L'autrice infatti per potersi rivolgere ad un pubblico ampio ha scelto di scrivere un romanzo, nello specifico un romanzo di avventura, un thriller, perché il suo movente primario era quello di divulgare e quindi far arrivare ad un pubblico vasto argomenti piuttosto complessi, cioè i rischi per la salute derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici e i conflitti di interessi tra chi è chiamato a giudicare la pericolosità di tale esposizione e le multinazionali del settore delle telecomunicazioni che spesso finanziano e condizionano gli studi.
Si è parlato del delicato equilibrio tra realtà e finzione, della distinzione tra realtà e finzione. La realtà è che ci sono rischi legati all'utilizzo giornaliero del cellulare che però viene recepito come uno strumento utile anzi indispensabile, uno strumento che ci rende particolarmente efficienti, ancor più pericolosa inoltre è l'esposizione "inevitabile" alle antenne.
La realtà è anche che esiste un meccanismo "malato" che porta a far sì che scienziati legati all'industria arrivino a influenzare le decisioni di organizzazioni sovranazionali come l'OMS, e di conseguenza l'opinione pubblica. Sono queste le caratteristiche, le realtà che hanno portato al concepimento del libro dove l'autrice immagina che una ricercatrice dell'Istituto Superiore di Sanità, venga incaricata dal Tribunale di Roma ad esprimersi sulle conseguenze dell'esposizione alle antenne di cittadini residenti in una zona di Roma, che sono interessati da varie e spesso gravi patologie. Riuscirà a condurre al sua ricerca in modo indipendente anche rischiando l'isolamento nel mondo scientifico o si piegherà ai condizionamenti dell'industria e del suo stesso Istituto?
Per riuscire a conoscere ancora meglio La città bianca abbiamo intervistato Francesca Romana Orlando, al termine della interessantissima presentazione che si è svolta con l'ausilio di slide e che si è concentrata sull'esposizione di studi passati e in corso sulla materia e sugli ostacoli posti alla ricerca indipendente dall'industria delle telecomunicazioni. Successivamente anche all'acceso dibattito che ne è seguito.
Quando ha ideato questo thriller e cosa l'ha ispirata?
Ho iniziato a lavorare a questo thriller nei primi mesi del 2011 quando ho letto la monografia della Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici sui cosiddetti "effetti non termici" dei campi elettromagnetici e mi sono resa conto che il cittadino comune non sa di essere circondato 24 ore su 24 da un inquinamento invisibile, impercettibile ma estremamente dannoso, dovuto all'uso dei dispositivi a radiofrequenza, come il cellulare.
Quello che mi interessava di più era proprio l’aspetto dell'esposizione passiva alle antenne che siamo tutti costretti a subire in strada, ma soprattutto coloro che vi abitano vicino. Conosco personalmente, infatti, diverse realtà in cui si osserva un aumento preoccupante di patologie in coloro che vivono nei palazzi intorno a queste installazioni e ci sono forti sospetti che l'attuale legge che limita i campi elettromagnetici non sia sufficiente a tutelare la salute della popolazione.
Già nel 2009 il Tribunale della Corte d'Appello di Brescia ha riconosciuto il nesso causale tra l'uso del cellulare e l'insorgenza di tumore cerebrale e mi sono chiesta se fosse possibile dimostrare in un aula di tribunale anche il nesso causale tra le antenne e le patologie osservate in chi vi abita vicino.
Ho immaginato il travaglio che si troverebbe a vivere una biologa dell'Istituto Superiore di Sanità chiamata dal giudice a decidere in merito a questa situazione e ne ho concluso che sarebbe divisa tra la spinta della coscienza di chi ragiona in modo autonomo e il dovere di appartenenza alla propria istituzione, l'ISS appunto che ha un posizione rassicurante in merito agli attuali limiti di legge.
Quando ha incominciato ad interessarsi a questo argomento (rischi per la salute derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici)?
Alla fine degli anni '90, quando stava esplodendo Internet nel nostro Paese, lavoravo per diverse riviste che trattavano dello sviluppo della Rete e mi sono trovata spesso a descrivere le potenzialità del Wi-Fi e dei cellulari, ma con qualche perplessità. Avevo l'impressione, infatti, che si stessero promuovendo delle tecnologie che emettevano- radiofrequenza con eccessiva leggerezza.
A quindici anni di distanza, nonostante ogni giorno aumentino le evidenze scientifiche dei rischi per la salute legati all'esposizione a campi elettromagnetici, la nostra società sta adottando delle scelte "folli" come lo sviluppo delle reti Wi-Fi nelle scuole o la diffusione di nuove reti per la telefonia mobile che comportano un'esposizione pressoché pervasiva di radiofrequenza e microonde.
La consapevolezza di quanto siano gravi i rischi per la nostra salute, ma anche per la flora e la fauna in natura, mi ha spinto ad approfondire questo tema e a divulgarlo. Ho ritenuto che il romanzo fosse il modo migliore per descrivere tutti gli attori che sono coinvolti nel problema: dai ricercatori, all'industria, agli esperti di pubbliche relazioni e ai mass media.
Quanto c'è di reale nel suo libro e quanto invece è frutto di fantasia?
Il libro prende spunto da fatti reali e li sviluppa attraverso una narrazione di finzione. Innanzitutto, è reale la diatriba che divide gli scienziati riguardo gli effetti biologici dei campi elettromagnetici: alcuni ritengono che ci si debba preoccupare solo degli effetti termici, ovvero del riscaldamento prodotto dalle radiazioni; altri credono invece che ci sono effetti biologici anche per esposizioni bassissime che non possono causare alcun riscaldamento. Curiosamente a sostenere quest'ultima tesi sono soprattutto scienziati indipendenti che non hanno legami con l'industria delle telecomunicazioni.
Il romanzo trae ispirazione da questa realtà per descrivere la crisi personale di una scienziata di un'importante istituzione governativa, l'Istituto Superiore di Sanità, che deve decidere con quale gruppo schierarsi, avendo la consapevolezza che la propria scelta rischia di metterla in una condizione di isolamento rispetto alla propria classe di appartenenza.
Un altro fatto reale è la classificazione della radiofrequenza come possibile cancerogeno per l'Uomo nel maggio 2011 da parte dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Avevo iniziato a scrivere "La città bianca" diversi mesi prima di questo evento, immaginando che un'eventuale ammissione del rischio per la salute umana avrebbe causato una reazione delle pubbliche relazioni promosse dall'industria. Così è stato: anche sulla stampa italiana si sono letti articoli di giornale piuttosto curiosi che adottavano tecniche di comunicazione molto precise per sminuire l'importanza della notizia. Ecco perché il romanzo sottolinea la silenziosa alleanza tra industria delle telecomunicazioni e industria dei media e delle pubbliche relazioni - per cui il mondo dei cellulari è una fonte di reddito sostanziale.
È solo un problema di tempo. Di inquinamento chimico si parla almeno dalla fine degli anni '70 e, ciononostante, la nostra capacità come società di contenere i danni e di prevenirli è appena agli albori. Il fatto che se ne parli, tra l'altro, non significa che siamo in grado di gestire questi problemi. Anzi.
Nel caso dei campi elettromagnetici l'opinione pubblica è completamente disinformata perché le tecnologie a radiofrequenza si sviluppano commercialmente senza che vi siano sufficienti ricerche che ne provino l'innocuità. Praticamente vengono immessi sul mercato dispositivi wireless lasciando che siano gli utenti a fare da cavie inconsapevoli.
L'aspetto più drammatico è che le fonti di esposizione a radiofrequenza stanno diventando talmente ubiquitarie (nelle scuole, negli uffici, a casa, nei bar, nelle biblioteche, nelle piazze, nelle case con i rilevatori a distanza dei consumi di gas, luce, riscaldamento, ecc.) che da qui a pochi anni sarà impossibile trovare persone non esposte a radiofrequenza e questo comporterà una notevole limitazione per gli studi epidemiologici che, per funzionare, devono confrontare gruppi di popolazione esposta e non esposta.
Esattamente come è avvenuto per l'amianto o per altri inquinanti, è la popolazione a sperimentare sulla propria pelle gli effetti nocivi dell'esposizione e la politica assume con troppo ritardo le evidenze che derivano dal mondo scientifico, anche a causa di scienziati corrotti che producono ricerche apposta per minimizzare le prove del rischio.
Credo che ogni scrittore metta nei propri personaggi una parte di sé e della propria esperienza. Con il personaggio principale, Cassandra, condivido lo spirito di indipendenza che si esprime non solo nel modo critico di affrontare la conoscenza, cercando sempre di comprendere il contesto e le fonti delle informazioni, ma anche nell'affettività e nelle relazioni, con il rifiuto di modelli stereotipati in favore di una ricerca più profonda di contatto e di relazione con gli altri.
Ho voluto tratteggiare il personaggio di Cassandra come un'eroina che si trova di fronte ad una scelta da cui dipende non solo la propria carriera, ma anche la propria identità. Moltissime volte non ci si rende conto che si prendono decisioni per rispondere al proprio gruppo di appartenenza, come la propria famiglia o i propri colleghi. È raro che ci si prenda l'onere di ragionare in modo autonomo e di pagare le conseguenze di un eventuale isolamento relazionale in onore di un valore più alto, come la verità e la libertà.
Cassandra, inoltre, è anche il nome di una figura della mitologia greca. Era sacerdotessa nel tempio di Apollo da cui ebbe la facoltà della preveggenza. Bellissima, profetizzava sventure e non veniva ascoltata. Accade anche quando il cavallo di legno fu introdotto a Troia e lei rivelò ai suoi concittadini che al suo interno vi erano dei soldati greci. Nessuno le credette e sappiamo quale fu il destino della città. Non vorrei proprio che l'allarme lanciato dalla Cassandra del mio romanzo rimanesse allo stesso modo inascoltato.
Il suo libro è frutto della fantasia anche se gli studi che lei cita
sono reali, una vicenda come quella narrata potrebbe verificarsi anche nella realtà? Quando la ricerca scientifica "danneggia" gli interessi delle grandi multinazionali cosa accade realmente? Quali tutele ha il
cittadino comune che non ha conoscenza della realtà dei fatti?
Dimostrare che le multinazionali si organizzano per uccidere gli scienziati scomodi o per finanziare degli studi scientifici manipolati per ridurre la percezione del rischio ambientale è davvero molto difficile. Il lavoro dell'ex procuratore del Tribunale di Venezia Felice Casson è emblematico. Nel corso delle sue indagini sugli operai del polo petrolchimico di Marghera che si ammalavano di tumore, scoprì che le Sette Sorelle, ovvero le sette maggiori compagnie petrolifere, si erano messe d'accordo per occultare per decenni le prove dei rischi derivanti dall’esposizione occupazionale a cloruro di vinile monomero (CVM).
Sin dalla fine degli anni ’50, infatti, i dirigenti delle principali multinazionali del settore erano consapevoli che i livelli stabiliti per l’esposizione occupazione al CVM erano di gran lunga superiori a quelli che producevano significativi danni alla salute. Le multinazionali si mandavano missive “confidenziali” per avvisarsi a vicenda, senza intraprendere, però, alcuna azione per rimediare al problema. Nella finzione ho ipotizzato che potesse avvenire qualcosa del genere anche in merito alla negazione dei rischi per la salute derivanti dall'esposizione a radiofrequenza.
Credo che anche solo immaginare questa ipotesi ci aiuti tutti ad essere più vigili.
D'altra parte, dobbiamo imparare anche a riconoscere e a sostenere chi si batte affinché emerga la verità, anche pagando in prima persona, come spesso avviene. Nel caso dei campi elettromagnetici questo sostegno va dato agli scienziati della Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici (ICEMS), a cui il libro è dedicato con profonda stima e ammirazione.
Il suo romanzo si conclude con una speranza e cioè che esista davvero una alternativa valida all'utilizzo dei campi elettromagnetici e cioè la comunicazione fotonica. Esiste davvero una alternativa alle onde radio?
Edizioni Psiconline nasce come Casa Editrice specializzata in psicologia, psicoterapia e scienze umane, direttamente dalla esperienza di Psiconline.it, psicologia e psicologi in rete, e dalla sua mission di diffondere on&off line una corretta cultura psicologica.