
IL TITOLO. Perché questo libro? "L'idea", risponde l'autrice, "è stata quella di voler guardare in una nuova ottica a relazioni e rapporti d'amore in tutte le forme, da coppia a famiglia e altre dimensioni. Con uno sguardo inedito che vede la relazione come opportunità. Il rapporto affettivo, allora, avrà vita e durata fisiologica, solo se si parte con l'idea che punta a realizzare un progetto insieme per un'opportunità condivisibile ma al tempo stesso singolarmente efficace. Non importa il tempo che durerà ma cosa riusciamo a costruire ". Così anche la fine di un rapporto o gli eventuali fallimenti periodici, avranno una forza rivitalizzante senza pari, che nel libro emerge di netto.
IL CONTESTO. Un libro di 120 pagine può aiutare a cambiare davvero? "Per lo meno

LA FAMIGLIA. La cellula sociale per eccellenza nel libro della Mariotto acquista aggettivi che incuriosiscono. La famiglia, oltre che biologica, diventa anche di elezione e di azienda. Che signfica? "Sono tutte quelle relazioni che in qualche modo creiamo nella nostra vita a prescindere dai legami familiari", risponde Mariotto, "di elezione o di azienda, diventa intuitivo capire a cosa mi riferisco. Capita spesso di dire "sto a lavoro più che in famiglia". Viene naturale allora pensare che in fondo anche qui, o con gli amici, si instaura una relazione affettiva che va oltre. Un gruppo di persone o colleghi che condividono un obiettivo comune in maniera positiva e costruttiva, anche se si tratta di casi non diffusi come dovrebbero nella società individualistica contemporanea, finiscono col creare un luogo degli affetti in grado di creare calore e soddisfazione pari a quello familiare". Tutto perchè nelle relazioni affettive l'IO non affondi ma emerga.
IL TRADIMENTO. Nel testo emergono i vizi delle relazioni affettive. Tra queste il tradimento che diventa paradossalmente anche il modo per acquisire fiducia in se stessi e negli altri. Come? "Di fronte alle attese tradite, alla presenza negata, all'amore abbandonato", risponde Cecilia Mariotto, "ci sono due strade sostanziali che il soggetto può scegliere. Una è quella di non avere più fiducia negli altri e l'altra di elaborare la ferita per rivalutarla. Io suggerisco la seconda strada anche perché con la prima si finirebbe col perdere la fiducia in se stessi nella capacità di amare, che poi è il motore primo dell'esistenza di tutti noi. Se di fronte al tradimento reagiamo entrando a fondo nel risultato della ferita emotiva e sullo scudo protettivo che abbiamo creato per sottrarci a nuove sofferenze analoghe, riusciremo non sono ad aiutare noi stessi ma anche gli altri. Nel libro con diversi esercizi e mappe dialogiche ho voluto offrire strumenti per iniziare questo cammino".
Ufficio Stampa Edizioni Psiconline.
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