
Il giornalismo si è progressivamente dilatato ed è passato da una dimensione artigianale ad una industriale e l’informazione come merce è diventata strettamente connessa con la pubblicità.
L’informazione come mattone della consapevolezza è diventata preda della propaganda e di schiere di spin doctor ed è oggi diluita nel mare di internet, diventando ora controinformazione, ora bufala, ora ambito di un lavoro che diventa sempre meno remunerativo: quello del giornalista.
La psicologia può aiutare, in questa fase, la costruzione del senso intorno a tutto il mondo che ci arriva su computer, smartphone, tv, giornali.
Ma anche supportare tutti coloro che lavorano per l’informazione per migliorare la loro comprensione del mondo che abitano e di cui spesso smarriscono i link con le persone, con gli utenti.
Nell’analisi proposta si possono scoprire scenari di evoluzioni del lavoro giornalistico, del lavoro psicologico e di tutte le attività che sono legate o influenzate dall’informazione e dal giornalismo.