L’autrice rifacendosi ai grandi autori del Training Autogeno (Schultz, Luthe, Thomas, Hoffman, Giorda, Bazzi (alla revisione delle formule di quest’ultimo) riporta la sua esperienza quasi trentennale nell’utilizzo del T.A.(esercizi inferiori) avvenuta in ambito psicoterapeutico e in gruppi di formazione ed esperienziali.
D. Intervistiamo Patrizia Del Verme per parlare del volume. Sono passati tre anni dall’uscita di questo libro, come è andata?
R. È andata molto bene, il libro ha suscitato molto interesse, nelle persone che l’hanno letto e negli intervenuti alle presentazioni, che sono avvenute in importanti rassegne e sedi: come alla Vetrina dell’Editoria del Sud a Castellabate, al “Settembre Culturale” Castello di Agropoli, a Palazzo Mainenti di Vallo della Lucania, ad “Eventi Estate 2014” Zona Archeologica di Paestum, al Castello di Pioppi sede del museo Dieta Mediterranea, alla Fondazione Giambattista Vico di Napoli, con giornalisti, primari di psichiatria, docenti universitari, assessori alla cultura. Molto apprezzato anche, da tutti i partecipanti ai miei corsi esperienziali finalizzati al benessere, del convento di Capaccio-Paestum.
D. Quali sono i motivi che l’hanno spinta a scrivere questo libro?
R. Avevo scritto questo libro prima di tutto perché il T.A. è una tecnica che conosco bene e che pratico da circa trent’anni su me stessa e sui miei pazienti, che seguo nella struttura sanitaria pubblica dove lavoro come psicologa e psicoterapeuta ed anche per la richiesta da parte dei partecipanti ai miei corsi esperienziali, di qualcosa di scritto e semplice sul T.A. In seguito il libro è diventata la risposta immediata, alle continue richieste di aiuto per problematiche prevalentemente ansiose, che ricevo all’ASL. Molti pazienti hanno praticato da soli il T.A. ottenendo ottimi risultati, incontrandomi poche volte.
D. Questo libro infatti, si differenzia dalle altre pubblicazioni poiché permette un apprendimento da autodidatta?
R. Guida il lettore ad acquisire e praticare da solo gli esercizi inferiori del T.A. di Schultz e vengono proposte formule riviste da altri esperti del T.A., in particolare da Bazzi. Fornisce con un linguaggio semplice e discorsivo, suggerimenti ed accorgimenti pratici, senza perdere in scientificità, per apprendere il T.A. e su come affrontare eventuali difficoltà che si presentano, ad esempio le difficoltà di concentrazione.
D. Per l’apprendimento è consigliabile l’aiuto di un esperto?
R. Il libro come ho già detto, permette l’apprendimento da autodidatta, ma se effettuato con uno psicoterapeuta, in un rapporto individuale o ancora meglio di gruppo, favorisce una maggiore conoscenza di sé, in quanto durante il T.A. si manifestano ricordi, pensieri, immagini, fantasie, sensazioni che possono essere analizzate.
D. Perché questo titolo?
R. Ritengo che la salute sia un dono, ma che debba essere coltivato in modo attivo. Il training è uno di questi modi, semplice ed efficace come dimostrano anni di ricerche in campo medico e psicologico. Non è infatti, una semplice tecnica di rilassamento, come solitamente viene definita, ma è una tecnica di trattamento, di cura, con mezzi psichici dei disturbi più svariati ed è finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire, permette di:
- agire sugli effetti deleteri dello stress il quale è ritenuto da molti specialisti la causa dell’80% delle malattie;
- di curare, ha indicazioni elettive negli stati d’ansia, in ansie specifiche come parlare in pubblico in occasione di prove ed esami, in fobie singole, nei disturbi psicosomatici, nell’alterazione del ritmo sonno-veglia, nell’ipocondria ecc. Si ottengono sicuramente risultati positivi quando alla base di un’ affezione vi è l’alterazione dell’equilibrio del sistema nervoso vegetativo.
- di rafforzare le cure mediche nei disturbi prevalentemente organici.
D. Nel libro si parla anche della possibilità di una diagnosi precoce di malattia con il T.A. Riporti dei casi clinic...
R. Sono due i motivi per cui ciò è possibile:
a) dopo molto tempo di pratica del T.A. si verifica, come ho potuto sperimentare anche su me stessa, un’ aumentata capacità di percepire le sensazioni corporee ed una maggiore consapevolezza in generale del proprio stato fisico e psichico. Effetto messo poco in rilievo dai grandi autori del T.A.;
b) durante la pratica iniziale degli esercizi fondamentali, come già riferiva Schultz, si possono percepire sensazioni disturbanti, che a volte sono la spia di patologie non ancora evidenti. E’ stato possibile diagnosticare ad esempio, problemi circolatori in una donna che avvertiva dolore alle caviglie negli esercizi del calore.
D. Si parla nel libro di formule di proponimento, di visualizzazione
R. Da quanto abbiamo detto il T.A. è un’autoipnosi pertanto, con l’utilizzo di formule specifiche, intese come compiti, comandi autoipnotici, introdotte dopo gli esercizi fondamentali, c’è la possibilità di ottenere quanto desiderato a livello fisico o psichico. Ad esempio, per una persona che prova ansia in situazioni nuove, una formula di proponimento potrebbe essere “sono tranquillo e rilassato in ogni occasione”. Vengono fornite formule di proponimento già sperimentate ed indicazioni su come elaborarle. E’ importante inoltre, visualizzare i contenuti della formula e viene spiegato come.
D. Quali sono gli effetti principali del T.A.?
R. I principali effetti sono:
- riposo: la sensazione di sentirsi freschi, riposati e nuovamente carichi di energia;
- aumento della concentrazione e della memoria;
- autosedazione (smorzamento della risonanza emotiva): molti pazienti già dopo quattro settimane riferiscono di provare distacco da certe situazioni particolarmente cariche emotivamente
- miglioramento delle prestazioni lavorative, sportive, artistiche ed eliminazione di errori e disturbi;
- innalzamento della soglia del dolore;
- autoregolazione delle funzioni corporee normalmente involontarie
- Introspezione e presa di coscienza di sé: emergono immagini, fantasie, emozioni, produzioni molto utili soprattutto in un percorso psicoterapeutico poiché permettono di acquisire maggiore conoscenza di sè.
D. Quale è l’elemento principale che permette di riuscire bene nel T.A.?
R. Avere ben chiara la visione personale, la visione di ciò che si desidera per sé dal T.A. Può essere una visione di salute, per altri il raggiungimento della quiete dei sensi o del silenzio interiore che è la condizione necessaria per pregare, anche semplicemente per rilassarsi. Come sostiene Bazzi è opportuno essere motivati seriamente, sobriamente, ordinatamente. Avere un certo distacco ed una buona disciplina. Non si devono nutrire illusioni, entusiasmi eccessivi e non esagerare nello zelo. Possono incontrare difficoltà coloro che presentano:
- un atteggiamento passivo, che preferiscono tecniche che non richiedono un contributo attivo
- un atteggiamento di totale mancanza di fiducia in se stessi, poiché non si impegnerebbero nel metodo
- un atteggiamento fanatico, di effettuare gli esercizi con troppo entusiasmo e meticolosità
D. A chi si rivolge questo libro?
R. A tutti. Vuole essere un libro divulgativo, ma primariamente a persone che intendano utilizzare il T.A. a fini preventivi, soprattutto in situazioni di stress, e a quelle che presentano problemi ansiosi e psicosomatici ma non già strutturati, cronicizzati, poiché in questi casi è necessaria la guida di uno psicoterapeuta in un rapporto individuale o di gruppo. Si rivolge anche agli addetti ai lavori in quanto viene suggerito come affrontare alcuni fenomeni che avvengono durante il T.A., ad esempio le resistenze, soprattutto in un contesto psicoterapeutico.
Voglio concludere a proposito, con alcune frasi della prefazione, scritte dalla prof.ssa Lidia Provenzano, docente di tecniche del colloquio psicologico della facoltà di medicina e psicologia dell’università di Roma “la Sapienza”:
“Questo lavoro si rivolge a tutti coloro che pensano che il destino non sia una fatalità e che sia possibile intervenire nello sviluppo della propria vita e che se ne possa modificare favorevolmente il corso nonostante la malattia, la sofferenza e la morte... Scegliere coscientemente di vivere il benessere, la gioia, i sentimenti positivi, non nutrire quelle che Spinoza definisce “le passioni tristi” non significa che si è incoerenti, superficiali o egoisti, al contrario è far di se stessi individui capaci di contribuire alla costruzione di un mondo migliore diffondendo serenità, gioia ed equilibrio intorno a sé”.
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