By Redazione on Venerdì, 12 Novembre 2010
Category: Libri di psicologia e psicoterapia

L'arte di fermare i pensieri nei bambini



Ho appena smesso di leggere l'amore ai nostri giorni, tra scoperte di neurobiologia e psicologia evoluzionistica. Ho appena imparato che il colpo di fulmine non esiste, se non nella mera luce di motore per la corresponsione d'amorosi sensi. Ed ecco che il lungo viaggio nelle parole degli altri, in cui Edizioni Psiconline ha voluto coinvolgermi, presenta un altro messaggio di rottura: educare i bambini con la meditazione.

Penso d'un tratto alla frenesia di vita che hanno i miei ragazzi. A quel moto perpetuo che li ha accompagnati nella crescita, nonostante le mie urla e i miei continui inviti a farla finita.

"La meditazione", scrive Catia Belacchi, insegnante e pedagogista, "introduce una pausa nelle azioni ininterrotte del quotidiano, porta un momento di silenzio e di stasi e il bambino impara a stare in quel silenzio e in quella stasi e ne intuisce la necessità. Col tempo aumenteranno i momenti in cui saprà stare da solo per dedicarsi ad attività che calmano la mente: pittura e coloritura, modellaggio, ritaglio......".

Nella società della frenesia e dei cento corsi di sport e lingue straniere, con cui soggioghiamo i piccoli-uomini-crescono, il libro della Belacchi, che Edizioni Psiconline manda in libreria il prossimo 16 novembre, è un invito alla rottura del silenzio.

Fanno sorridere, pensare, riflettere, i brani che si susseguono nelle 80 pagine di questo saggio fluido ed efficace su un modo alternativo di educare, in famiglia come a scuola.
Io sono arrivata a pagina 47, al capitolo sulla meditazione per i bambini.



"La ragione per cui è necessaria la pratica della meditazione per i bambini",  dice l'autrice,  "è la stessa per cui è necessaria per gli adulti". Ti ritrovi a riflettere, a quella capacità che ferma i pensieri e immediatamente ti solleva verso una prospettiva centrata sul té più profondo e al tempo stesso in terza visione esterna.

"In famiglia", continua Catia Belacchi, "bisognerebbe riuscire a creare momenti di pausa e di silenzio. Ogni momento della giornata dovrebbe avere il suo valore in quanto tale, senza che niente si sovrapponga ad esso". "I genitori", prosegue, "dovrebbero poi trovare il tempo di portare i bambini all'aperto, a contatto con i boschi, gli spazi verdi, l'acqua, dove è più facile ascoltare le voci della natura, percepire la sensazione d'infinito, essere portati naturalmente a tacere".

Quante volte l'abbiamo fatto? Quante volte abbiamo lasciato assaporare ai nostri figli il gusto del silenzio?.

Ha coraggio questo libro, che propone di fermare i pensieri e le parole in quel villaggio globale, che nella comunicazione ha annegato l'esistenza più profonda e reale.

Al prossimo capitolo............!

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