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Redazione

Gli orchi e l'anima

L’anima per Jung è intesa in due modi: come interiorità dell’uomo, e come ciò che rappresenta la “sua femminilità inconscia”. In altre opere Jung chiarisce il concetto e ci fa comprendere che l’uomo porta con sé gli elementi psicologici che egli attribuisce alla donna, quella che lui ricercherà per tutta la vita. Il suo ideale di donna.

La donna comunque appare all’uomo in diversi aspetti e connotati:
come madre, compagna, moglie, amante, figlia… varie forme della figura femminile su cui nella sua vita la sua anima si proietta. Sono forme archetipiche che lo accompagnano nella sua vita e che gli permettono di esprimere i suoi aspetti inconsci e realizzarli, togliendoli dalla pura sfera dei bisogni, dei desideri, delle aspirazioni, delle attese, delle necessità….

Le figure più importanti della donna sono così riassumibili:
- EVA, la donna primordiale, che genera e che nelle diverse mitologie è sempre presente perché portatrice di prole e di vita;
- ELENA, la donna che rappresenta l’amore profano, in tutte le sue manifestazioni e in tutte le sue forme, sino agli aspetti sessuali e alle tensioni erotiche e carnali;
- MARIA, la donna che rappresenta la maternità, l’amore protettivo e premuroso, la donna mediatrice tra i valori maschili del pensiero e della potenza a quelli della tenerezza e della sensibilità;
- infine SOPHIA, la donna che rappresenta la scienza e gli aspetti più evoluti ed emancipati del sapere e della conoscenza.

Gli orchi sono espressione di anime deviate, i cui archetipi alterati esasperano le forze della psiche. Sono generati dal deterioramento delle espressioni più significative dell’anima, quelle che dovrebbero guidare verso una vita regolata ed equilibrata che sortisce il far bene e che stabilisce l’ordine, secondo regole cariche di elementi positivi. È quell’ordine che non permette la ferocia dei comportamenti umani e la violenza che si perpetuano spesso e che prorompono in deviate forme di violenza, come se fossero generate da una consunta e raggrinzita strega nel cuore inaridito degli uomini.

Gli orchi albergano in noi e noi ne siamo portatori. Uomini e donne. Quando sono gli uomini ad esprimere questa furia omicida, è segno che essi hanno smarrito tutti gli elementi dell’anima e che le quattro figure archetipiche si confondono e portano ad una crudeltà e ad una malvagità delittuosa e criminale. Gli orchi sono nascosti nel cuore degli uomini, vi albergano contrastati dalla ragione e dai sentimenti, cioè dagli aspetti femminili che sono barriere e steccati che non permettono che la ferocia, l’insensatezza e l’imbecillità si affaccino nella vita e producano nefandezze.
Esse si alimentano con i condizionamenti esterni, con la commedia sguaiata che l’industria della superficiale e perversa scelleratezza trasmette anche con accattivanti spettacoli che le ingigantiscono, favorendone la crescita e l' esaltazione.

Quando l’uomo si riapproprierà dei valori del sentimento, della sensibilità e dell’amore, allora nascerà un nuovo umanesimo che libererà l’uomo verso orizzonti più ampi e più umani, più grandi e meno repressi. La libertà d’agire e di pensare sarà ancora una prerogativa degli uomini non condannati ai condizionamenti inferti da parole e da immagini prive di senso e da comportamenti vacui e fatui, superficiali e sciocchi. L’uomo, riprendendo consapevolezza della capacità di pensare e di costruire un mondo fatto da queste qualità femminili, oltre alle proprie, si libererà dagli orchi che premono indisturbati nelle profondità dell’anima.
di Dr. Antonio Vita


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