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Apprendere il Training Autogeno con il volume di Patrizia Del Verme

del verme2Il Training autogeno viene semplicemente definito una tecnica di rilassamento, ma è molto di più, è una tecnica di trattamento, di cura con mezzi psichici di disturbi più svariati e finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire (soprattutto in presenza di stress), di curare (ha indicazioni elettive per stati d’ansia, disturbi psicosomatici, insonnia ecc) e di rafforzare le cure mediche in altre patologie.

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Intervista a Patrizia Del Verme, autrice del volume Il Training Autogeno

Patrizia_Del_VermeEdizioni Psiconline ha intervistato Patrizia Del Verme autrice del volume Il Training Autogeno. Come custodire e recuperare la salute, nella collana Punti di Vista.


"Gli atteggiamenti mentali, specialmente nei casi di stress, i pensieri, i sentimenti che custodiamo nel cuore, gli eccessi nel comportamento riescono ad alterare la salute. Alcuni specialisti sostengono e dimostrano che più dell’80 per cento delle nostre malattie organiche derivano dallo stress.copertina-il-training-autogeno-sitoi
Per stress intendiamo la somma delle reazioni messe in atto dall’organismo di fronte a qualunque stimolo fisico, ambientale, mentale o emozionale che tenda a perturbarne l’equilibrio. Quando tali risposte sono inadeguate o prolungate nel tempo si può giungere alla malattia, come dimostra la psiconeuroendocrinoimmunologia."

Ancora oggi la medicina ufficiale, nonostante tutto, continua a pensare alla salute come salute del corpo e quando parla di prevenzione fa riferimento soltanto all’alimentazione e all’attività fisica.
È dimostrato da più parti invece, come alcune tecniche psicologiche, soprattutto in situazioni di stress possano aiutare a mantenere l’equilibrio mente-corpo.
Una di queste è certamente il Training Autogeno di Schultz, una tecnica che Patrizia Del Verme pratica su se stessa e sui suoi pazienti da circa 30 anni e che ha alle spalle anni di ricerche in campo medico e psicologico.

Patrizia Del Verme è nata nel ’62 a Torchiara (SA) laureata in Psicologia all’Università degli studi di Roma “La Sapienza” specializzata in psicologia clinica e psicoterapia ad orientamento psicoanalitico e in varie tecniche psico-corporee e di rilassamento.
Svolge da circa trentanni attività clinica. Attualmente responsabile dell’U.O. di Psicologia dell’ASLSA distretto Sanitario di Capaccioni (SA). Si occupa anche di corsi esperienziali per l’equilibrio corpo-mente-spirito. Autrice di varie pubblicazioni in campo psicologico e relatrice in corsi di formazione e convegni.

Siamo molto curiosi di sentire dalla viva voce di chi la pratica da anni e da anni vede risultati molto positivi sui suoi pazienti, in cosa consiste questa tecnica di rilassamento, a chi si rivolge e quali effetti si possono ottenere mettendola in pratica.

D. Innanzitutto la ringraziamo per averci concesso questa intervista. Come nasce questo libro?
R. Avevo già da qualche anno iniziato a scrivere qualcosa sul T.A., perché è una tecnica che conosco bene e che pratico da circa trent'anni su me stessa e sui miei pazienti che seguo nella struttura sanitaria pubblica dove lavoro come psicologa e psicoterapeuta. La spinta forte però, è venuta da quando ho iniziato ad occuparmi di corsi esperienziali nel convento dei Frati Minori di Capaccio-Paestum, finalizzati a far acquisire conoscenze, modalità e tecniche per l’equilibrio corpo, mente e spirito. Questi corsi si pongono in un’ottica olistica della salute e sono affiancata solitamente da un naturalista e un sacerdote. Vengono sperimentate tecniche di comunicazione, di consapevolezza delle emozioni, di meditazione, di rilassamento ecc. Sono stati proprio i partecipanti ai corsi a chiedermi qualcosa di scritto e semplice sul Training Autogeno.

D. Come custodire e recuperare la salute. Sembra un titolo particolarmente impegnativo. Perché utilizzarlo?
R. Ritengo che la salute sia un dono, ma che debba essere coltivato in modo attivo. Il training è uno di questi modi, semplice ed efficace come dimostrano anni di ricerche in campo medico e psicologico. Non è infatti, una semplice tecnica di rilassamento, come solitamente viene definita, ma è una tecnica di trattamento, di cura, con mezzi psichici dei disturbi più svariati ed è finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire, permette di agire sugli effetti deleteri dello stress il quale è ritenuto da molti specialisti la causa dell’80% delle malattie; inoltre permette di curare, ha indicazioni elettive negli stati d’ansia, in ansie specifiche come parlare in pubblico in occasione di prove ed esami, in fobie singole, nei disturbi psicosomatici, nell’alterazione del ritmo sonno-veglia, nell’ipocondria ecc. Si ottengono sicuramente risultati positivi quando alla base di una affezione vi è l’alterazione dell’equilibrio del sistema nervoso vegetativo, nei disturbi prevalentemente organici il T.A. rafforza le cure mediche.

D. Nel libro si parla anche della possibilità di una diagnosi precoce con il T.A. di malattia anche tumorale. Riporti dei casi clinici...
R. Sono due i motivi per cui ciò è possibile:
1) dopo molto tempo di pratica del T.A. si verifica, come ho potuto sperimentare anche su me stessa, un’ aumentata capacità di percepire le sensazioni corporee e una maggiore consapevolezza in generale del proprio stato fisico e psichico. Effetto messo poco in rilievo dai grandi autori del T.A.;
2) durante la pratica iniziale degli esercizi fondamentali, come già riferiva Schultz, alcune percezioni disturbanti possono essere la spia di patologie non ancora evidenti. È stato possibile diagnosticare ad esempio, problemi circolatori in una donna che avvertiva dolore alle caviglie non appena ha iniziato ad effettuare gli esercizi del calore.

D. In che cosa si differenzia il suo volume da tante altre pubblicazioni sul T.A.?
R. Guida il lettore ad acquisire e a praticare da solo il T.A. di Schultz, gli esercizi inferiori, riportando anche i contributi di altri grandi autori del T.A.
Fornisce con un linguaggio semplice e discorsivo, suggerimenti ed accorgimenti pratici, senza perdere in scientificità, per apprendere il T.A. e su come affrontare eventuali difficoltà che si presentano, ad esempio le difficoltà di concentrazione durante gli esercizi. Il T.A. in effetti, andrebbe appreso con la guida di uno psicoterapeuta che lo utilizzi prima di tutto su se stesso, in un rapporto individuale o ancora meglio di gruppo. Ho potuto constatare invece, che molto spesso pseudo esperti affermano di praticare il T.A. di Schultz ma di fatto utilizzano tecniche di rilassamento di vario genere, per lo più forme di ipnotizzazione etero indotte cioè guidate e con le frasi più diverse e disparate. Autogeno invece, significa che si genera da sé, cioè le modificazioni somatopsichiche sono indotte dal soggetto stesso. Il training significa allenamento, cioè apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva. Per concentrazione psichica passiva si fa riferimento ad un atteggiamento passivo che consiste nel rappresentarsi mentalmente le varie formule proposte, che sono ben precise e sperimentate e a prestare attenzione a ciò che accade fisicamente ed emotivamente mettendo da parte la volontà e l’imposizione. La prima formula effettiva ad esempio, è “braccio destro pesante”. Si chiede alla persona mentre si ripete mentalmente la formula, per 5-6 volte di immaginare le sensazioni di pesantezza nei muscoli del braccio, e a prestare attenzione a ciò che prova fisicamente ed emotivamente. Per le persone che hanno scarsa capacità ad immaginare propongo degli accorgimenti che permettono di sperimentare la pesantezza.

D. Il libro è molto dettagliato e si parla di formule di proponimento, di visualizzazione...
R. Da quanto abbiamo detto il T.A. è un’autoipnosi, pertanto, con l’utilizzo di formule specifiche, intese come compiti, comandi autoipnotici, introdotte dopo gli esercizi fondamentali, c’è la possibilità di ottenere quanto desiderato a livello fisico o psichico. Ad esempio, per una persona che prova ansia in ogni situazioni nuova, una formula di proponimento potrebbe essere “sono tranquillo e rilassato in ogni occasione”. Vengono fornite formule di proponimento già sperimentate ed indicazioni su come elaborarle. È importante inoltre, visualizzare i contenuti della formula e viene spiegato come.

D. Che cosa si avverte nel fare il T.A. già nei primi esercizi? Quali le sensazioni principali?
R. Rilassatezza fisica con sensazioni fisiche piacevoli, mente libera e consapevolezza del qui ed ora.

D. Quali sono gli effetti principali del T.A.? Quali i vantaggi per chi decidesse di utilizzare questo metodo...
R. I principali effetti sono:
- riposo: la sensazione di sentirsi freschi, riposati e nuovamente carichi di energia;
- aumento della concentrazione e della memoria;
- autosedazione (smorzamento della risonanza emotiva);
- miglioramento delle prestazioni lavorative, sportive, artistiche ed eliminazione di errori e disturbi;
- innalzamento della soglia del dolore;
- autoregolazione delle funzioni corporee normalmente involontarie.

D. È necessaria una particolare situazione per allenarsi? Bisogna assumere posizioni precise?
R. Sono necessarie posizioni ben precise e un luogo tranquillo nella fase di apprendimento del T.A.,  fornisco suggerimenti per esercitarsi anche sul luogo di lavoro. In seguito può essere attuato dovunque e comunque, dal momento che si impara ad estraniarsi.

D. Quale è l’elemento principale che permette di riuscire bene nel T.A.?
R. Avere ben chiara la visione personale, la visione di ciò che si desidera per sé. Può essere una visione di salute, per altri di raggiungimento della quiete dei sensi, del silenzio interiore che è la condizione necessaria per pregare o semplicemente di rilassamento.

D. Quello che ci ha detto finora sembra davvero interessante. Ancora una domanda: a chi si rivolge questo libro?
R. A tutti. Vuole essere un libro divulgativo, ma primariamente a persone che intendano utilizzare il T.A. a fini preventivi, soprattutto in situazioni di stress, e a quelle che presentano problemi ansiosi e psicosomatici ma non già strutturati, cronicizzati, poiché in questi casi è necessaria la guida di uno psicoterapeuta in un rapporto individuale o di gruppo. Si rivolge anche agli addetti ai lavori in quanto viene suggerito come affrontare alcuni fenomeni che avvengono durante il T.A., ad esempio le resistenze, soprattutto in un contesto psicoterapeutico.
Voglio concludere a proposito, con alcune frasi della prefazione, scritte dalla prof.ssa Lidia Provenzano, docente di tecniche del colloquio psicologico della facoltà di medicina e psicologia dell’università di Roma “la Sapienza”:
“Questo lavoro si rivolge a tutti coloro che pensano che il destino non sia una fatalità e che sia possibile intervenire nello sviluppo della propria vita e che se ne possa modificare favorevolmente il corso nonostante la malattia, la sofferenza e la morte. Scegliere coscientemente di vivere il benessere, la gioia, i sentimenti positivi, non nutrire quelle che Spinoza definisce “le passioni tristi” non significa che si è incoerenti, superficiali o egoisti, al contrario è far di se stessi individui capaci di contribuire alla costruzione di un mondo migliore diffondendo serenità, gioia ed equilibrio intorno a sé”.

 

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