto questo romanzo per esorcizzarle.


D. Il dolore del vivere, l’ineluttabilità della sofferenza e della morte, percorrono tutta la trama, ma la speranza si fa strada, anche se a fatica, nella vitalità dei personaggi che non si danno per vinti, nonostante tutto. Qual è il messaggio che vuole lasciare?
R. Non amo lanciare messaggi, anzi diffido di chi lo fa. Abbiamo già tanti falsi profeti e venditori di felicità effimere. Sono fondamentalmente un romanziere, mi piace costruire storie partendo dalla vita reale, dal quotidiano. Poi, se dalla mia narrativa si possono cogliere spunti e riflessioni ne sono felice. Sì, nonostante le tante ombre che aleggiano nella loro vita, i protagonisti della mia storia sono ricchi di vitalità. A sostenerla è proprio la speranza.
Io penso che la speranza sia l’unico patrimonio inestinguibile che esista al mondo. Ed è un bene libero da leggi di mercato: è a disposizione di tutti. Il peccato più grave sta nel non riuscire a tenere accesa questa fiammella che può farci superare ogni difficoltà o quantomeno accettarla.


D. Che cosa dà quella spinta vitale ai suoi personaggi, dove trovano il coraggio per andare avanti?
R. Nel rispetto di se stessi e nella consapevolezza della propria identità. Nel patrimonio di esperienze, di legami che arricchiscono la nostra vita si possono trovare le ragioni per andare avanti.
I miei personaggi lottano per qualcosa che dia un senso ai loro giorni. Io credo fermamente che ognuno, nei vari periodi della sua vita, debba avere una mission, che può mutare nel tempo a seconda delle diverse circostanze e delle peculiarità di ogni individuo, ma che risponde sempre a quella visione dell’esistenza che ciascuno di noi porta dentro.
Però è solo nella condivisione e nel mutuo soccorso con gli altri che ci circondano che si può trovare la forza di cercare sempre un’altra chance.


D. Il tema del mare accompagna tutto il suo romanzo. Di certo la scelta non è casuale. Che cosa rappresenta, cosa vuole significare? C’è qualcosa di autobiografico in questa scelta?
R. Come diceva Pascoli: Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni. Il cielo e il mare sono altro dalla terra, che ci è più familiare, siccome la calchiamo tutti i giorni. Ma, rispetto al cielo, il mare ci è più vicino: possiamo immergerci, sostare dinanzi a lui, o corrergli accanto. Per me il mare è catarsi, rigenerazione, ricerca interiore; non a caso nel romanzo, proprio all’inizio, si cita il gabbiano Jonathan.
Ma è anche l’elemento più vicino alla nostra natura biologica, non dimentichiamo che il nostro corpo è composto in media per il 60% di acqua.
Sicuramente di autobiografico c’è il mio amore immenso per il mare. Sono nato e ho vissuto buona parte della mia vita in una città che ad esso è indissolubilmente legata. Di sicuro le mie origini napoletane mi hanno sempre fatto sentire il mare come un ingrediente irrinunciabile della mia vita.
Spesso sulla mia barca non resisto alla tentazione di spegnere i motori e tuffarmi al largo, con gli occhi aperti. L’azzurro profondo che ti si para davanti non ha eguali. Un’esperienza imperdibile.


D. A volte i dialoghi in italiano sono intercalati a quelli in napoletano, lei è molto legato alla sua città di origine? Quale è il merito della sua città nella sua formazione artistica di scrittore?
R. Beh, come dicevo prima, sono sicuramente molto legato alla mia città, anche se ho con lei un rapporto conflittuale. In pratica la amo per la ricchezza di emozioni che offre, per la varietà delle sue voci. Napoli è per sua stessa natura una fucina inesauribile di creatività, di idee, di suggestioni.
La odio per la sua irritante abulia, per l’imperante vittimismo e per l’incapacità, o meglio, la non-volontà a risolvere i suoi atavici problemi.
Ad ogni modo, sento di non poterne fare a meno. Probabilmente porto nella mia genetica il suo marchio, come del resto ognuno porta dentro di sé la sua città.
Di Napoli forse esprimo la visceralità, i sentimenti, e forse la drammaticità.
Posso solo aggiungere che se si eccettuano pochissime poesie in vernacolo e un racconto, ancora inediti, e ovviamente gli sprazzi di vita napoletana di Giorgio, il protagonista del romanzo, non ho mai scritto, né ambientato storie nella mia città. Per me scrivere di Napoli è sempre molto difficile, si rischia di cadere in luoghi comuni e stereotipi. È troppo pregna di creatività, in ogni gesto, in ogni allocuzione del suo popolo.
Scriverne è un’impresa ardua. Ci sto provando col mio quinto romanzo, sto cercando di vederla con gli occhi di Goethe. 1441454_363217017158043_709500147_n


D. "Correre era il suo talismano mattutino, la sua risposta a tutte le angosce della vita, ogni falcata gli ridava fiducia. Al diavolo la malattia, la vecchiaia e la morte, lui era più forte di tutto". C’è un po’ di Ciro Pinto in Giorgio?
R. Tanto. Come ogni partenopeo ricorro spesso ad amuleti e ho le mie ritualità per scongiurare la sfiga, e poi amo l’attività fisica. Mi scarica, mi rilassa e mi fa sentire vivo, e qualche volta, non mi vergogno a dirlo, invincibile. Il benessere che procura, quella stanchezza salubre che ti prende dopo una fatica, sono portatori di ottimismo.
Di Giorgio ho anche la sua fissa di programmare la vita, il voler dominare e controllare ogni cosa, anche gli eventi che lo sovrastano. Mi appartengono pure la sua sensibilità e la sua tenacia.


D. Colpisce molto il legame del personaggio Giorgio Perna con la moglie Eva. Un amore che sopravvive alla morte, che sconfigge la morte. Eva rimane una presenza costante nella vita di Giorgio, come se fosse ancora in vita. Ho trovato pagine molto toccanti e commoventi, i lettori concorderanno con me.
Il tema dell’amore e del dolore per la madre prematuramente scomparsa, poi per il padre, per la moglie, per la malattia del nipote è una presenza costante. Perché nel romanzo si
associano amore e dolore? È un voler esorcizzare il dolore per la perdita o la sofferenza delle persone amate?
R. Beh, senza arrivare alla visione tragica dei nostri padri greci, ritengo però che la nostra vita sia sempre intrisa di bene e male, di gioia e di dolore. Del resto tutti i grandi temi dell’esistenza si intrecciano, sono l’uno l’altra faccia dell’altro. Nel romanzo l’amore e il dolore sono strettamente correlati perché è il tema della perdita, dell’abbandono inteso nel modo più lato, che segna le pagine del libro. Ed è proprio a una certa età che il processo naturale della vita che porta alla sua fine diventa improvvisamente reale, e prossimo. Come dicevo all’inizio, è stata proprio l’inattesa consapevolezza del declino a indurmi a scrivere la storia di Giorgio, come un outing che mi liberasse da tutte le paure.


D. Qual è il senso dell'esistenza di Giorgio, e degli altri personaggi e più in generale quale il senso del passaggio, del fugace passaggio dell’uomo su questa terra?
R. Questa è una macro domanda, di portata così universale, che è davvero difficile rispondere in poche parole. Per me, che non ho il dono della fede o, almeno, non l’ho ancora trovato, rispondere è ancora più difficile.
Parliamoci chiaro, l’uomo ha un destino davvero beffardo: è strutturato biologicamente per un tempo limitato di vita, eppure pensa, prova emozioni e sentimenti che non hanno confini temporali. Non credo nell’aldilà, credo nell’Umanità. Penso che la grande forza dell’Umanità risieda nella sua capacità di tramandarsi. Come dice David Grossman nel suo bellissimo libro: Che tu sia per me il coltello, gli antichi saggi ebrei credevano che esistesse in ogni organismo umano un ossicino, chiamato luz, indistruttibile e che ci sopravvivrà. Ecco, credo nella testimonianza, nella memoria!
Penso che ognuno di noi possa tramandare la sua umanità, attraverso un figlio, attraverso il ricordo che vive in chi gli sopravvive, attraverso tutto ciò che riesce a fare in vita. È questa davvero l’unica arma che abbiamo contro la morte.


D. Ora che il romanzo è concluso ed è in libreria, è soddisfatto del suo lavoro? C’è qualcosa che cambierebbe?
R. Sì, grazie a Edizioni Psiconline, che ha creduto in questo progetto editoriale, questa mia seconda creatura ha visto la luce. Provo una grande soddisfazione ma anche tanta apprensione, come ogni genitore che osserva i primi momenti di vita del proprio figlio.
No, non cambierei nulla, e non certo per presunzione. Penso che un romanzo, una volta terminato, a parte le rivisitazioni di revisione e di editing, non sia più manipolabile, perché è la testimonianza di suggestioni e di riflessioni, in parole povere è il frutto di una creatività, dei momenti che lo hanno generato. Penso che da subito il libro diventi un mondo a sé, altro dal suo autore; appartiene ad ognuno di noi, che lo legge e lo vive secondo le sue personalissime percezioni.


D. Quali parole userebbe per invogliare il lettore a leggere il suo romanzo. A chi si rivolge in particolare?
R. Sarei tentato di dire: Accattatevillo! come la grande Sofia Loren invitava a fare in una pubblicità di qualche anno fa.
Scherzo…
Penso che sia un romanzo che possa far vivere emozioni e far riflettere. Farci staccare solo un po’ dalla nostra corsa forsennata verso chissà che, farci restare un po’ a pensare a tutto quello che va oltre le nostre beghe quotidiane.
È una storia per tutti, per gli adulti, ma anche per i giovani.
I temi della famiglia, dell’invecchiamento, della malattia, ma anche dell’amore, dell’abnegazione, della lotta, sono temi universali che non hanno età e non la chiedono a chi li affronta.


Si potrebbe continuare per ore a conversare con Ciro Pinto, purtroppo il tempo a nostra disposizione è troppo breve, quindi dobbiamo concludere augurandoci di poterlo incontrare  di nuovo tra pochissimo tempo.


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