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Marco Minelli e la Psicologia del fumetto

Intervistiamo Marco Minelli, psicologo e autore per i tipi di Edizioni Psiconline del libro "La Psicologia del Fumetto. Eroi di carta e lettori appassionati" per cercare di comprendere le motivazioni profonde del suo lavoro.


Il "Manuale di Psicologia del Fumetto" che ha scritto si avvia a diventare un punto di riferimento in ambito psicologico per lo studio e la comprensione delle dinamiche presenti nei cartoons e per le successive ricerche che già sono in via di definizione e incontrandolo diventa facile comprendere come mai abbia scelto di dedicare i suoi studi ai fumetti e sugli stessi abbia voluto promuovere un dibattito che cresce ogni giorno di più sui social network.
Noi abbiamo voluto incontrarlo e abbiamo voluto cercare di capire, insieme a lui, il senso vero della sua scelta.
Marco Minelli è affabile, immediato, concreto e ben volentieri si dispone a rispondere alle nostre domande sul suo lavoro professionale pubblicato da Edizioni Psiconline.
Ecco la sua intervista.

[caption id="attachment_2260" align="alignleft" width="200"]copertina-manuale-psicologia-fumetto-sito La copertina del volume


Il tuo lavoro segna un momento particolare in campo psicologico. Dopo tantissimi anni vede la luce un lavoro sul fumetto che analizza in profondità le dinamiche ed i meccanismi che si sviluppano nelle strisce e in chi le legge. Cosa ti ha spinto a volertene occupare?

Sono stato bambino negli anni '70, quando ogni mese erano oltre cinquecento le testate disponibili in edicola e come tanti miei coetanei trascorrevo molto tempo a leggere albi a fumetti o a monitorare mercatini dell'usato per incrementare le conoscenze e le collezioni. Da adulto ho cercato d'integrare questa passione con la professione di psicologo clinico, andandomi a cercare pazientemente prima alla Biblioteca Nazionale di Roma ed anni dopo nell'oceano di internet, tutte le occasioni in cui gli psicologi si sono interessati agli albi a fumetti e cercando contatti con tutti coloro che se ne sono occupati.

Sappiamo che è stata una passione antica che hai coltivato e poi accuratamente "nascosto". Perché, pensavi non potesse essere interessante parlarne in modo approfondito e soprattutto scientificamente corretto?

E' vero, per alcuni anni ho "nascosto" i miei studi settoriali e perfino la mia tesi di laurea per la quale ringrazio il compianto Aldo Carotenuto che mi ha insegnato ad operare mediante un approccio non solo analitico ma specialmente storico-culturale. Tuttavia già nel 2002 ero uscito allo scoperto con un sito internet grazie al quale sono riuscito a raccogliere altri contributi anche stranieri, ma soprattutto di molti studenti, non solo di psicologia, che stavano scrivendo tesi di laurea sul fumetto.

Il tuo libro ha interessato sia i professionisti che il pubblico appassionato di fumetti e la pagina su Facebook che hai avviato ne è una pratica dimostrazione. Pensavi (speravi) potesse accadere o invece credevi che la risposta sarebbe stata più settoriale?

Già prima dell'uscita del manuale avevo diversi contatti grazie al sito internet ( http://digilander.libero.it/romanzi/ ). Quest'estate, dopo l'uscita del libro si sono moltiplicate email e richieste anche mediante i social network. Pertanto ho avviato il gruppo di facebook per circoscrivere lo spazio in cui parlarne e raccogliere nuovi contributi; sono particolarmente attratto dai giovani con un'adeguata preparazione psicologica che presentano i nuovi generi di albi, in quanto il panorama della letteratura a fumetti è molto dinamico, e bastano pochi mesi o un personaggio nuovo e l'intero mondo del fumetto ha bisogno di un'immediata ricategorizzazione.

Dopo l'uscita del volume, molti ne hanno parlato e ci sono state varie recensioni positive, in particolare nel mondo di chi è appassionato di comics. Fra i tantissimi apprezzamenti che ti sono stati rivolti c'è però una piccola critica: l'assenza del mondo manga. Vuoi spiegarci come mai?

Per anni ho riaggiornato e risistemato la classificazione non descrittiva dei periodici a fumetti mediante parametri psicologici. I manga sono arrivati in Italia una ventina d'anni fa per poi "esplodere" recentemente e diffondersi a tappeto specialmente tra gli adolescenti: Ho provato ad esaminarne alcuni ma non abbastanza per integrarli nel manuale. Molti lettori mi hanno segnalato questa mancanza di cui ero in parte consapevole; attraverso i seminari ed i gruppi di ricerca ho trovato un paio di giovani con cui ho iniziato a collaborare per colmare questa lacuna.

Una delle considerazioni più importanti che il tuo libro ha sollevato è che riesce a stabilire "un metodo" con cui affrontare lo studio psicologico del fumetto e che getta le basi per tutta una serie di successive elaborazioni. Ti senti un "padre fondatore"?

matiteNo, non credo di essere io il "padre fondatore" della psicologia del fumetto in Italia; Penso che questa qualifica spetti di diritto al Prof. Antonio Imbasciati dell'Università di Torino che ho contattato qualche anno fa. Imbasciati ora si occupa d'altro, è un grande enciclopedista della psicologia e vede il suo libro del 1975 come un "peccato di gioventù" e non ha più aggiornato la teoria dei contenuti delle fantasie degli appassionati di fumetti in base alla classificazione non descrittiva dei generi di fumetto. Imbasciati ha posto le basi per il mio lavoro e di quello di altri psicologi che vorranno occuparsene ed il suo metodo, quello del mettere a confronto il contenuto degli albi con il vissuto emotivo e la ricerca del piacere da parte dei lettori, sia tutt'ora quello che dovrebbe guidare ogni contributo di ricerca.

Perchè è importante, da un punto di vista psicologico, comprendere le dinamiche che un fumetto mette in moto nel lettore?

E' importantissimo: Il fumetto ancora più del cinema riflette i bisogni, le fantasie ed i valori di chi ne usufruisce. Un giovane che oggi trovasse in soffitta o in cantina una collezione dell'"Avventuroso" ad esempio, potrebbe avere una serie di informazioni sul nonno ben diverse da quelle del "romanzo familiare": Inoltre possiamo avere informazioni su intere generazioni anche precedenti alla nostra data di nascita; non mi stancherò mai, come ho fatto anche nel manuale, di citare l'esempio dei cento eroi neri degli anni della contestazione e della sopravvivenza nelle edicole di soltanto uno di loro: Diabolik, che proprio adesso sta compiendo 50 anni.

Abbiamo detto che il successo del volume si è sviluppato anche fra i "lettori non professionali" (a cui in molti modi ti sei rivolto nel corso del libro) e lo stesso si sta verificando sulla pagina Facebook che hai attivato. Hai anche in progetto una serie di incontri dedicati al tema. Vuoi parlarcene?

[caption id="attachment_2261" align="alignleft" width="300"]marco-minelli Marco Minelli


Da anni svolgo seminari sulla psicologia del fumetto cercando di trasmettere le conoscenze che ho acquisito, avvalendomi della proiezione di immagini e filmati. Il pubblico di questi incontri è sempre stato composto soltanto in minoranza da colleghi o studenti di psicologia: La maggior parte degli interessati sono lettori accaniti di albi a fumetti. Con l'uscita del manuale ho dovuto accorciare la durata degli incontri ed aumentare la loro frequenza.

Visto il successo del libro e l'interesse che ha stimolato, pensi di ampliarlo o di prepararne un secondo sui più recenti sviluppi del mondo dei cartoons?

Un manuale come questo avrà sempre bisogno di aggiornamenti periodici; il lavoro che sto facendo adesso è quello di raccogliere tutti i contributi di ricerca anche quelli recentissimi, in particolare la ripetizione di ricerche che effttuai negli anni '90 su Dylan Dog e l'elaborazione del lutto. L'ampliamento del manuale potrebbe essere realizzato tra pochi anni, soprattutto nella raccolta dei contributi di ricerca e l'inserimento dei manga.

Grazie per la tua disponibilità...
Attimi paralleli si presenta ai lettori di Pescara...
Alex Pietrogiacomi intervistato su RAI Libri

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Giovedì, 18 Aprile 2024
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