
Indice
Prefazione (Prof. Mario Fulcheri)
Anoressia, identità e cura di sé: premesse metodologiche
Il paradosso dell’abbondanza, la silenziosa ribellione del corpo e l’aggressività repressa-inespressa
L’anoressia rabbiosa: raccontata e scritta, vissuta in prima e in terza persona, oggetto di aiuto voluto e non voluto
Approfondimenti di teoria e tecnica psicoanalitica: per meglio conoscere, per meglio diagnosticare, per meglio curare
Anoressia e diramazioni collaterali: vomiting, bulimia, binge eating disorder, obesità
L’anoressia quale dipendenza: dal cibo e dalle persone, e la sua parentela con la dipendenza dalle sostanze psicoattive
Appunti di psicologia clinica: la fatica della terapia
Appunti di psicologia della salute: informazione e sensibilizzazione, prevenzione e sostegno
I pesanti “buoni sentimenti”: la difficoltà nel passare dall’odio all’amore
Bibliografia
Note Bio-bibliografiche sugli autori
Quarta di copertina
La distorta immagine di sé; l’ossessivo autocontrollo sul corpo, sul suo peso, sul cibo da (non) inghiottire ed eventualmente vomitare; i vissuti ansioso-depressivi, i conflitti interpersonali, i disturbi sessuali e della vita affettiva in generale, il cattivo uso dell’intelligenza, la patologica strumentalizzazione della precisione e di certi ideali di irrealistico perfezionismo.
Ecco, in sintesi, l’essenziale quadro di riferimento della anoressia, un autentico paradosso per la “abbondante” civiltà occidentale.
Ma c’è dell’altro: il lato più oscuro del rifiuto del cibo. Sottile, quasi invisibile, accanto e dietro al sintomo fisico si muove una ridda di pensieri e soprattutto di fantasmi inconsci, imbevuti di immaturità e insicurezza, dipendenza e invidia, menzogna e manipolazione, ribellione e cattiveria.
“TOGLIETE IL MIO POSTO A TAVOLA!” è il comando (al tempo stesso supplichevole e patetico, gelido e ricattatorio) che ben esemplifica il desiderio di controllo sul cibo e sull’ambiente familiare-relazionale, nonché i sentimenti negativi, a lungo covati e tenuti celati, che talvolta esplodono in una “cascata di rabbia”, finalmente visibile, la quale mette a nudo il “cuore” (se così, paradossalmente, si può dire...) del dimagrimento assurto a “religione personale”.
Emerge in tal modo un particolare quadro della personalità del soggetto anoressico, il quale è perennemente in lotta: prigioniero di una muta e inconcludente rivolta nei confronti del mondo, oppresso da una aggressività repressa ed inespressa, incapace di aprire il corpo e l’anima ai giusti e salutari sentimenti, portatore di un corpo che tende al “virtuale” e ad una progressiva esagerata “mentalizzazione”.
Fredda, dura, paranoide: questa è la sintesi della anoressia rabbiosa.
Per l’anoressico che cerca di guarire, ci vuole un cuore che torni ad amare.
In fondo, la malattia conclamata e anche il più sfumato disagio consistono in una “cattiva, o mal posta, fame d’amore”. Per contrastare la fredda ossessività di una rabbia trattenuta, occorre riscaldare e sciogliere il “sofferente cuore di ghiaccio che non ha più fame”.
In questo volume narrazioni esistenziali, interviste, colloqui paziente- terapeuta e schematici resoconti di casi clinici fanno da sfondo alle teorizzazioni psicoanalitiche sul disturbo anoressico.
Rivolto sia agli operatori/ricercatori del settore sia a genitori-familiari-insegnanti, questo originale “manuale” di meta-analisi e supervisione si pone un triplice obiettivo, uno di ordine generale e due di ordine specifico:
A) fornire un ulteriore contributo ad ampio respiro, lungo la chiave di lettura incentrata sull’approccio eclettico-integrato;
B) allargare il tema della anoressia oltre il tradizionale settore della psicopatologia clinica, per sfociare nelle feconde prospettive suggerite dalla psicologia della salute;
C) evidenziare e approfondire alcuni aspetti intrapsichici inconsci talvolta “presi sotto gamba” o addirittura trascurati nella difficile valutazione e nella faticosa cura del malato di anoressia.
NON IL SOLITO LIBRO SULL'ANORESSIA.UN ORIGINALE TESTO CHE METTE A PUNTO LA SOFFERENZA NON RICONOSCIUTA, I CATTIVI SENTIMENTI E LE DIFFICOLTA' DELLA TERAPIA.
Autore
Luciano Peirone e Elena Gerardi, psicologi psicoterapeuti, lavorano a Torino.
Sono Professori a contratto di Psicologia Clinica Gerontologica alla Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara.
Hanno creato Anthropos (www.anthropos1987. org - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), una “rete” informativa, un progetto di ricerca e intervento incentrato su Salute, Cultura, Psicologia e Benessere Psico-Fisico.
Autori di libri e di numerosi articoli sia scientifici sia divulgativi, svolgono anche attività di conferenzieri.
Si occupano di psicologia clinica, psicologia della salute, psicoanalisi, sessualità, vita di coppia, processi culturali nella terza età, training autogeno, psicosomatica, disturbi del comportamento alimentare.