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Leggere il silenzio al Bookstore Mondadori - C.C. La Romanina

copertina rinaldiDopo la presentazione a Sora del 2 aprile 2016, Antonio Rinaldi presenta Leggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici, domenica 3 aprile alle 17,30 presso Mondadori Bookstore C.C. La Romanina, in via Enrico Ferri, 8 - Roma.

Un libro sul sentire umano ma dagli spunti pratici su come poter insegnare nell'autismo, come poter approcciarsi al bambino, indipendentemente dall'attività o dal contesto contingente, solo riflettendo sul suo peculiare modo di leggere il mondo, gli altri, se stesso, nel silenzio.

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Presentazione del libro Leggere il silenzio presso Bibliotè di Sora

leggere il silenzio x sito
Sabato 2 aprile alle ore 17,00, in occasione della giornata mondiale per l'autismo, Antonio Rinaldi, presenta “Leggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici” (Edizioni Psiconline) presso  la libreria Bibliotè in via Lucio Gallo, 13 - Sora.

Antonio Rinaldi, psicologo clinico e fondatore del metodo A.T.D.R.A., portatore di una nuova visione dell'autismo, partirà dal libro per raccontare la filosofia con la quale da anni conduce il lavoro con le famiglie.

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"Leggere il silenzio" di Antonio Rinaldi è anche in Ebook

leggere il silenzio x sitoLeggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici di Antonio Rinaldi, pubblicato da Edizioni Psiconline nel 2013 nella collana Strumenti, è disponibile anche nella versione ebook.


 

Antonio Rinaldi ci vuole presentare un mondo tanto discusso, ma altrettanto sconosciuto, il quale, secondo l’autore, è ancora oggetto di pregiudizi e fraintendimenti: l’autismo. Innanzitutto, egli dedica la prima parte del suo libro alla spiegazione “scientifico-nosologica” di questo disturbo, inquadrandolo come, per definizione classica, un disturbo pervasivo dello sviluppo, di cui analizza, paragrafo dopo paragrafo, le sue manifestazioni comportamentali e comunicazionali.
Il filo comune di tutto ciò che è autismo è, dice Rinaldi, la sua apparente “a-normalità”, “ipo-logicità” ed “ipo-sensibilità”, per lo meno da quanto emerge dai movimenti stereotipati, dal blocco emotivo e comunicazionale e dalle conseguenti difficoltà di inserimento nel mondo. È qui che l’autore allarga l’inquadratura, spostandosi dal primo piano sul bambino “problematico”, fino ad inquadrare tutto il suo contesto d’appartenenza. È così che ci spiega che, probabilmente, si potrebbe capire meglio il bambino autistico se, invece di guardare solo quello che non fa o non dice, si cercasse di capire quello che il mondo esterno fa o dice e la risonanza che tutto ciò ha al suo interno. Rinaldi spiega, infatti, che l’autismo comporta, al contrario di quanto si possa pensare, una condizione interna di “iper-logicità” e di “iper-sensibilità” a tutti gli stimoli che gli vengono presentati, per cui dovrebbero essere proprio coloro che si relazionano con lui a calibrare il modo di rapportarsi a lui, di modo che egli non sia sopraffatto da idee, dialoghi, eventi ed emozioni.

Allora l’autore comincia ad analizzare le caratteristiche dell’ambiente familiare del bambino, primo contesto relazionale, e, in particolare, quelle con il genitore, che vive il problema nella quotidianità. Rinaldi delinea, così, alcuni accorgimenti per loro, tra i quali spicca il trait-d’union tra la famiglia ed i professionisti che si occuperanno del bambino, nonché l’importanza di un giusto supporto ed inserimento del bambino nella sua scuola, di modo da poterne favorire l’accettazione e l’integrazione con i suoi compagni. Modellando il mondo esterno a quello interno, si potrà favorire un reciproco adattamento dei due, di modo che il bambino possa aprirsi, gradualmente, ad un vivere che non è più troppo “aggressivo” nei suoi confronti, ma idoneo al suo modo di essere e di fare.

 

Infine, Rinaldi fornisce un esempio concreto di come si possa lavorare con un bambino autistico, il metodo che egli stesso ha adottato e continua ad adottare: il trattamento in acqua. L’autore descrive, così, il percorso in piscina e quello in mare (il surfing), delineandone anche punti di forza e debolezza, con qualche piccolo esempio di pazienti, da egli stesso curati, che hanno avuto i loro piccoli miglioramenti.
Nelle conclusioni, Antonio Rinaldi riprende tutto il discorso, ribadendo l’importanza della plasticità del mondo esterno al bambino per aiutarlo ad avvicinarsi piano piano ad esso. È leggendo il silenzio di questi bambini che si può realmente entrare nel loro mondo e lasciarvi entrare un po’ del mondo esterno e di cercare di costruire una relazionalità, seppur piccola o diversa da quello che ci si aspetterebbe.
Lo stile usato da Antonio Rinaldi è molto semplice, lineare e diretto. Egli riesce a parlare di un argomento tanto complesso in modo assolutamente accessibile e comprensibile, introducendo con cura ogni aspetto del discorso, di modo che la lettura risulti scorrevole e piacevole e che il lettore resti incuriosito e, allo stesso tempo, affascinato fino al termine di tutta la trattazione. Per questo, Leggere il silenzio è un libro per tutti coloro che fossero interessati a saperne di più sull’autismo e sugli approcci possibili per avvicinarsi a questo mondo tanto vario.

 

a cura della Dott.ssa Alice Fusella

 


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Leggere il silenzio di Antonio Rinaldi al Convegno DIVERSA-MENTE - Piombino (LI)


copertina-leggere-il-silenzio-x-sitoVenerdì 6 Febbraio 2015
alle ore 16,00, ANTONIO RINALDI presenta il volume Leggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici presso il Palazzo Appiani – Piombino (LI) nell’ambito del Convegno DIVERSA-MENTE Presentazione dell’approccio A.T.D.R.A. (Approccio Terapeutico Dinamico Relazionale in Acqua) un metodo sviluppato e messo appunto da Antonio Rinaldi per lavorare con l’autismo.



locandina rinaldiL’autismo negli ultimi anni sembra diffondersi in maniera iperbolica e con esso la correlata ricerca eziologica e di intervento.
Un’opportunità di riflessione, dalla analisi della stessa definizione di disturbo “pervasivo dello sviluppo”, passando per il concetto di diagnosi e di intervento, su un modo di essere, di “funzionare”, tipico dello spettro certificato, atipico rispetto alla norma, tanto affrontato nella letteratura scientifica, quanto dal pensiero comune dei libri e delle pellicole, ma forse non così diverso da una componente di ognuno di noi.
Riconoscere per curare, è il motto per poter intervenire con un bambino affetto da autismo, riuscire empaticamente a comprendere e scorgere un potenziale per lo più celato, per alimentarlo e coltivarlo, proponendo attività motivanti e diffondendo consapevolezza tra chi vive o lavora con il piccolo, primi tra tutti i genitori incatenati ed imprigionati dalla visione diagnostica del proprio figlio e per questo poco speranzosi e fiduciosi di ogni suo poter divenire.
Un libro sul sentire umano ma dagli spunti pratici su come poter insegnare nell’autismo, per come approcciarsi a lui, indipendentemente dall’attività o dal contesto contingente, solo riflettendo sul suo peculiare modo di leggere il mondo, gli altri, se stesso, nel silenzio.


Antonio Rinaldi nato a Livorno nel 1978 è Psicologo della Toscana, laureato presso l’Ateneo fiorentino, esperto in autismo.
Ha messo a punto un trattamento terapeutico-educativo-riabilitativo ad approccio integrato, basato su un modello a valenza relazionale, in acqua (piscina e in mare sfruttando l’attività del surfing)  caratterizzato dal fondamentale coinvolgimento genitoriale.
Per quanto riguarda la sperimentazione ed i risultati terapeutici collabora assiduamente con l’Azienda Sanitaria Locale di Livorno  condividendo i percorsi dei bambini.
Svolge privatamente la professione di consulente per i genitori in studio e formatore in ambito scolastico per docenti e di terapisti o semplice personale di riferimento nella vita dei bambini.
Si occupa inoltre, al di fuori dell’ambito autismo, di sostegno psicologico in studio rivestendo la classica e quotidiana funzione di psicologo nell’ascolto e nell’aiuto tramite colloqui individuali.
Associa al sostegno psicologico in studio anche un trattamento atipico in spiaggia, utilizzando il surf da onda al fine di poter offrire una concreta occasione di autostima, nell’affrontare le proprie emozioni relazionandosi all’elemento acqua in una situazione di grande scarico di tensione e produzione di forti sensazioni tipiche del vivere un’attività motivante ad alta carica emotiva.


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