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Redazione

Intervista a Najaa autrice di Ti amo anima mia. Una storia di violenza - Ed. Psiconline

Da pochi giorni è in libreria un nuovo volume della collana A Tu per Tu di Edizioni Psiconline dal titolo Ti amo anima mia. Una storia di violenza, di Najaa. Abbiamo intervistato l'autrice per farla conoscere meglio ai nostri lettori.




Ti amo anima miaIl romanzo autobiografico, è la storia di un amore finito male, di un amore malato quello di Najaa  e Sajmir.
L'autrice preferisce mantenere l'anonimato e ricorrere ad uno pseudonimo per tutelare la sua privacy perché vittima purtroppo di violenze e persecuzioni da parte del suo ex marito.
È un romanzo che suscita sentimenti molto forti: indignazione, rabbia, sconcerto, paura, tuttavia si avverte che le malvagità e violenze subite sono state rielaborate e metabolizzate, sicuramente con un duro e difficile lavoro che l'autrice ha compiuto su se stessa, tanto da raccontarle con estrema lucidità.
Non mancano pagine di vera e propria poesia, laddove Najaa ci regala i suoi sentimenti più intimi e profondi, l'incontro con Sajmir, la sua avvenenza, la scoperta reciproca e l'amore fisico, pagine d'amore che stridono con il prosieguo del racconto, con gli avvenimenti successivi, con le violenze psicologiche e fisiche subite.

Un libro che cattura il lettore e che sicuramente farà parlare di sé, perché ci obbliga a non chiudere gli occhi di fronte a fenomeni di violenza, di cui purtroppo le pagine di cronaca ci danno notizia quasi quotidianamente.

Siamo lieti di pubblicare l'intervista che Najaa ci ha rilasciato, sperando di rispondere, in parte, alle curiosità dei lettori.

 

logo edizioni miniTi ringraziamo innanzitutto della tua disponibilità.Il libro è autobiografico, molto intenso e coinvolgente, mantenendo ovviamente, l'anonimato, vorremmo conoscere le ragioni che ti hanno spinta a raccontare le tue vicende personali, la tua storia.Come sei riuscita a superare la naturale ritrosia che ciascuno ha a raccontare la sua sofferenza?

Intervista a NajaaProbabilmente ognuno ha una propria reazione verso la sofferenza e un conseguente modo di rapportarsi con essa, per cercare di abbatterla.
Per me è stato naturale, se non d'obbligo, parlarne, scriverne. Ho sentito il bisogno assoluto di non tacere, perché non volevo innanzitutto coprire l'uomo che non meritava il silenzio del suo modo di essere e di agire, dopo tutto quello che mi aveva fatto, inoltre scrivere della mia sofferenza mi ha davvero aiutata ad esorcizzarla. Ero persa, totalmente sola con i miei mostri e i miei sbagli. Mi sentivo a terra, avvolta da un enorme panno grigio che rappresentava il vuoto in cui ero sprofondata e avevo bisogno di aggrapparmi a qualcosa. Allora mi mettevo qui, davanti al computer e scrivevo. Ripercorrevo tutto dall'inizio per comprendermi, per non lasciare che fossero gli altri a giudicarmi ma semplicemente io stessa.
Questo è stato fondamentale. Terapeutico direi. Mi ha aiutata a capire molto di me, del mio passato, dei meccanismi che scattano nella mente, dei bisogni, delle fragilità ma anche a scoprire una forza che nemmeno pensavo di avere, nonché un'estrema voglia di rinascita.


logo edizioni miniQual è il meccanismo che ti ha aiutata a staccarti da quell'uomo nonostante una evidente dipendenza affettiva?


Intervista a NajaaNon credo si possa parlare di un meccanismo, bensì di un modo di essere.
Ho letto di tante storie simili e parlato con altre persone che non riescono a reagire o che forse nemmeno lo vogliono.
Io al primo schiaffo ho capito che sarei dovuta scappare da quell'uomo immediatamente o forse ancor prima: dalle precedenti ossessioni, gelosie, intimidazioni.
A volte semplicemente facciamo finta di non sapere, di non capire e ci prendiamo in giro. L’ ho fatto anch’io ma in realtà ero oppressa, seppur succube e dipendente e non mi ci ritrovavo in quella sofferenza.
Più guardavo il mio viso devastato nello specchio e i miei occhi colmi di ansie e paure, più mi promettevo di doverne uscire e al più presto, ma non era semplice.
Come scrivo nel libro, ci vuole coraggio, sì, ma anche sicuramente fortuna.
Perdere la vita in queste situazioni è un attimo e non si può assolutamente agire d’istinto.


logo edizioni miniScrivere è stata forse una componente fondamentale per uscire dalla dipendenza affettiva?


Intervista a NajaaScrivere mi appartiene da sempre. Lo preferisco ad altre forme di comunicazione.
La dipendenza affettiva si è conclusa prima.
Quella si interrompe solo se lo si vuole veramente ed io ho lavorato molto su me stessa per riuscirci e prima di potermi mettere a scrivere e poi ho sicuramente continuato, durante tutta la stesura del testo.
È stata comunque una componente molto importante, che mi ha alleggerita la pena, mi ha dato modo di guardare in faccia tutta la storia vedendo realmente quello che era e l’ho preferito sicuramente come metodo, rispetto alle sedute terapeutiche dallo psicologo.


logo edizioni miniPensi di essere guarita o sei ancora a rischio?


 

Intervista a NajaaNon so come rispondere a questa domanda.
Se essere guarita significa non dipendere più dagli altri, non cadere più in un amore tormentato e malato come quello passato, credo proprio di sì, anche se poi spesso si cade proprio sul "non mi capiterà mai" o in questo caso "mai più".
Se significa non pensare più a "lui", non avere più incubi, né ansie, allora credo che non guarirò mai completamente.
Ci sono emozioni e ferite che restano incastrate dentro di noi.
Sono tatuaggi che stanno lì, dove sono stati infiltrati, a ricordarci quello che è successo, che abbiamo vissuto. Quello che siamo stati in un preciso momento della nostra vita e credo sia importante che, non scolorino mai completamente.


logo edizioni miniTi senti pronta a rimetterti in gioco con il mondo maschile dopo una esperienza di questo genere o pensi sia meglio per il momento pensare a te stessa?


Intervista a NajaaHo passato lunghi periodi di solitudine, di chiusura col mondo maschile o più esattamente col mondo in generale, ma è stata una scelta.
Avevo bisogno di riprendere in mano la mia vita, la mia anima e rimettere in sesto anche il corpo, dopo tutto quello che era stato costretto a subire, tra digiuni, notti insonni e tutto il resto.
Uscire o stare a contatto con le persone non mi dava nulla se non altra insofferenza, perché avevo bisogno di stare semplicemente con me stessa, straziarmi alcune sere e coccolarmi altre, con la consapevolezza, che sarei stata l'unica in grado di poterlo fare completamente.
È stato un percorso graduale. Ora, a distanza di qualche anno, sono maggiormente predisposta ad eventuali nuovi incontri ma sicuramente anteponendomi agli altri.
So bene, insomma, quanto sia importante essere la mia priorità.
Probabilmente ho perso parte della dolcezza e dell'ingenuità che avevo un tempo. Difficilmente riesco a lasciarmi andare e a liberare la mente ma credo di non odiare il genere maschile o meglio credo di amare molto l'amore ed essendo una sognatrice, anche se non ci credo più, in un angolo segreto del cuore spero ancora di poterlo vivere in maniera forte e coinvolgente.


logo edizioni miniQuali sentimenti sono scaturiti da questa esperienza? Cosa hai provato e cosa provi adesso?


Intervista a NajaaAll'inizio ho provato rabbia, delusione, frustrazione, impotenza, forse vergogna ma poi è passato quasi tutto o perlomeno si è affievolito, lasciando spazio ad altri sentimenti o alla freddezza.
Spesso infatti, tuttora, mi sento senza emozioni. Mi sembra di osservarmi dall'esterno e ritrovarmi senza il cuore.
Anche quando osservo gli altri, quelli che si tengono per mano, che sembrano volersi bene, che si sposano o hanno dei figli, continuo a non provare nulla.
Potrei avvertire ancora rabbia o invidia per qualcosa che io non sono riuscita a costruire ma la verità è che non sento niente e sinceramente questa mia stasi che non mi appartiene, un po' mi spiazza.
Spesso mi chiedo cosa sia peggio: se il dolore o questa sospensione dei sentimenti, ma cerco di non preoccuparmene troppo perché probabilmente fa parte del percorso che non ho ancora concluso e che avrò modo, con altro tempo, di compiere al meglio.
Magari presto tornerò a "sentire" e sarà ancora più bello di qualche anno fa, perché si tratterà di un'emozione vera, più forte, forse più conscia, se così si può definire.


logo edizioni miniTra i temi affrontati nel racconto c'è anche quello dell'incontro tra culture differenti, un incontro che dapprima sembrava potesse rappresentare un cambiamento positivo nella tua esistenza, poi invece si è rivelato esattamente il contrario, quindi il cambiamento in effetti non c'è stato. Come è potuto accadere tutto questo?


Intervista a NajaaSono sempre stata una persona attratta dalle emozioni, dal vissuto delle persone. Affascinata dalle culture differenti, dagli accenti diversi e da tutto quello che ha a che fare con il viaggio, il movimento… e questo movimento quando arriva nella mia vita e mi coglie all'improvviso mi accende una luce negli occhi che normalmente non credo di avere. Questo è stato il primo abbaglio verso una mia nuova quotidianità. Poi mi sono lasciata ingannare la mente con l'abilità delle parole e dei gesti di un uomo sicuramente avvenente ma anche calcolatore. Per questo forse ho pensato e sperato di ritrovare, attraverso di lui, delle sue leggi, una mia nuova identità. Un'identità migliore che avrebbe annullato quella scomoda che mi sentivo addosso, amplificata dai suoi giudizi avvilenti su di me.
Il contrario è accaduto perché ho creduto di essere davvero una persona da dover correggere. Ho ascoltato troppo le sue parole e poco la mia anima, fino ad annullarla.

Quando si arriva a fare questo, non c'è niente che possa cambiare in positivo la nostra vita.


logo edizioni miniQuale messaggio vorresti dare alle donne che vivono o hanno vissuto una esperienza simile alla tua?


Intervista a NajaaA tutte le donne vorrei dire di non smettere mai di amare o di credere nell'amore perché merita sicuramente di essere vissuto ma di non farlo lasciandosi  rubare il cervello, perché nessuno ha diritto di fare questo.
Di non dimenticarsi di loro stesse, che vengono sicuramente prima di ogni altra cosa.
Di imparare a guardarsi dentro, in maniera sincera e profonda, mettendo via la paura di quello che realmente sono o desiderano, per poi prendersi cura, giorno dopo giorno, di loro stesse.
Sembrano luoghi comuni ma sono le cose che alla fine contano di più per il proprio benessere psico-fisico.
Per stare bene con gli altri, bisogna per forza prima conoscersi e trovare la propria serenità.
A chi è uscita da una brutta storia, simile magari alla mia, e si sente senza un domani, vorrei dire di non smettere di cercare una propria luce, qualcosa di buono dove appigliarsi per poter ridare colore ai propri sogni.
A chi invece, purtroppo, si trova ancora in un incastro malsano di amore e violenza, posso solo consigliare di inventarsi una via di fuga, magari parlandone con qualcuno, perché una strada per uscire dal tunnel c'è sempre e bisogna almeno provare a percorrerla.
Parafrasando il mio libro: non esistono schiaffi d'amore e non bisogna, nella maniera più assoluta, arrivare a  giustificarli.
Guarda la scheda del volume sul sito.

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