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I blog di Edizioni Psiconline

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Intervista a Margherita Giordano sull'abuso sessuale e le sue conseguenze

margherita giordanoMargherita Giordano autrice di Abuso sessuale e dinamiche familiari, è psicologa, si occupa di psicologia e psicopatologia dello sviluppo ed è specializzata in ArtCounseling e tecniche di rilassamento.

Nel testo cerca di svelare i giochi familiari tipici delle famiglie abusanti e incestuose e di ricostruire e capire le dinamiche interattive che caratterizzano tali famiglie “patologiche”, soffermandosi prima però sui  fattori predisponenti l’abuso sessuale, l’incesto o il maltrattamento all’interno del nucleo familiare.
Nella intervista che segue ci presenta il suo volume da poco in libreria.

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Abuso sessuale e dinamiche familiari di Margherita Giordano è in libreria

copertina abuso sessuale sitoAbuso sessuale e dinamiche familiari di Margherita Giordano nella collana Strumenti di Edizioni Psiconline (144 pagine - 18,00 euro), è in tutte le librerie.
L'argomento trattato come si comprende dal titolo è quello dell'abuso sessuale sui minori in particolare gli abusi consumati in famiglia.

Il problema dell’abuso sessuale sui minori sembra essere emerso solo negli ultimi anni, diventando ormai un argomento di grande attualità, ma in realtà varie forme di abuso sessuale si sono verificate in tutti i periodi della storia dell’umanità.

Risulta ancora oggi molto difficile e complesso dare una definizione univoca e condivisa di abuso sessuale sui minori, poiché si tratta di un argomento delicato e complesso, che i vari operatori affrontano ognuno con una specifica identità professionale.

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Redazione

Lo psicologo in Tribunale. La perizia psicologica in caso di separazioni e affido dei minori

Esce per i tipi di Edizioni Psiconline un vademecum sulla perizia psicologica utile sia ai giovani professionisti che a chi opera da tempo nel settore

La copertina del volume sulla perizia psicologica
Lo psicologo in Tribunale


A partire dal prossimo 8 marzo sarà disponibile in libreria il nuovo volume pubblicato da Edizioni Psiconline e scritto da Elisa Manco, esperta in psicologia giuridica e Responsabile del Centro di Psicologia Giuridica di Firenze.
"Lo psicologo in Tribunale. Come effettuare una consulenza tecnica in separazioni, divorzi e affidamento di figli minori" è il titolo del libro che, in oltre 300 pagine, prende per mano il lettore e lo guida, passo dopo passo, nella realizzazione di una Consulenza Tecnica d'Ufficio (C.T.U.) relativa al vasto campo delle problematiche legate alla famiglia e alle sue difficoltà relazionali.
Dall'affidamento della CTU da parte del Giudice, fino alla stesura della relazione finale e della notula, il lettore viene aiutato a "conoscere" in profondità i passaggi necessari alla realizzazione di una perizia psicologica, alla sua preparazione, ai contenuti ed infine alla sua stesura così che nulla venga lasciato al caso.



Il linguaggio piano e diretto consente l'immediata comprensione dei passi necessari e delle azioni utili a non commettere errori nella stesura della consulenza. Oltre a ciò gli schemi riepilogativi presenti permettono l'utilizzo di questo libro come di un valido vademecum da utilizzare e consultare costantemente.

Lo scopo dell'autrice, come già detto, è quello di esplicitare tutti gli atti necessari per una buona CTU ma, ovviamente, i consigli e le indicazioni presenti nel volume possono essere efficacemente utilizzati anche nalla redazione di una Consulenza Tecnica di Parte (CTP), quindi non affidata dal Giudice al professionista ma richiesta direttamente da una delle parti in causa.

Siamo certi che "Lo psicologo in Tribunale" possa essere un valido aiuto sia per il giovane professionista che desidera attivarsi in un campo così complesso e difficile ma certamente ricco di gratificazioni lavorative, che per lo psicologo esperto che ha così la possibilità di confrontarsi direttamente con un testo che aspira a divenire un punto di riferimento nel campo della psicologia giuridica.
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Redazione

Maltrattamenti sui minori: tra psiche e intervento

Una bambina di appena dieci mesi è ricoverata al policlinico Gemelli per lesioni gravissime da presunti maltrattamenti.  Abbiamo invitato Antonio Vita, psicoterapeuta autore per Edizioni Psiconline insieme a Domenica Daniele del libro "Diventare nonni è un evento straordinario. Consigli e risposte per vivere al meglio il rapporto con i propri nipoti ", nonché coordinatore del forum attivato da "www.psiconline.it" sulla psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza, a offrirci qualche spunto di riflessione su questo triste fatto di cronaca.

Cosa accade a un bimbo così piccolo, oggetto di violenze?
"Il bambino ricorderà per molto tempo le violenze che ha subito anche se  in età così precoce. Se il piccolo non ha  un vero e proprio ricordo  dell’evento che ha vissuto, avverte sempre una sensazione di pericolo e di malessere. Si sa, d’altronde, che le ferite dell'anima guariscono molto più lentamente di quelle del corpo. Così anche negli anni a seguire, seppur opportunamente curato e amato, il bambino potrà avere reazioni inadeguate e scorrette.
Il piccolo finirà per soffrire di forte disagio ogni volta che assisterà a scontri nell’ambiente domestico tra persone adulte o quando verrà sgridato, subirà una correzione o riceverà un ceffone da parte di un genitore o di un parente".

Quando intervenire?

"In questi casi l'intervento nell’ambiente in cui il bimbo vive va fatto il prima possibile. Occorre agire subito, individuando gli autori delle violenze sul bambino.
Se sono all'interno del nucleo familiare e lo stesso ambiente domestico non è in grado di difendere il piccolo cucciolo dai maltrattamenti, allora il bimbo dovrebbe essere tolto da quel contesto e inserito in un altro. Possibilmente andrebbe affidato a una coppia o magari alle cure di persone affettuose che potranno offrirgli amore, protezione e sicurezza. Il bambino dovrà riacquistare fiducia in se stesso e soprattutto negli adulti. L'intervento, infine, di uno psicoterapeuta è consigliabile. In tal caso l’intervento terapeutico andrebbe affidato ad una psicologa, che potrebbe surrogare la figura materna e restituire al piccolo serenità e tranquillità d’animo".


Da cosa si desume che la psiche di un bimbo, anche piccolissimo, viene segnata dalle violenze?
"Al di là dei casi di maltrattamenti, pensiamo a un esempio più comune. A tutti sarà capitato di portare il proprio bimbo in un ambulatorio medico per sottoporlo ad  un prelievo di sangue o ad una vaccinazione. Quando torniamo in quel contesto, il piccolo inspiegabilmente è più nervoso della prima volta e spesso scoppia anche in un pianto ingiustificato.  E' l'esempio tipico del disagio da sensazione impressa. Ecco perché spesso il medico fa tenere il piccolo tra le braccia della mamma, che sa infondere coraggio, limitando il ricordo del dolore sperimentato la volta precedente".

Quanto tempo occorrerà per superare questa situazione?
"A volte può trascorrere molto tempo, anche con l’aiuto di interventi riparatori affidati alla psicoterapia. Mi viene in mente, in questo caso, l'esperimento del coniglietto, che la bibliografia specialistica racconta.
Un bimbo gioca con il suo coniglietto preferito. Alle spalle ode un rumore forte, che lo spaventa. Non vede l'origine del rumore ma associa questa sensazione sgradevole con la presenza del coniglietto e inizia a non giocarci più, anzi ad essere nervoso anche quando lo vede a distanza. L'esperimento continua, offrendo al bimbo un dolce mentre, lontano c’è il coniglietto che il bambino segue tuttavia con apprensione e con preoccupazione. L’effetto del dolce in parte gli fa dimenticare la presenza del coniglietto. Con l'andare del tempo il coniglietto verrà avvicinato progressivamente al bambino, che lo guarda ancora con un po’ di sospetto, mentre mangia sempre la porzione giornaliera del suo dolce preferito. Lo si avvicinerà al bimbo ancora di più, sino a quando il coniglietto potrà tornare vicino al piccolo, il quale finirà per non mostrare più paura dell’innocuo animaletto.
Eppure capita talvolta che subentri quella che in termini scientifici viene chiamata la nevrosi sperimentale: il senso di disagio finisce con l'essere focalizzato sul dolce e non più sul coniglietto. E il piccolo non vorrà mangiare più il dolce. Si tratta di un trasferimento di emozioni, che la dice lunga su quanto sia complicato e delicato il viaggio terapeutico di questi piccoli pazienti.
Ed è la ragione per cui  nei riguardi dei bambini l’attenzione e la dedizione devono essere presenti, cercando sempre di proteggerli da violenze e maltrattamenti".
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