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Nell'immensa città mia, la notte

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Il romanzo, che prende il titolo dal verso di una poesia di Marina Cvetaeva, poetessa geniale e sofferente che fino alla morte ha lottato contro la “belva acquattata nel folto”, è ambientato in una clinica circondata dalla campagna.
In questo microcosmo raccolto intorno a un giardino, l’autrice, ricoverata per una grave forma di depressione, racconta in prima persona il percorso che dall’inferno della malattia la conduce verso l’inaspettata salvezza, restituendole una comprensione nuova del mistero della vita.

Quarta di copertina

Il romanzo, che prende il titolo dal verso di una poesia di Marina Cvetaeva, poetessa geniale e sofferente che fino alla morte ha lottato contro la “belva acquattata nel folto”, è ambientato in una clinica circondata dalla campagna. In questo microcosmo raccolto intorno a un giardino, l’autrice, ricoverata per una grave forma di depressione, racconta in prima persona il percorso che dall’inferno della malattia la conduce verso l’inaspettata salvezza, restituendole una comprensione nuova del mistero della vita. E anche nell’avveniristica città notturna, immersa in un silenzio di vetro e acciaio, che le appare sempre in sogno, un giardino segreto inizia a germogliare. «Ci sono forze in noi più antiche dell’umano. Macchine per uccidere che devastano la nostra mente. Deserti che crescono e circondano la fragile cinta di mura che abbiamo eretto intorno al nostro giardino. Eppure, in un modo enigmatico e terribile, anche loro ci sono madri, anche da loro dobbiamo rinascere. E se qualcosa dell’umano è degno di resistere di fronte all’eterno, se c’è qualcosa che per un breve istante lo rende smisurato come le galassie, è questa capacità di chiamare madre ciò che lo distrugge e accettare di morire per rinascere ancora. Sarò sempre cittadina di due città, sempre sospesa sull’orlo del mondo, con le torri alle mie spalle e il deserto di fronte a me. A volte guardo le cose che mi circondano e so che non sono reali. So che tutto sarà cancellato, come impronte di gabbiani sulla sabbia. So che la vita è un’illusione. Ma è un’illusione bellissima, ed è tutto ciò che abbiamo.»

L'autore

Dopo il dottorato in filosofia e alcuni anni di lavoro come bibliotecaria, il suo interesse per il pensiero cinese l’ha portata a Venezia, dove si è laureata in Lingue Orientali, e a Shanghai, dove sta continuando i suoi studi.
Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di racconti Ufficio mondi smarriti e nel 2012 l’e-book illustrato Universi sospesi.
Ha pubblicato racconti su Inchiostro, Delos Science Fiction, Marea, e un diario di viaggio da Pechino sul sito di Nazione Indiana.
Il suo blog è www.mysoulinchina.com.

 A chi è rivolto

E’ un libro per tutti.

Autore
Gabriella Stanchina
Anno di pubblicazione
2014
Pagine
126
Rilegatura
Brossura Filo Refe
Formato
15x21
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