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Quando saremo a Reggio Emilia

Quando saremo a Reggio Emilia. Gli psicologi, il welfare e le trasformazioni della società reggiana dal dopoguerra ai giorni nostri

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Il welfare reggiano come luogo in cui si forgiano nuove identità professionali: quella dello psicologo “pubblico”, dell’educatrice di asilo nido; e vecchie identità - come quelle dello psichiatra, del maestro, etc. – si ritemprano nel lavoro e nella riflessione sul lavoro.
Il welfare dei servizi come qualcosa che rimane, al contrario di quello dei sussidi che disperde le risorse in mille e mille rivoli. Rimane e sedimenta nel tempo strutture e soggetti portatori di una cultura dei servizi. Ma anche vantaggi sul piano redistributivo.

Indice

 - Prefazione, di Alberto Burgio
- Una storia lunga sessant’anni
Appunti per una storia del welfare reggiano
1. Istituzioni del welfare e prassi amministrativa ieri ed oggi a Reggio Emilia
2. Stato centrale e welfare locale reggiano ieri ed oggi: previsioni, opportunità e realizzazioni
3. Alcune note critiche sul welfare emiliano dei giorni nostri
Nuovi servizi – nuove identità professionali
4. Appunti per una microstoria dei servizi psichiatrici per minori di Reggio Emilia dal 1968 ai giorni nostri (con Deliana Bertani)
5. Una nuova identità professionale: lo psicologo nei servizi pubblici. Cenni storici.
6. Le unità operative di psicologia clinica, l’aziendalizzazione e l’accreditamento – alcune note critiche (con Deliana Bertani)
7. Storia delle istituzioni psichiatriche (con Deliana Bertani)
8. Nidi e materne: modelli educativi
9. La scuola di ieri e quella di oggi a confronto: dal rituale pedagogico alla teatralizzazione della scena scolastica
L’appartenenza generazionale a Reggio Emilia, ieri ed oggi
10. Essere genitore oggi a Reggio Emilia: un mestiere che sin dai primi mesi si coniuga con altre istanze di tipo educativo (con Deliana Bertani)
11. Dall’etica padana del lavoro all’estetica consumista: l’adolescente reggiano di oggi a confronto con quello di ieri (e di avantieri)
12. Quindici punti per avviare una rifl essione sulla prevenzione fra i giovani reggiani d’oggi (con Deliana Bertani)
13. Giovani precari sulla linea d’ombra: entrare nel mondo adulto oggi a Reggio Emilia
14. L’integrazione dei migranti nella città e nei luoghi dell’incontro
15. Raccontiamoci: la nostra vita in un’autobiografia

Quarta di copertina

Un territorio, la provincia di Reggio Emilia, sottoposto nell’arco di pochi decenni a torsioni e trasformazioni che altrove hanno richiesto lo sforzo di sette, otto generazioni. Società contadina fino alle soglie del boom, per poi diventare industriale, ed ora nell’arco di soli 60 postindustriale e multietnica.
Un welfare locale che nasce dall’alleanza fra amministratori, e soprattutto amministratrici accorte, figlie della Resistenza e della ricostruzione, e giovani – soprattutto giovani donne – che attraverso una critica e una pratica conseguente riescono a far diventare Reggio un luogo di sperimentazione di quel welfare dei servizi che è la risposta comunista al dispendioso e clientelare welfare democristiano dei sussidi. E poi il processo di istituzionalizzazione del welfare, il suo culmine ed il suo declino.
Il welfare reggiano come luogo in cui si forgiano nuove identità professionali: quella dello psicologo “pubblico”, dell’educatrice di asilo nido; e vecchie identità - come quelle dello psichiatra, del maestro, etc. – si ritemprano nel lavoro e nella riflessione sul lavoro.
Il welfare dei servizi come qualcosa che rimane, al contrario di quello dei sussidi che disperde le risorse in mille e mille rivoli. Rimane e sedimenta nel tempo strutture e soggetti portatori di una cultura dei servizi. Ma anche vantaggi sul piano redistributivo. Nonché risorse in grado di aiutare singoli, gruppi e generazioni a rimanere se stesse nel cambiamento, e a non cadere in una situazione di anomia.
Tutto questo è nel testo “Quando saremo a Reggio Emilia – Il welfare e le trasformazioni della società reggiana dal dopoguerra ai giorni nostri”. Una storia raccontata dall’interno, da Leonardo (Dino) Angelini: uno psicologo che ha cominciato ad operare all’inizio degli anni ’70 nel CIM di Jervis, che ha contribuito alla formazione delle successive coorti di operatori della santità, della scuola e dei nidi della provincia dialogando con migliaia di essi. E prima di tutto con Deliana Bertani, psicologa anch’essa, diventata ben presto sua compagna di lavoro e di vita, i cui contributi alla “lettura” del welfare reggiano vanno ben al di là di ciò che appare nel testo.

L'autore

Leonardo Angelini, psicologo psicoterapeuta, già Resp. del Consultorio Giovani OPEN G dell’Ausl di Reggio E., attualmente Resp. di Free Student Box, supervisore di Gancio Originale e Presidente dell’Ass. di Prom. Soc. “Amici di Gancio”.

 A chi è rivolto

Psicologi, psicoterapeuti, etnologi, studenti, social worker, amministratori, educatori.

Autore
Leonardo Angelini
Anno di pubblicazione
2014
Pagine
342
Rilegatura
Brossura Filo Refe
Formato
15x21
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