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Redazione

Gabriella Stanchina ci racconta come è nato il suo romanzo: "Nell'immensa città mia, la notte"

ICop_Immensa_citta_mia_nottexsitoGiovedì 19 febbraio Gabriella Stanchina ha presentato il suo ultimo libro "Nell'immensa città mia, la notte" - nella collana A Tu per Tu - Edizioni Psiconline, presso la Biblioteca Comunale di Trento.



stanchina3Nella Sala degli Affreschi della Biblioteca di Trento, il pubblico è intervenuto numeroso, e ha seguito con molta attenzione e coinvolgimento l'ottima introduzione di Marcello Farina, docente di filosofia dell'Università di Trento e la presentazione.
Al termine abbiamo intervistato Gabriella Stanchina per far conoscere meglio il suo romanzo, che prende il titolo dal verso di una poesia di Marina Cvetaeva, poetessa geniale e sofferente che fino alla morte ha lottato contro la “belva acquattata nel folto” ed è ambientato in una clinica circondata dalla campagna.
In questo microcosmo raccolto intorno a un giardino, l’autrice, ricoverata per una grave forma di depressione, racconta in prima persona il percorso che dall’inferno della malattia la conduce verso l’inaspettata salvezza, restituendole una comprensione nuova del mistero della vita.


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Quando ha deciso di scrivere Nell'immensa città mia, la notte?

logoCi ho pensato per molti anni, ma il dolore era ancora troppo vivo nella memoria, non riuscivo a tradurlo in scrittura. Poi, finalmente, ho deciso di imprimere una svolta radicale alla mia vita, mi sono iscritta nuovamente all’università, e questa trasformazione mi ha dato quel respiro necessario perché quell’ombra che mi ero portata dentro per anni trovasse un linguaggio, si facesse parola.

logo edizioni miniCi spieghi il significato del titolo.


logo“Nell’immensa città mia, la notte” è il primo verso di una poesia di Marina Cvetaeva, che nel libro riporto integralmente. Quando ho letto per la prima volta questa poesia, sono rimasta folgorata per la somiglianza tra le sue parole, così eteree e dolenti, e il mio vissuto. Cvetaeva era un genio sofferente, per tutta la vita è stata accompagnata dalla depressione, ma l’ha distillata in parole così struggenti e vere da dilatare il dolore individuale in una comprensione e compassione di tutto l’umano. Quel verso poi, richiamava il mio sogno di una città notturna, avveniristica e silenziosa, che scandisce il romanzo.


logo edizioni miniChe cosa ha rappresentato ripercorrere la storia della sua depressione, tutte le fasi fino alla guarigione?

logoHa avuto un significato terapeutico. Mi ha permesso di distaccarmi dal stanchina1dolore, quasi di tenerlo in mano e contemplarlo come una gemma oscura.
Di tracciare un intervallo di respiro e di parole tra me e quel ricordo che per troppo tempo era stato così fitto e intenso da sembrare indicibile. E di estrarne un senso che andava al di là della mia vicenda personale e poteva parlare ad altre persone, condividere e infondere speranza.


logo edizioni miniCome è riuscita a parlare del dolore?



logoMi sono servita di immagini, di metafore che potessero tradurre il dolore in un’esperienza visiva concreta. Per esempio ho parlato della mia malattia come di una belva acquattata nel folto, mortale ma vibrante di una luce e di una vita che mi era inaccessibile. Avevo in mente la tigre della poesia di Blake, “il fulgore che avvampa nelle foreste della notte”. Questa immagine guida ha aiutato me stessa a comprendere il significato della mia esperienza di guarigione. La malattia non era un corpo estraneo da distruggere o estirpare, era intimamente parte di me, si nutriva dalla mia stessa fonte di vita, mi mostrava il mio volto in uno specchio oscuro.
Si trattava perciò, attraverso il percorso terapeutico, di costruire tra me e la depressione una parete di cristallo che mi permettesse di osservarla e interrogarla senza esserne divorata.

logo edizioni mini...E soprattutto anche del dolore vissuto da altri? Nel libro si intrecciano anche altre storie, altri personaggi a cui lei ha restituito voce e ha donato una nuova vita.

logoSì, da quegli anni mi trascinavo dietro anche le storie di tante persone conosciute dentro la clinica e fuori, che mi avevano confidato e affidato le loro parole. Queste storie avevano in sé una bellezza e una potenza che spesso il mondo non riconosce, perché la depressione è una malattia che sfocia nel silenzio. Io non volevo che quella ricchezza andasse perduta.

stanchina5logo edizioni miniPuò considerarsi una storia di dolore ma anche di speranza?


logoCertamente, la storia si conclude con un ritorno alla luce, ed è disseminata di confini,di varchi, direi quasi di fessure nella crisalide che annunciano il dischiudersi del cielo. Ritornare alla vita significa recuperare la dimensione dell’umano, ricominciare con pazienza a prendersi cura del mondo, a coltivare la bellezza della terra. Ricordando che la malattia, nel suo grande pericolo, ci è stata madre, ci ha plasmati e costretti a rinascere.


logo edizioni miniNel libro è interessante il parallelo tra la vita reale e quella del sogno, della città avveniristica che sembra però essere collegata alla realtà, intravedendo nella città notturna un'avvisaglia di guarigione, di voglia di affacciarsi nuovamente alla vita e viverla per quella che è.

logoIl sogno descritto nel libro ha realmente accompagnato le mie notti durante gli anni della depressione. Sprofondavo nel sonno e mi ritrovavo in questa città notturna e disabitata, di un silenzio angelico, camminavo tra i suoi grattacieli illuminati, respiravo la purezza sovrumana di questo luogo che non conosceva il male. Era una consolazione. Poi una notte, poco dopo la mia guarigione, ho sognato che in quella vastità minerale c’erano delle foglie,il presagio di un giardino segreto nel cuore della città. Indicandomi questo altrove, il sogno ha probabilmente esaurito la sua funzione, perché non è più ritornato.

logo edizioni miniA quale pubblico si rivolge?


logoMi piacerebbe in particolare che questo libro potesse raggiungere chi soffre di questa malattia, e coloro che per professione o amore stanno loro vicini. Per aiutarli a penetrare nel mondo interiore di chi soffre, e che spesso appare chiuso e inaccessibile.


logo edizioni miniQuale messaggio vuole trasmettere attraverso il suo racconto?


logoChe c’è una luce al termine della notte, di ogni notte. E che, tuttavia, di quella notte siamo impastati, da essa dobbiamo imparare. Vorrei leggere un brano del mio libro che secondo me esprime sinteticamente il significato profondo del mio lavoro di scrittura: “Ci sono forze in noi più antiche dell’umano. Macchine per uccidere che devastano la nostra mente. Deserti che crescono e circondano la fragile cinta di mura che abbiamo eretto intorno al nostro giardino. Eppure, in un modo enigmatico e terribile, anche loro ci sono madri, anche da loro dobbiamo rinascere. E se qualcosa dell’umano è degno di resistere di fronte all’eterno, se c’è qualcosa che per un breve istante lo rende smisurato come le galassie, è questa capacità di chiamare madre ciò che lo distrugge e accettare di morire per rinascere ancora.


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Redazione

Antonio Rinaldi ha presentato "Leggere il silenzio" presso la Libreria Arcadia di Roma

rinaldi_arcadiaSabato 21 Febbraio presso la Libreria "Arcadia" di Roma,  Antonio Rinaldi ha presentato il suo ultimo lavoro "Leggere il silenzio, lavorare con i bambini autistici".
Al termine della presentazione, lo abbiamo intervistato per conoscere meglio il suo libro e il metodo da lui ideato.


rinaldi_arcadia2Numerosa l'affluenza all'evento, vario il target dei presenti in platea, dall'educatore, allo psicologo, ai docenti a semplici interessati all'argomento in questione, ovvero l'autismo ed in particolare l'approccio A.T.D.R.A. messo a punto dal Dott. Rinaldi.
Grazie alla attenta introduzione di Giorgio Gizi, coproprietario della libreria e alle mirate domande si è creato un' importante occasione di riflessione condivisa.
Dal libro alla filosofia dell'approccio A.T.D.R.A. al metodo e agli strumenti di intervento, Rinaldi è arrivato a descrivere oltre alla terapia in acqua (piscina), la Surf-Therapy ("Surfing Voice"), per la quale risulta essere pioniere in Italia e per certi versi a livello internazionale.
Sul finale è stata narrata l'esportazione di questa innovativa tecnica di intervento alle Isole Canarie (Tenerife), prima tappa di diffusione all'estero di Surfing Voice.
Presto partirà sul territorio romano un corso di formazione sul metodo A.T.D.R.A. al fine di rafforzare la rete di lavoro che vede già presenti nella città di Roma, alcuni operatori formati nell'approccio.


Di seguito l'intervista che Antonio Rinaldi ci ha gentilmente concesso.


logo edizioni miniInnanzitutto, una spiegazione sul titolo: cosa voleva intendere con l’espressione “Leggere il silenzio”?


logoDi primo istinto pensai ad un titolo come "ascoltare il silenzio", ma immediatamente pensai che non sarebbe stato veritiero o comunque completo. Il silenzio non va solo ascoltato ma anche compreso, così come si fa con una versione di latino, si legge pensando immediatamente al significato che nel globale riusciamo a carpire indipendentemente dai singoli significati delle parole.
Il silenzio è spesso pieno di significati sebbene lo si veda vuoto per la difficoltà di riconoscere i significanti.


logo edizioni miniPerché ha scelto di parlare dell’autismo? Si sente coinvolto, a livello professionale, da questo argomento?


rinaldiSono stato da sempre incuriosito dall'atipicità dell'essere autistico e durante i miei studi accademici oltre ai libri di testo di psicopatologia dello sviluppo iniziai a documentarmi con altri volumi sull'argomento sino ad elaborare una mia ipotesi di intervento legata all'utilizzo dell'elemento acqua.
Iniziando questo tipo di intervento nelle piscine della mia città iniziai a ricevere nel mio "studio liquido" sempre più bambini con tale patologia, sino ad arrivare ad occuparmi principalmente di tale ambito.


logo edizioni miniCome riesce a descrivere così accuratamente le caratteristiche dell’autismo, tanto da parlare di una iper-logicità e di una iper-sensibilità?


rinaldiCome dicevo sopra, vivo da anni in diretto contatto con soggetti con tale particolarità e grazie ai tanti casi da me trattati e confrontando i miei risultati con studi sull'argomento ed esperienze altrui, posso con certezza parlare di iper-logica e iper-sensibilità come punti di forza di tali soggetti. Chiunque li viva al di là di una scrivania, non può che riconoscere questi loro aspetti.


logo edizioni miniQuanto può essere difficile relazionarsi con un bambino autistico?


copertina-leggere-il-silenzio-x-sitorinaldiIn realtà può esser impossibile come semplicissimo a seconda di come ci poniamo per primi nel cercare la relazione con loro. Pretendere il loro plasmarsi ad un nostro modo di percepire, di comprendere la realtà, non è assolutamente la giusta via per creare un ponte relazionale e comunicativo con loro. Una capacità empatica e plastica è il presupposto di base per operare con soggetti autistici.


logo edizioni miniSecondo la sua esperienza, i genitori come reagiscono e come agiscono con un figlio con diagnosi di autismo?


rinaldiIn tale ambito di intervento ritengo sia fondamentale strutturare in parallelo al lavoro con il bambino, un altrettanto importante lavoro di ascolto e sostegno genitoriale.
Il metodo "a.t.d.r.a." da me ideato e strutturato in questi anni fonda il suo operare su questo doppio binario di intervento. dalla consegna della diagnosi risulta fondamentale dapprima accogliere, ascoltare ed accompagnare il genitore attraverso un percorso delicato quanto di enorme crescita personale, dai duri passaggi di sofferenza e rabbia ma anche di amore e riscoperta del proprio figlio.


logo edizioni miniIn base a quanto da lei osservato, chi ha più difficoltà a capire e relazionarsi con un bambino autistico? Al contrario, chi arriva prima al suo mondo e può trovare più facilmente un canale comunicativo?


rinaldiA mio parere troverà più difficoltà a capire e a relazionarsi con un bambino autistico chi per primo dimostrerà rigidità di pensiero e poca disponibilità ad andare oltre l'etichetta diagnostica che lo caratterizza.
Al contrario chi avrà voglia di scoprire, di ascoltare, di non ergersi in cattedra di fronte ad esso potrà godere di quel privilegio speciale del ricevere e del poter donare.


logo edizioni miniCome è arrivato ad adottare il trattamento integrato in acqua? Può spiegarci brevemente in cosa consiste e come può essere applicato?


rinaldiPer mia personale esperienza il contatto con l'elemento acqua è stato costante della mia crescita.
Il trattamento in acqua secondo il metodo  a.t.d.r.a.® (approccio terapeutico dinamico relazionale in acqua), da me creato e strutturato negli anni, è stato il punto di partenza del mio lavoro con soggetti affetti da disturbo dello sviluppo e tutt'oggi è il principale contesto nel quale conduciamo interventi. tale terapia sfrutta le peculiarità percettive, contenitive dell'elemento acqua, per operare in maniera integrata sulle chiusure relazionali e comunicative e sulle conseguenti difficoltà comportamentali dei bambini.
Questo tipo di intervento utilizza la relazione come principale strumento di cura e come la surf-therapy pone la motivazione e l'attivazione emotiva come motori del sistema dinamico che si innesca tra chi opera ed il bambino.


logo edizioni miniCi sono indicazioni particolari per questo tipo di trattamento? Possono esserci delle controindicazioni, invece, per cui non sempre può essere messo in opera?


rinaldiElemento fondamentale del lavoro in acqua risulta esser il coinvolgimento genitoriale nel tipico ruolo di "feedback".
La piscina, così come ogni altro contesto nel quale si applica a.t.d.r.a. secondo il metodo stesso infatti risulta esser la placenta di un nuovo rapporto genitore-figlio, dove entrambi guidati dall'operatore che lavora con il piccolo, possano riscoprire se stessi e l'altro all'interno di quella diade che per natura appare di difficile consolidamento.
Indicazione particolare per questo tipo di intervento dunque riguarda l'alleanza con il genitore rispetto agli assiomi dell'operare.
Non esistono controindicazioni né soggetti per i quali tale terapia non sia indicata,  in quanto ciò che caratterizza l'intervento è una personalizzazione del programma nelle modalità e nei fini di ogni sessione.


logo edizioni miniQuanto la sua esperienza ha influito nella stesura di questo libro? E quanto essa si è discostata ed ha arricchito i sempre più numerosi studi sullo spettro autistico?


rinaldiDirei che la mia esperienza professionale ha influito totalmente sulla stesura del volume "leggere il silenzio". Sfogliarlo ancora oggi mi rimanda immediatamente a quella sensazione di speciale spettatore di grandi passi compiuti da questi bambini spesso poco riconosciuti nel loro meraviglioso potenziale umano e cognitivo.
A dir la verità leggo moltissimo sull'autismo e ogni tanto qua e là trovo analogie con il mio modo di vedere il disturbo e correlatamente gli interventi destinati ad esso, ma per la maggior parte dei casi, eccetto per i romanzi, la letteratura scientifica rimane per lo più ricalcante il quadro diagnostico che purtroppo schematizza il soggetto evidenziando i suoi limiti e le difficoltà ad essi correlate.
Nella stesura di questo volume come nei corsi di formazione sul metodo a.t.d.r.a. in particolar modo tengo a ribadire che un buon lavoro terapeutico deve vertere sui punti di forza del soggetto non sui suoi deficit affinché si possa innescare quel meraviglioso processo di apertura e rafforzamento di competenze ed abilità.


logo edizioni mini A chi si sente di rivolgere le indicazioni contenute nel suo libro?



rinaldiIn particolar modo a chiunque lavori con l'autismo o lo viva direttamente, quali familiari, amici, ma anche insegnanti di sostegno, educatori, operatori, colleghi psicologi e perché no, non me ne vogliano, anche qualche neuropsichiatra.
In realtà penso con sincera umiltà che questo libro possa non piacere ma altrettanto ritengo che possa esser letto anche dai non addetti ai lavori, perchè parla della vita, del rispetto che ognuno di noi ha diritto di ricevere e soprattutto obbligo di portare, parla dei silenzi di ognuno di noi, della dolcezza di quel non detto tanto chiaro quanto incontriamo la voglia di esser ascoltati.
Un leggero tocco, un sussurro, uno sguardo, di queste cose è fatta la vita e in queste pagine questa è la protagonista.

logo edizioni miniVorrebbe aggiungere qualche commento o considerazione finale?



rinaldiRingrazio voi per questa possibilità di raccontare ciò che vivo.
"Leggere il silenzio" inizialmente era molto più ampio, poi lo ridussi a neanche un centinaio di pagine, nonostante sia nel suo aspetto molto fine ha per me un enorme valore, per cui ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto le loro impressioni e anche chi non mi ha rimandato alcun feedback ma mi ha permesso di riposare su un comodino, di andare in vacanza in una valigia, di stare in compagnia di altri volumi in una grande libreria.
Dentro queste pagine c'è tanto di me, della mia vita, del mio cuore.
Grazie.


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Redazione

"Intervento psicologico per la scuola e metodi narrativi" il nuovo libro di Annamaria Improta è in libreria

intervento-psicologico-scuolaxsitoIntervento psicologico per la scuola e metodi narrativi. Strategie per la costruzione dell'intervento è il nuovo lavoro di Annamaria Improta nella Collana Strumenti  - Edizioni Psiconline  e propone una metodologia di intervento davvero innovativa.



Il libro ha l'intento di suggerire vie e modalità per la risoluzione dei conflitti.
L'autrice propone metodi operativi concreti, basati sulla conoscenza di sé per arrivare alla conoscenza e all'accettazione della diversità dell'altro.
Il metodo utilizzato nel presente lavoro è la narrativa autobiografica e nel corso del testo viene argomentata una riflessione sull’utilizzo di tali metodi in ambito scolastico. Nell’articolazione del testo si propone, infatti, la valorizzazione dell’esperienza personale degli allievi a partire dalle loro narrazioni e, attraverso l’istituzione di un setting di gruppo, ci si propone di portarli ad acquisire chiavi di lettura del contesto, finalizzate all’attribuzione di senso.
ragazzi e rahazzeAttraverso il metodo narrativo-autobiografico gli studenti vengono invitati a raccontarsi allo scopo di avviare una riflessione volta a ricostruire e, dunque, riconoscere come apprendono, attribuendo senso a tale processo.
Paolo Gritti (Professore di Psichiatria Seconda Università degli Studi di Napoli) nella sua prefazione al libro afferma : "è singolare quanto spesso i ricordi di scuola siano oggetto della conversazione terapeutica. La propria esperienza di studente, dall’infanzia alla giovane età adulta, rimane impressa nella memoria di ciascuno di noi in maniera vivida. Molti avvenimenti, anche importanti della nostra vita, sono destinati all’oblio ma gli anni di scuola non vanno mai perduti, dunque c’è qualcosa di quella esperienza che sostiene il ricordo e che alimenta aspetti della nostra identità. (...) Molti anni dopo, ricordiamo i nostri anni di scuola non per le nozioni che allora avevamo appreso, spesso del tutto dimenticate, ma per dei legami di allora con gli insegnanti ed i compagni di classe. Dunque raccontare genera legame duraturo fra narratore ed ascoltatori".


Il testo consta di tre parti che simboleggiano la teoria, la prassi e la riflessione sulla prassi che orienta l’azione clinica.


Nella Parte Prima: Paradigmi teorici vengono presentati i modelli portanti dell’Intervento psicologico per la scuola nella società complessa (cap. 1) e del Metodo autobiografico (cap. 2), utilizzato nel corso dell’intervento.


La Parte Seconda: Intervento psicologico per la scuola:
l’autobiografi a come metodo formativo e il resoconto come strumento di orientamento dell’intervento rappresenta il medium di congiunzione, in ottica costruttivistica, tra la teoria e la pratica dell’intervento, con una riflessione sui perché di una scelta metodologica e professionale (capitolo 3).


Nella Parte Terza: Intervento in una scuola secondaria inferiore viene articolata invece la fase progettuale della Costruzione dell’intervento (cap. 4) e della Riflessione sull’Intervento (cap. 5), avvenuta contemporaneamente alla realizzazione dell’intervento stesso, in cui vengono sottolineati gli aspetti di circolarità che hanno reso possibile la costruzione dell’intervento stesso.
Nelle Conclusioni, infine, viene presentato un bilancio sintetico dell’intera esperienza.


"Leggerlo per il lettore sarà apprendere una metodologia di intervento assolutamente innovativa, che ha dimostrato essere efficace e che può entrare a far parte di contesti scolastici altri, al fine di rendere l’alunno e l’insegnante sempre più responsabili nei processi di costruzione e ricostruzione delle identità. Leggere il libro sarà un’occasione per riflettere sulla necessità di valorizzare la capacità degli alunni di riflettere in solitudine ma anche di confrontarsi con l’altro in un rapporto di estraneità che valorizzi le diversità come 'valore aggiunto'." Linda Scognamiglio (Psicologa - Dottore di Ricerca in Scienze della mente - Centro di Psicologia Clinica Territoriale di San Giorgio a Cremano - Essebi )

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Redazione

Parliamo di autismo con Antonio Rinaldi sabato 21 febbraio - Libreria Arcadia Roma

copertina-leggere-il-silenzio-x-sitoSabato 21 febbraio alle ore 19,00, ANTONIO RINALDI parla ancora di autismo durante la presentazione del suo libro Leggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici, presso la Libreria Arcadia in Via Senofane 143 – Roma.
Nel corso della presentazione di Leggere il silenzio, l’autore parlerà anche della Surfing Therapy.


Rinaldi, pioniere della Surfing Therapy nel nostro paese, è il fondatore del progetto "SURFING VOICE", diretto ai bambini autistici e alle loro famiglie. Questa forma di intervento terapeutico si è poi estesa fino a curare o lenire forme di disagio, le più diverse (stati d’ansia, insicurezza cronica, disabilità post traumatiche, etc. ).


L’autismo negli ultimi anni sembra diffondersi in maniera iperbolica e con esso la correlata ricerca eziologica e di intervento.
Un’opportunità di riflessione, dalla analisi della stessa definizione di disturbo “pervasivo dello sviluppo”, passando per il concetto di diagnosi e di intervento, su un modo di essere, di “funzionare”, tipico dello spettro certificato, atipico rispetto alla norma, tanto affrontato nella letteratura scientifica, quanto dal pensiero comune dei libri e delle pellicole, ma forse non così diverso da una componente di ognuno di noi.
Riconoscere per curare, è il motto per poter intervenire con un bambino affetto da fotoautismo, riuscire empaticamente a comprendere e scorgere un potenziale per lo più celato, per alimentarlo e coltivarlo, proponendo attività motivanti e diffondendo consapevolezza tra chi vive o lavora con il piccolo, primi tra tutti i genitori incatenati ed imprigionati dalla visione diagnostica del proprio figlio e per questo poco speranzosi e fiduciosi di ogni suo poter divenire.
Un libro sul sentire umano ma dagli spunti pratici su come poter insegnare nell’autismo, per come approcciarsi a lui, indipendentemente dall’attività o dal contesto contingente, solo riflettendo sul suo peculiare modo di leggere il mondo, gli altri, se stesso, nel silenzio.


Antonio Rinaldi nato a Livorno il 4/07/1978 è Psicologo esperto in autismo.
Ha messo a punto un trattamento terapeutico-educativo-riabilitativo ad approccio integrato, basato su un modello a valenza relazionale, in acqua (piscina e in mare sfruttando l’attività del surfing) caratterizzato dal fondamentale coinvolgimento genitoriale.


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Presentazione a Trento del libro "Nell'immensa città mia, la notte" di Gabriella Stanchina

ICop_Immensa_citta_mia_nottexsitoGiovedì 19 febbraio 2015 alle ore 17,30, GABRIELLA STANCHINA presenta il suo ultimo romanzo Nell’immensa città mia, la notte presso la Sala degli Affreschi della Biblioteca Comunale, Via Roma 55, Trento.
Ne parla con l’autrice Don Marcello Farina.



locandina trentoIl romanzo, che prende il titolo dal verso di una poesia di Marina Cvetaeva, poetessa geniale e sofferente che fino alla morte ha lottato contro la “belva acquattata nel folto”, è ambientato in una clinica circondata dalla campagna. In questo microcosmo raccolto intorno a un giardino, l’autrice, ricoverata per una grave forma di depressione, racconta in prima persona il percorso che dall’inferno della malattia la conduce verso l’inaspettata salvezza, restituendole una comprensione nuova del mistero della vita.



“Ciò che a distanza di anni ancora mi riempie di stupore è l’assenza di ogni indizio e presagio. Molti temono la follia, e ciò che li inquieta non è l’inferno, ma il suo lento e graduale annunciarsi, l’orrore di un lento disfacimento dell’essere. Non temete, vorrei dire loro. Non vi sarà nulla, assolutamente nulla, se non il cedimento istantaneo del mondo, lo schiocco sordo di una lastra di ghiaccio che si incrina, e il silenzio sterminato del tempo che non cesserà più di ritornare”.

E anche nell’avveniristica città notturna, immersa in un silenzio di vetro e acciaio, che le appare sempre in sogno, un giardino segreto inizia a germogliare.



«Ci sono forze in noi più antiche dell’umano. Macchine per uccidere che devastano la nostra mente. Deserti che crescono e circondano la fragile cinta di mura che abbiamo eretto intorno al nostro giardino. Eppure, in un modo enigmatico e terribile, anche loro ci sono madri, anche da loro dobbiamo rinascere. E se qualcosa dell’umano è degno di resistere di fronte all’eterno, se c’è qualcosa che per un breve istante lo rende smisurato come le galassie, è questa capacità di chiamare madre ciò che lo distrugge e accettare di morire per rinascere ancora. Sarò sempre cittadina di due città, sempre sospesa sull’orlo del mondo, con le torri alle mie spalle e il deserto di fronte a me. A volte guardo le cose che mi circondano e so che non sono reali. So che tutto sarà cancellato, come impronte di gabbiani sulla sabbia. So che la vita è un’illusione. Ma è un’illusione bellissima, ed è tutto ciò che abbiamo.»

L'autrice
Dopo il dottorato in filosofia e alcuni anni di lavoro come bibliotecaria, il suo interesse per il pensiero cinese l’ha portata a Venezia, dove si è laureata in Lingue Orientali, e a Shanghai, dove sta continuando i suoi studi.
Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di racconti Ufficio mondi smarriti e nel 2012 l’e-book illustrato Universi sospesi.
Ha pubblicato racconti su Inchiostro, Delos Science Fiction, Marea, e un diario di viaggio da Pechino sul sito di Nazione Indiana.


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Interessante presentazione a Reggio Emilia del libro Costruttori di cerchi di Massimiliano Anzivino

flyercostruttoriAltro appuntamento con Costruttori di cerchi di Massimiliano Anzivino, questa volta di scena a Reggio Emilia, città dell'autore.
Domenica 1 febbraio 2015 alle 11,00 la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, all'interno dell'iniziativa Domeniche in Panizzi, ha ospitato, con il titolo Dialoghi sulla scuola felice: un incontro possibile con la psicologia, la presentazione del testo all'interno della Sala Reggio.



 ANZIVINO2Alla presenza di una trentina di persone, sono state commentate da Massimiliano Anzivino le linee principali del libro, raccontando il modello di lavoro sviluppato negli anni proprio a partire dalle scuole superiori di Reggio Emilia. C'è stato lo spazio per raccontare aneddoti, storie, contraddizioni ed emozioni di una viaggio coinvolgente alla ricerca di un equilibrio nel rapporto tra due mondi ancora un po' distanti come la psicologia e la scuola.


Nella seconda parte della mattinata c'è stato spazio per condividere modelli operativi anche grazie alla presenza di addetti ai lavori che quotidianamente vivono questo tentativo di incontro e che hanno offerto un personale contributo al dibattito.


ANZIVINO1Costruttori di cerchi è una metafora di un modo di intendere le relazioni e di vivere il proprio mandato lavorativo uscendo, pur rispettandoli, dai vincoli formali per rimettere in moto quei processi relazionali che hanno bisogno di ascolto, rispetto, fiducia e calore umano per essere riavviati. È la proposta di ritrovare la consapevolezza della centralità di aspetti semplici ma spesso dati per scontati, dimenticati e non considerati, come sono, gli ingredienti essenziali per una scuola e una comunità felice.


AANZIVINO3l termine solita trasformazione con la disposizione in cerchio di tutti i presenti per sperimentare quanto sia bello ma anche faticoso e difficile disporsi in questo modo che significa aprirsi agli altri in una dimensione di possibilità e al contempo incertezza.
Nei prossimi mesi sono in programma altre presentazioni, tutte in Emilia-Romagna, le date sono ancora da definire.


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Ciro Pinto e Giovanna Albi presentano i loro libri a San Benedetto del Tronto

PINTOEALBISabato 14 febbraio 2015 alle ore 17,30, CIRO PINTO e GIOVANNA ALBI ancora una volta insieme, presenteranno i loro rispettivi lavori “L’uomo che correva vicino al mare” e “In analisi. Diario di una ribellione” presso il Palazzo Bice Piacentini (Sala della Poesia), Via del Consolato 12 San Benedetto del Tronto.




La presentazione è organizzata dall’Associazione Culturale Alchimie d’arte.
Conduce: Tanya Del Bello
Relatore: Domenico Parlamenti
La lettura di alcune pagine sarà a cura di Angy Verdecchia
Intervento critico per Giovanna Albi Dott.ssa Antonella Baiocchi
Intervento critico per Ciro Pinto Prof.ssa Anna Maria Vitale

in_analisi_x-sitoIn analisi. Diario di una ribellione
Si tratta di un diario psicoanalitico che racconta la vita di Giulia e della sua decisione di trovare un editore che lo pubblichi.
Sottesa è la ricerca di un’idea di libertà dai vincoli del passato e la proiezione in un futuro di benessere in cui l’unico farmaco è l’amore, che come un balsamo ristora l’anima di Giulia. Si avverte pungente l’idea di un riscatto e di una ricerca mai spenta del senso della vita, da ricercarsi nelle radici della storia dell’uomo.

 

Giovanna Albi

Giovanna Albi nasce a Teramo dove consegue la maturità classica. Si laurea in Lettere Classiche e in Filosofia. Insegna dal 1987 latino e greco e collabora con l’Università degli Studi di PG. Ha seguito un tirocinio psicoanalitico lacaniano di sette anni. Socia del centro Studi Composteliano ha percorso a piedi e per due volte il Cammino francese di Santiago di Compostela; la via Francigena dal Monginevro a Roma, il Cammino di San Francesco da La Verna a Poggio Bustone.
Ha pubblicato nel 2010 Splenderò nell’ombra; nel 2011 L’avventura di Santiago con la Robin edizioni; nel 2012 Odore di bimbo - La storia di Chiara con la Robin Edizioni.
Ha vinto premi letterari con la pubblicazione di racconti.

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L'uomo che correva vicino al mare

L'uomo che correva vicino al mare
Un uomo corre vicino al mare per sfuggire alla malattia, alle iatture della vita e alla morte.
Il protagonista tenta ogni giorno di perpetuare le sue abitudini anche dopo la morte della moglie, come un pazzo che, crollata la casa, rimane fuori a governare il giardino come se nulla fosse successo.
La sua vita si sgretola pian piano, la sua corsa lo porta dentro i suoi ricordi, mentre la mente si sfoca e si perde nella nebbia di un precoce invecchiamento.
In questa corsa all’indietro ritrova innanzi a sé i dilemmi mai risolti: la perdita della madre quand’era ancora bambino, il ricordo del padre, abbandonato troppo frettolosamente dentro una morte improvvisa e rapida, come uno schiaffo talmente forte da ammazzare persino il dolore.
Una storia d’intima sofferenza, con riflessioni e spunti.
I temi del ricordo, della famiglia e della riflessione sulla vita molto intensi e toccanti si sviluppano attraverso luoghi e momenti diversi, seguendo la trama del romanzo.

pintoCiro Pinto è nato a Napoli nel novembre del 1953, dove tuttora risiede. Ha pubblicato nel settembre del 2012 il suo primo romanzo: Il problema di Ivana, Edizioni Draw Up. Menzione d’onore al Premio Internazionale di Letteratura, 27ma edizione Phintia 2013.
Terzo classificato, sezione editi, al Premio di Letteratura Circe, I edizione. Menzione speciale dell’Asso Artisti Nazionale nell’ambito del Premio Circe.
Ha pubblicato due racconti su Storie brevi de La Feltrinelli nel 2013 e un racconto nell’antologia Crisalide, Edizioni Draw Up, Ottobre 2012, di cui ha curato l’editing ed è stato coordinatore editoriale. È inoltre autore di diverse poesie, tra cui alcune premiate e pubblicate in antologie Artemuse e Circumnavigarte.
L’uomo che correva vicino al mare si è classificato al secondo posto, nella sezione inediti, al Premio di Letteratura Circe, I edizione 2013 (primo classificato dalla Giuria dei lettori).
Vincitore del Premio Nabokov 2014

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Leggere il silenzio di Antonio Rinaldi al Convegno DIVERSA-MENTE - Piombino (LI)


copertina-leggere-il-silenzio-x-sitoVenerdì 6 Febbraio 2015
alle ore 16,00, ANTONIO RINALDI presenta il volume Leggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici presso il Palazzo Appiani – Piombino (LI) nell’ambito del Convegno DIVERSA-MENTE Presentazione dell’approccio A.T.D.R.A. (Approccio Terapeutico Dinamico Relazionale in Acqua) un metodo sviluppato e messo appunto da Antonio Rinaldi per lavorare con l’autismo.



locandina rinaldiL’autismo negli ultimi anni sembra diffondersi in maniera iperbolica e con esso la correlata ricerca eziologica e di intervento.
Un’opportunità di riflessione, dalla analisi della stessa definizione di disturbo “pervasivo dello sviluppo”, passando per il concetto di diagnosi e di intervento, su un modo di essere, di “funzionare”, tipico dello spettro certificato, atipico rispetto alla norma, tanto affrontato nella letteratura scientifica, quanto dal pensiero comune dei libri e delle pellicole, ma forse non così diverso da una componente di ognuno di noi.
Riconoscere per curare, è il motto per poter intervenire con un bambino affetto da autismo, riuscire empaticamente a comprendere e scorgere un potenziale per lo più celato, per alimentarlo e coltivarlo, proponendo attività motivanti e diffondendo consapevolezza tra chi vive o lavora con il piccolo, primi tra tutti i genitori incatenati ed imprigionati dalla visione diagnostica del proprio figlio e per questo poco speranzosi e fiduciosi di ogni suo poter divenire.
Un libro sul sentire umano ma dagli spunti pratici su come poter insegnare nell’autismo, per come approcciarsi a lui, indipendentemente dall’attività o dal contesto contingente, solo riflettendo sul suo peculiare modo di leggere il mondo, gli altri, se stesso, nel silenzio.


Antonio Rinaldi nato a Livorno nel 1978 è Psicologo della Toscana, laureato presso l’Ateneo fiorentino, esperto in autismo.
Ha messo a punto un trattamento terapeutico-educativo-riabilitativo ad approccio integrato, basato su un modello a valenza relazionale, in acqua (piscina e in mare sfruttando l’attività del surfing)  caratterizzato dal fondamentale coinvolgimento genitoriale.
Per quanto riguarda la sperimentazione ed i risultati terapeutici collabora assiduamente con l’Azienda Sanitaria Locale di Livorno  condividendo i percorsi dei bambini.
Svolge privatamente la professione di consulente per i genitori in studio e formatore in ambito scolastico per docenti e di terapisti o semplice personale di riferimento nella vita dei bambini.
Si occupa inoltre, al di fuori dell’ambito autismo, di sostegno psicologico in studio rivestendo la classica e quotidiana funzione di psicologo nell’ascolto e nell’aiuto tramite colloqui individuali.
Associa al sostegno psicologico in studio anche un trattamento atipico in spiaggia, utilizzando il surf da onda al fine di poter offrire una concreta occasione di autostima, nell’affrontare le proprie emozioni relazionandosi all’elemento acqua in una situazione di grande scarico di tensione e produzione di forti sensazioni tipiche del vivere un’attività motivante ad alta carica emotiva.


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Redazione

Il nuovo calendario delle presentazioni di Edizioni Psiconline

LIBRIDopo la pausa delle festività natalizie i nostri autori si sono messi al lavoro per proporre al pubblico, sempre più numeroso e interessato, un calendario delle presentazioni che si svolgeranno nel mese di febbraio 2015.



presentazioniDomenica 1 febbraio 2015
alle 11,00, MASSIMILIANO ANZIVINO presenta:
"Costruttori di cerchi.
Psicologia possibile per una scuola felice" 
nella Sala Reggio della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.
L'evento intitolato "Dialoghi sulla scuola felice: un incontro possibile con la psicologia" sarà l'occasione per parlare insieme ad altri professionisti del settore, di scuola e psicologia. Si parlerà di come sta la scuola italiana negli ultimi anni, di cosa significa collaborare con la scuola come consulente, di alcune proposte operative, in un certo senso di un modello operativo che nebiblioteca panizzigli anni ha dato speranza pur non essendo la risposta definitiva alle tante domande ancora aperte.
La presentazione rientra all'interno del programma delle Domeniche in Panizzi che andranno avanti fino all'estate e vedono ogni settimana un'attività con autori del territorio o con temi di interesse locale.


 

presentazioniGiovedì 5 Febbraio 2015 alle 21,00 ELEONORA CAPITANI presenta "Come in un film. Il cinema come mezzo di espressione di sé", presso l'Associazione Culturale Alma, in via De Ginori 19, Firenze.
Utilizzando tecniche psicologiche, cinematografiche e meditative, Eleonora Capitani accompagna il pubblico in un percorso di autoconsapevolezza.
Si parlerà del libro e a seguire l'autrice sarà disponibile per una sessione di domande e risposte e per guidare una delle meditazioni contenute nel libro.

 

locandina rinaldiVenerdì 6 Febbraio 2015 alle ore 16,00ANTONIO RINALDI presenta il volume "Leggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici" presso il Palazzo Appiani - Piombino nell'ambito del Convegno DIVERSA-MENTE Presentazione dell'approccio  A.T.D.R.A. (Approccio Terapeutico Dinamico Relazionale in Acqua) un metodo sviluppato e messo appunto da Antonio Rinaldi per lavorare con l'autismo.

 

PINTOEALBISabato 14 febbraio 2015 alle ore 17,30, CIRO PINTO e GIOVANNA ALBI ancora una volta insieme, presenteranno i loro rispettivi lavori "L'uomo che correva vicino al mare" e "In analisi. Diario di una ribellione" presso il Palazzo Bice Piacentini, Via del Consolato 12  San Benedetto del Tronto.
La presentazione è organizzata dall'Associazione Culturale Alchimie d'arte

 

 

 

Stanchina-LOCANDINAGiovedì 19 febbraio 2015 alle ore 17,30, GABRIELLA STANCHINA presenta
Nell'immensa città mia, la notte presso la Sala degli Affreschi della Biblioteca Comunale, Via Roma 55Trento.
"Ciò che a distanza di anni ancora mi riempie di stupore è l'assenza di ogni indizio e presagio. Molti temono la follia, e ciò che li inquieta non è l'inferno, ma il suo lento e graduale annunciarsi, l'orrore di un lento disfacimento dell'essere. Non temete, vorrei dire loro. Non vi sarà nulla, assolutamente nulla, se non il cedimento istantaneo del mondo, lo schiocco sordo di una lastra di ghiaccio che si incrina, e il silenzio sterminato del tempo che non cesserà più di ritornare".
Ne parla con l'autrice Don Marcello Farina

copertina-leggere-il-silenzio-x-sitoSabato 21 febbraio alle ore 19,00, si parla ancora di autismo con ANTONIO RINALDI, presso la Libreria Arcadia in  Via Senofane 143 - Roma. Nel corso della presentazione di Leggere il silenzio. Lavorare con i bambini autistici, l'autore parlerà anche della Surfing Therapy.
Rinaldi, pioniere della Surfing Therapy nel nostro paese, è il fondatore del progetto “Resumption”, diretto ai bambini autistici e alle loro famiglie. Questa forma di intervento terapeutico si è poi estesa  fino a curare o lenire forme di disagio, le più diverse (stati d’ansia, insicurezza cronica, disabilità post traumatiche, etc. ).
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A Firenze la presentazione di Come in un film di Eleonora Capitani

come-in-un-filmGiovedì 5 Febbraio 2015 alle 21,00 ELEONORA CAPITANI presenta "Come in un film. Il cinema come mezzo di espressione di sé", presso l'Associazione Culturale Alma, in via De Ginori 19, Firenze.




come in un fimUtilizzando tecniche psicologiche, cinematografiche e meditative, Eleonora Capitani accompagna il pubblico in un percorso di autoconsapevolezza.
Si parlerà del libro e a seguire l'autrice sarà disponibile per una sessione di domande e risposte e per guidare una delle meditazioni contenute nel libro.

L’Arteterapia consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica di pensieri, vissuti ed emozioni. Si tratta di un percorso di autoconoscenza, di consapevolezza e di trasformazione interiore, essa è infatti principalmente un’efficace metodologia di crescita personale.
Nel laboratorio descritto in Come in un film è stata utilizzata una metodologia a carattere pratico-esperenziale in cui ogni partecipante ha la possibilità di costruire gradualmente il proprio personaggio utilizzando la scrittura creativa come mezzo di espressione profonda di sé, condividendo poi con gli altri le proprie emozioni e i propri vissuti nei gruppi di condivisione regolarmente svolte alla fine di ogni sessione, per poi giungere infine alla messa in scena dei lavori svolti.

Eleonora Capitani è psicologa e si occupa di condurre corsi di meditazione e gestire gruppi di condivisione.
Ha frequentato il corso di Regia Cinematografica presso la SNCI ottenendo la qualifica di “Tecnico della ripresa e del montaggio di immagini ...”, e il corso di Sceneggiatura presso CinEuropa.
Ha scritto e diretto i cortometraggi: La tenda del tempo e Invito al concerto.
Ha partecipato a vari cortometraggi come aiuto regista e segretaria di edizione e ha scritto soggetti e sceneggiature per cortometraggi e lungometraggi.
Attualmente lavora come libera professionista.
Partecipa regolarmente a convegni e corsi di formazione per rimanere sempre aggiornata in ambito psicologico e cinematografico.

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La recensione di Tecniche di distensione immaginativa di Enrico Magni

copertina-tecniche-di-distensione-x-sitoTecniche di distensione immaginativa. Manuale di auto aiuto di Enrico Magni, 2013, pagg. 160, euro 14,00, anche in versione epub sullo store Bookrepublic,  è stato recensito dai volontari di “LIBROMONDO”, Centro di Documentazione sull’Educazione alla Pace e alla Mondialità di Savona.
La recensione è stata pubblicata successivamente sulla newsletter di “LIBROMONDO” e noi la pubblichiamo volentieri sul nostro Blog.



L’autore, che ha svolto la professione di psicoterapeuta per più di trent’anni nel settore del disagio psicosociale e della salute mentale, ha sviluppato un eserciziario che sia uno strumento di aiuto alla persona.
Un manuale semplice e chiaro che chiunque possa comprendere e usare.
Prima di tutto, si impara a scoprire il corpo e la mente, come si sia soggetti a tensioni sociali, personali, relazionali, lavorative, affettive.
Poi si deve saper gestire il malessere e le alterazioni, fatiche, ansie, rabbie.
Si parla di training autogeno, biofeedback, ipnosi, distensione immaginativa. Gli esercizi devono essere registrati e poi ascoltati dal lettore stesso che avrà la possibilità di “sintonizzare la voce interna con quella esterna.
È un modo per conciliare il dialogo interno con quello esterno, è un riconoscersi.[…] "Ascoltare la propria voce, interiorizzarla, accettarla è il primo passo per conoscere una parte di sé”. “L’occhio sensoriale della mente - scrive l’autore- è la metafora che ricompare nei vari esercizi e svolge una funzione di accompagnamento nell’esecuzione. […] Sviluppando l’occhio sensoriale della mente, è possibile sperimentare nuovi percorsi dell’esistere”. Infatti, la scoperta del sé è un processo complesso e faticoso ma fattibile, ascoltando le voci che abitano il corpo e la mente. “Le emozioni chiedono di essere ascoltate, accolte dalla parola […] Le conclusioni ognuno le scrive da solo […] servono esclusivamente a se stessi per comprendere la dimensione evolutiva o regressiva dell’esperienza che si sta vivendo.”


ENRICO MAGNI FLAEnrico Magni, psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, ipnologo, specialista in Criminologia ha operato presso il Servizio Sanitario Nazionale della provincia di Lecco, negli anni ottanta nei servizi dell’infanzia, negli anni novanta nella tossicodipendenza e disagio giovanile e in seguito presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera di Lecco, ora opera come libero professionista.
È stato docente di Criminologia presso l’Université des Sciences de l’Homme Paris, Dipartimento italiano, Padova.
È iscritto all’albo dei periti – CTU- presso il Tribunale di Lecco. È autore di diversi articoli scientifici e di saggi sul disagio psicologico e sociale tra i vari: Il volo di Rust: il disagio giovanile dentro e fuori il mito, Editore Bertani, 1997; Il male di vivere, Edizioni Sapere, 2003; La discarica dei folli, Edizioni Sapere, 2005; L’atto violento: aspetti biologici, psichici, psichiatrici, Edizioni Sapere, 2006; Droghe ricreative. Le life skills per crescere in-dipendenti, Franco Angeli, 2010; Parlo con te. Ragazzi, genitori, insegnanti, Edizioni Sapere, 2011; Tecniche di distensione immaginativa, manuale di auto-aiuto. Edizioni Psiconline, 2013; Storie borderline della mia pipa. Edizioni Psiconline, 2014


a cura del Centro di Documentazione sull’Educazione alla Pace e alla Mondialità di Savona


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Redazione

Nella mente di Jane di Tiziana Campanella è su Issuu.com

Nella mente di Jane - Tiziana CampanellaNella mente di Jane. Emergere dal silenzio è il romanzo di Tiziana Campanella nella Collana A Tu per Tu di Edizioni Psiconline, disponibile anche nella versione epub sul nostro store.
Da oggi è possibile leggere un estratto del romanzo su ISSUU.COM.



campanellaJane è una storica d’arte e vive a Roma. Il suo lavoro consiste nell’estenuante ed appassionante ricerca e catalogazione di dipinti, appartenenti ad una collezione privata, che non possiedono ancora un nome ed una connotazione.
Vive la realtà narcisistica e liquida dei nostri tempi, senza confini, senza reali incontri, dove ci si perde e disperde negli sguardi della gente, senza mai riuscire a contattarla veramente, provando intimamente una sensazione di sconfinato vuoto interiore.
Parallelamente a questa ricerca, emergerà il bisogno di un’altra, che porterà Jane alla scoperta di sé stessa.
Dalla confusione iniziale, che suscita sensazioni di smarrimento e scissione, si evolve progressivamente verso una condizione, o stato mentale d’integrazione, dove tutto rientra in una cornice d’appartenenza dotata di senso.
Così, lentamente, prenderà via in Jane la ricerca di sé e così come i suoi quadri un’identità troveranno così, i suoi due mondi finalmente combaceranno.
Nella mente di Jane parla di un enorme divario tra l’ideale e la realtà. Parla della possibilità di un cambiamento attraverso l’esperienza fatta di relazioni. Parla di un grande e profondo bisogno di essere visti e compresi pienamente, del bisogno di un modello da seguire, di una traccia da lasciare, del bisogno nascosto di amare. Prima di tutto se stessi.
È dedicato a tutte quelle persone che soffrono silenziosamente e che difficilmente riescono a chiedere aiuto. Forse, perché la fiducia in un contatto autentico, è andata perduta. Inconsapevoli che, ciò che resta, è la delusione che continua imperterrita a sussurrare.
Il romanzo è un invito a contattare e riattivare quella luce di speranza e di entusiasmo che esiste in ognuno di noi e che, per un motivo o per l’altro, è momentaneamente, dispersa. È un modo intimo per comunicare un disagio emotivo e relazionale che si può affrontare e recuperare.
jane1Tiziana Campanella nata a Putignano (BA), vive a Roma. È Psicologa e Psicoterapeuta individuale e di gruppo, conduttrice di classi di bioenergetica. Laureata presso l’Università Sapienza in Psicologia Dinamica e Clinica e specializzata in Analisi Bioenergetica ad indirizzo corporeo.
Ha collaborato con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Roma C dal 2008 al 2011. Coautrice insieme al Direttore della UOC dell’Asl Roma C de Salute Mentale e Governance. Una cultura condivisa e le ragioni di una filosofia organizzativa.
Attualmente svolge attività clinica privata.


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Intervista a Nina Monica Scalabrin autrice del "Signor Parkinson"

10476304_10202622550149340_3132575522975354344_nAbbiamo chiesto a Nina Monica Scalabrin di parlarci approfonditamente del suo libro, Signor Parkinson.
L'intervista è davvero interessante a dà molti spunti di riflessione.




10576944_10202656119716161_5338584321368681081_nQuando Nina Monica Scalabrin apprende che la madre è affetta un’atipica sindrome di parkinsonismo, viene travolta dal dolore insieme con tutta la sua famiglia. Da questo dolore inizia un dialogo con il "Signor Parkinson" un uomo immaginario e malvagio che ha distrutto la sua vita, ma ben presto questo gioco terapeutico si trasformerà in qualcosa di utile e produttivo.
Piano, piano spogliata dal suo dolore, Monica sarà in grado di offrire tutto il suo aiuto possibile alla madre che procede a piccoli passi verso la fine, offrendole lei stessa il suo prezioso appoggio e tutta la sua forza interiore per accettare la triste verità che talvolta la morte non è sempre negativa, sarebbe molto peggio pensare al dolore come ad una abitudine di vita.
Parliamo con l'autrice del suo libro e di come è cambiata la sua vita a seguito della malattia di sua madre.

logo edizioni miniQuando ha maturato la decisione di scrivere questo libro?

 

logoDopo avere appreso della malattia di mia madre mi sentivo molto sola e spaventata e cominciai a tenere un diario per annotare le mie sensazioni e soprattutto per descrivere ciò che mi stava accadendo attorno riguardo all'inattesa malattia di mia madre. Riempiendo foglio dopo foglio di un semplice quaderno a righe mi resi conto, insieme alla psicoterapeuta che a quell'epoca appoggiava la mia famiglia stravolta dalla situazione, che quel diario minuziosamente curato nei minimi particolari, dove ogni giorno imprimevo la mia pena sperando che si staccasse dalla mia anima, potesse diventare un libro e fu così che incominciò questo mio percorso letterario.

logo edizioni miniCome è stato ripercorrere le sofferenze vissute da sua madre e dai suoi familiari?

logoScrissi il libro di getto, intendo che la storia della malattia di mia madre coincise perfettamente all'epoca in cui io raccontai la sua storia. Mi ci volle molto tempo per trovare la forza di rileggerlo. Quel periodo terribile si era stampato nella mia memoria in tutta la sua crudeltà e per molto tempo cercai solo di dimenticare per costruirmi nuova nell'anima e cercare di trovare uno spiraglio per ricominciare una vita normale. Intendo riprendere a lavorare, ad avere un contatto con gli amici e a prendermi cura di me stessa e del resto della mia famiglia che aveva bisogno di me.

logo edizioni miniHa mai sentito di non farcela, e dove ha trovato il coraggio per affrontare la malattia di sua madre che improvvisamente ha stravolto la vita di tutti i suoi cari?

logoSì certo, ho avuto dei grandi momenti in cui pensavo di non farcela ad affrontare una situazione così terribile. Vedere una madre che in soli due mesi perde qualsiasi funzione motoria e vocale e si trasforma in un vegetale da accudire, da consolare e da amare incondizionatamente senza che lei ci possa più dare nulla in cambio è stato durissimo ma insieme anche la rivelazione della mia vita. Attraverso la sua malattia ho appreso un infinità di cose in poco tempo, forse mi ci sarebbe voluta una vita per capire quanto siamo fortunati quando siamo sani. Perché quando stiamo bene tutto ci passa accanto senza sfiorarci, diamo peso a cose di scarso valore. Attraverso la mia disperazione in molti momenti mi sono fatta coraggio pensando a questo altrimenti non so se sarei riuscita a superare.

logo edizioni miniL'esperienza di questa malattia l'ha cambiata?

 

logoNotevolmente! Oggi se mi volto indietro vedo una Monica fragile, disperata, alla ricerca di Dio e della fede e mi rendo conto di quanto il male purtroppo possa insegnare molto più del bene. Il dolore mi ha insegnato ad essere forte, l'amore a lottare per chi amo. Sembra strano ma il dolore e la gioia fanno parte della stessa materia, senza uno non esisterebbe l'altro. Entrambi mi hanno trasformata e dotata di una forte disciplina caratteriale, mi hanno reso più obbiettiva e capace di valutare quanto sia importante la vita di chi ami e anche la tua. Questo lo trovo un grande punto di arrivo. Essere fragili ti rende un naufrago in balia di te stesso, prendere coscienza dei valori terreni ti da una grande potenza e ti fa sentire bene.

logo edizioni miniIl percorso di psicoterapia, quindi le tecniche utilizzate, (es. la scrittura delle lettere) che l’hanno portata a scrivere questo libro quanto reputa che siano efficaci per lei?

logoCredo che sia una tecnica molto efficace. I dolori che nascono dentro di noi a lungo andare diventano pesanti come pietre così anche le nostre ossa. Scrivere questo libro come "gioco" terapeutico è stato un po' come lavare il mio dolore con degli stracci gelati dall'inverno. Dentro di me c'erano mostri che mi trattenevano e mi tenevano arroccata al passato, riversarli su fogli di carta è stato come intrappolare il mio dolore ed impedirgli di tornare dentro di me. Ho molta fiducia negli psicoterapeuti, forse una seduta di psicoterapia ogni tanto fa bene all'anima, ci fa vedere chiaro anche dove c'è buio. Noi esseri umani siamo un tutt'uno di ricordi e dolori sepolti dentro il nostro cuore a volte è bene svuotare il nostro inconscio, una pulizia profonda non fa mai male.

logo edizioni miniQuali consigli darebbe a chi sta vivendo la stessa esperienza narrata nel suo libro?

logoE' molto difficile dare consigli, purtroppo l'esperienza dell'uomo davanti alla sofferenza è sempre un fatto singolo ma dal basso della mia umiltà posso dire di non accanirsi contro un male irreversibile. So che può sembrare sbagliato non cercare tutte le strade possibili per salvare qualcuno da una situazione logrante ma a volte la medicina può fare più male che bene. In sostanza voglio dire che esistono situazioni in cui purtroppo bisogna accettare l'idea surreale che non sempre è giusto tenere in vita chi sta soffrendo.

logo edizioni miniQuali sono gli interventi da mettere in atto per migliorare la vita di pazienti affetti dal Parkinson e dei loro familiari?

logoOggi giorno i malati di Parkinson assumendo regolarmente i farmaci necessari a tenere sotto controllo il progredire della malattia per molti anni possono condurre una vita quasi normale. Lo sport per mantenere elastica la muscolatura è fondamentale così come l'alimentazione. Esiste una vera e propria dieta per tenere sotto controllo i sintomi. Questo sarebbe stato il destino di mia madre se non si fosse trattato di un Parkinson atipico. In ultima istanza voglio aggiungere che chi vive serenamente è in grado di fare miracoli sia per se stesso che per gli altri quindi se siete a contatto con un portatore di questo morbo il regalo più bello che possiate farle è quello di trattarlo come una persona sana. Non c'è niente di peggio di infonderle agitazione, i malati di Parkinson sono spesso persone che soffrono di depressione e di forti stati ansiosi. Farli vivere sereni talvolta è efficace quanto una medicina.

logo edizioni miniCosa pensa, oggi, del tema dell’eutanasia?

 

logoPenso che sia una decisione a cui si arriva nel tempo. All'inizio della malattia di mia madre ricordo un episodio spiacevole, uno scontro verbale con dei fautori di una petizione a favore dell'eutanasia a cui io mi risolvi in malo modo cacciandoli dalla camera dove mia madre tutt'ora si trova. Oggi purtroppo come ho scritto nel mio libro nelle mie preghiere sono passata dal "Ti prego Dio falla vivere" a "Ti prego Signore falla morire presto". La vita a volte può passare da uno stato di gioia infinita ad una vera e propria punizione ed a malincuore mi rendo conto che non sempre la morte è un male ma quasi una liberazione e forse i malati stessi incapaci di comunicarci le loro sensazioni desiderano inconsciamente che tutto possa cessare all'improvviso. Col senno di oggi, dopo questa malaugurata situazione, mi ritengo favorevole all'eutanasia.

logo edizioni miniPensa che scriverà altri libri utilizzando la stessa tecnica?

 

logoSto già scrivendo un altro libro. Amo raccontarmi un po' come facevo quand'ero ragazzina in cui riempivo giornalmente il mio diario annotando i miei progressi nella società e anche le mie frustrazioni e i miei disastri emotivi. Credo che infondo la gente normale ami misurarsi con il resto del mondo sapere che sotto questa Luna siamo tutti uguali amiamo, soffriamo e cerchiamo di inventarci il modo migliore per andare avanti. Si, infondo credo che questa tecnica di condividere il bello e il brutto che è dentro di noi serva un po' a tutti come metodo per sentirci simili. Nel mio prossimo romanzo scriverò quanto sia bella la vita probabilmente mi orizzonterò verso una storia d'amore dei nostri giorni quindi difficile sicuramente.

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Redazione

"Signor Parkinson" di Nina Monica Scalabrin la recensione di Edizioni Psiconline

Sig_ParkinsonXsito"Signor Parkinson" è l'ultimo lavoro di Nina Monica Scalabrin nella collana A Tu per Tu.
"Una poetica simbiosi tra madre e figlia che trasforma la tristezza della morte in un delicato inno alla vita dove la forza dell’amore è in grado di compiere miracoli inimmaginabili e abbattere barriere insormontabili come la paura dell’assenza e del silenzio eterno della morte".



Il libro è nato grazie ad un delicato percorso terapeutico che l’autrice ha seguito insieme alla famiglia.
È iniziato tutto attraverso la scrittura di una lettera, indirizzata ad un uomo malvagio ed immaginario che ha distrutto la sua vita, il Signor Parkinson. Questa lettera è diventata, per l’autrice stessa, una forma di diario sul quale annotare tutte le emozioni, le sensazioni che provava nell’assistere al lento spegnersi della madre.


La madre Maria Luisa, maestra elementare di mezza età, nella primavera del 2006 si ammala di una terribile malattia neurodegenerativa, chiamata Parkinson, nonostante i tentativi di cura, la malattia prende il sopravvento ed allora inizia un racconto di tutti i cambiamenti che la signora Maria Luisa avvertiva.


L’autrice scrive: “Rimanere intrappolati dentro il proprio corpo sospesi tra il vuoto dell’esistenza e il tormento della mente è molto peggio che sparire divorati dal nulla.” Con questa frase si denota la profonda sofferenza che l’autrice racconta dall’avvento dei primi sintomi di malattia al suo lento decorso. Si rivolge in prima persona al "Signor Parkinson" come se fosse realmente un essere umano, rimproverandolo, e chiedendogli spiegazioni del perché avesse condotto quella famiglia a crollare nella disperazione più totale.
Il Signor Parkinson tocca tematiche attuali di grande impatto sociale come il tema dell’eutanasia, raccontando come l’autrice sia venuta a contatto con la decisione di porre o non porre una firma su di una petizione a favore dell’eutanasia. Descrive la ricerca di un fisioterapista, mettendo in luce l’importanza di questa figura professionale, nello scenario delle malattie neurodegenerative.


La Scalabrin attraverso il suo racconto  evidenzia quanto, questo percorso psicoterapeutico, sia stato fondamentale per riscoprirsi più forte nell’animo.


Il Signor Parkinson mostra che la potenza della scrittura fa riuscire a trovare una giusta correlazione tra gli eventi dando in questo modo un senso a tanta sofferenza.


Il libro è scritto con un linguaggio semplice e scorrevole, è ricco di descrizioni  di paesaggi  e allo stesso tempo colmo di sentimenti che fanno vivere il lettore la lacerazione dell’animo, il timore, la disperazione che vive l’autrice nel vedere la madre prigioniera di un corpo ormai inerte.


A cura della dott.ssa Angela Chiara Leonino

Guarda la scheda del volume sul sito.

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Redazione

Marzia. Due donne, Marco Andreoli ci racconta il lungo viaggio di una donna a un bivio

IMG_20150110_154449Abbiamo incontrato Marco Andreoli in una fredda ma assolata mattina di gennaio, perché ci incuriosisce molto conoscere come e perché ha deciso di scrivere Marzia. Due donne.
Il mondo di una donna raccontato da un uomo.

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Redazione

"Accogliere il migrante" di Rosamaria Vitale e Rosalba Terranova Cecchini è in libreria

copertina-accogliere-il-migrante-sitoAccogliere il migrante. Tecniche di psicologia transculturale in situazioni di emergenza, è l'ultimo lavoro di Rosamaria Vitale (Medico Chirurgo Specialista in psicologia e Psicoterapeuta, docente presso la Scuola di Psicoterapia Transculturale della Fondazione Cecchini Pace a Milano e responsabile per Medici Volontari Italiani dei progetti riguardanti i rifugiati) e Rosalba Terranova Cecchini (Fondatrice e Presidente Emerito della Fondazione Cecchini Pace di Milano e Direttore dell'Istituto Transculturale per la Salute, della Fondazione) nella collana Ricerche e Contributi in Psicologia (180 pagine 20,00 Euro).





[caption id="attachment_3743" align="alignright" width="300"]accogliere migrante Rosamaria Vitale con profughi eritrei a Milano

Il libro si rivolge a tutti gli operatori di diversa professionalità che in ambito sia sociale che sanitario svolgono attività di accoglienza, presa in carico e cura di stranieri, siano essi migranti per
motivi economici, richiedenti asilo, minori non accompagnati, rifugiati. Riassume il lavoro svolto da maggio 2011 a febbraio 2013, periodo di tempo in cui Rosamaria Vitale ha collaborato a quella che è stata definita dal Ministero dell’Interno “Emergenza Nord d'Africa”. I dati, le osservazioni, i colloqui, presentati nel libro, sono il resoconto di quanto è avvenuto in quei ventidue mesi trascorsi nei vari centri di accoglienza di Milano presso i quali l'autrice ha lavorato.


Partendo dall’analisi di una situazione di emergenza che si è verificata in Italia nel corso 2011, in seguito alle ribellioni che hanno caratterizzato i paesi del Nord Africa portando un afflusso improvviso di circa 50.000 migranti, il libro intende mostrare attraverso esempi concreti come l’utilizzo di una precisa metodologia di lavoro transculturale faciliti una buona “accoglienza”, anche in situazioni molto difficili, e ponga le basi per buoni percorsi di integrazione.
Il contesto da cui la ricerca ha preso l’avvio è quindi quello di uno screening psico-culturale effettuato nell’ambito di una emergenza umanitaria, politica e sociale, che ha visto come protagoniste ondate anomale di richiedenti asilo che si muovevano nella quotidianità di piccoli paesi e grandi città di tutta Italia; dunque una “emergenza umanitaria” nel nostro territorio nazionale.


Nel libro sono presentate tecniche e strumenti che permettono all’operatore di entrare in contatto con la persona straniera in modo veloce ma empatico, di fare una valutazione immediata sia dei problemi psicologici che sociali, di intravederne gli sviluppi possibili in ambedue i campi e di instaurare quindi una corretta presa in carico, nel caso si evidenziasse la necessità di un intervento terapeutico, ed un adeguato accompagnamento nell’inserimento sociale e lavorativo per tutti.
Il lavoro pratico è esemplificato da quindici esempi, dieci dei quali sono storie di migranti senza alcuna patologia e cinque invece sono rappresentative di episodi psicopatologici rilevati durante la permanenza nei centri. I test e la scheda dell’identikit culturale hanno permesso di annotare le caratteristiche psico-culturali di ciascun migrante e di conoscere la sua visione del mondo. La descrizione del metodo è anche un occasione per
manualizzare la tecnica di incontro transculturale.




[caption id="attachment_3744" align="alignleft" width="240"]Rosamaria Vitale con alcuni richiedenti asilo. Rosamaria Vitale con alcuni richiedenti asilo.

Questo lavoro con immigrati richiedenti asilo è stata anche occasione per “mettere alla prova”, l’apporto dottrinario delle nuove posizioni mentali che sono richieste a tutti gli operatori nell’affrontare i processi transculturali ormai ineludibili sia per chi opera in determinati contesti, abituati alla cultura occidentale in continua evoluzione, sia per gli abitanti di altre culture coinvolte in radicali cambiamenti.
Ogni scheda compilata racconta di vicende umane di migranti, a volte drammatiche, e della loro speranza di una vita migliore e di come ciascuno di loro abbia avuto motivazioni, situazioni e percorsi diversi.  Nel libro si evidenzia come purtroppo soltanto pochi di essi si rendessero effettivamente conto di quanto sarebbe stato difficile vedere realizzati i loro obiettivi: lavoro, soldi, casa.


Guarda la scheda del volume sul sito.

http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/accogliere-il-migrante
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La recensione di Videogiochiamo a scuola, l'ultimo libro di Luca Pizzonia

videogiochiamo a scuola x sitoVideogiochiamo a scuola, nella collana Strumenti di Edizioni Psiconline, è l'ultimo lavoro di Luca Pizzonia e vuole essere una guida all'utilizzo dei videogiochi e delle simulazioni per migliorare le modalità di insegnamento e apprendimento.


Giocare a scuola: sembrerebbe, a primo colpo, una contraddizione, quasi un ossimoro. Se poi si pensa al videogioco tra i banchi degli edifici scolastici, non si può non pensare a bambini o adolescenti, che, annoiati dalla solita lezione alla lavagna, cercano qualcosa di divertente da fare, ludico, ricreativo sì, ma anche deviante e deleterio per la concentrazione e lo studio. Figurarsi, quindi, quanto esso possa essere distante dall’apprendimento.

Eppure, secondo Luca Pizzonia, sta proprio qui lo snodo per un apprendimento “nuovo” ed efficace, un apprendimento attivo, che incuriosisce ed arricchisce di un sapere consapevole: esplorare, cercare, catturare (nel vero senso della parola), le caratteristiche, le dinamiche, le cause e tutto ciò che è insito nell’argomento da focalizzare.

L’autore, infatti, apre tutta la sua dissertazione con una spiegazione più che esaustiva su cosa sia, in concreto, l’apprendimento e ne introduce due modalità essenziali: quella percettivo-motoria, che sarebbe la tipologia più antica ed abitudinaria, contrapposta a quella simbolico-ricostruttiva, ovvero quella più recente e più proficua. È proprio quest’ultima, che, grazie al coinvolgimento diretto del soggetto, non solo riesce a fargli comprendere passo per passo l’essenza del fenomeno in analisi, ma lo guida anche ad una manipolazione pratica di quello che sta imparando, grazie alla tecnica della simulazione. Essendo il videogioco lo strumento principale che si serve di quest’ultima, nonché il canale comunicativo prediletto da bambini ed adolescenti, non resta che integrare questa risorsa con le attività didattiche tipiche del programma scolastico.

L’efficacia di questa ipotesi, sviluppata da Luca Pizzonia lungo tutto il discorso, viene gradualmente esplicata e confermata attraverso l’apporto di teorie, testimonianze e studi di altri colleghi, che ne hanno constatato gli effetti positivi a lungo termine. Non solo: egli dedica l’ultima parte ad un elenco di videogiochi concretamente presenti ed utilizzabili e, non da ultimo, cita, quale esempio a lui più vicino, proprio il software Sopravvivere, una simulazione creata da egli stesso.

Pizzonia affronta un tema sicuramente interessante, ma altrettanto vasto e giovane. Questo libro, quindi, può essere visto come una prima guida sulle tipologie presenti e da usare, tenendo presente, però, che restano alcune tematiche da approfondire: le modalità con le quali approcciarsi e sfruttare questa metodica, per esempio; la classificazione in base ai destinatari (adolescenti o bambini), oppure in base alle abilità richieste; infine, la gestibilità di tale tecnica con bambini e ragazzi che presentano una disabilità mentale.

Videogiochiamo a scuola è, comunque, una lettura altamente istruttiva e stimolante, ricca di esempi concreti, attraverso i quali avere un riscontro della teoria che sottostà a tutto il libro: l’apprendimento migliore è quello attivo, una delle sue modalità più efficaci consiste nella simulazione e la sua forma più  idonea per la scuola (e l’istruzione in generale) è il videogioco perché “I videogiochi permettono di provare e riprovare, apparentemente solo per arrivare alla conclusione della partita. Ma questa iteratività porta con sé anche il graduale miglioramento dei propri gesti, il piacere derivante dall’accettare una sfida e dall’esercizio pratico (meglio se di difficoltà crescente in maniera graduale), ossia un apprendimento per prove ed errori.” (pag. 36) e “Questi software mettono a disposizione un ambiente nel quale esercitare la classica curiosità infantile, attraverso divertenti percorsi che facilitano lo sviluppo di abilità cognitive. I bambini non si stancano di tentare differenti strategie, perché la loro esplorazione dei programmi ha lo scopo di scoprirne tutti i trucchi, arrivando ad un apprendimento più qualitativo e meno mnemonico.” (pag. 37).

 

a cura della Dott.ssa Alice Fusella


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Intervista a Marco Minelli autore di 101 Anagrammi Zen

foto minelli2Cosa accade quando uno psicologo, che è già impegnato nell’attività clinica di tutti i giorni, si appassiona anche all’enigmistica classica?
Per avere delle risposte a questa e ad altre domande, scaturite dalla lettura del libro 101 Anagrammi Zen nella collana Punti di Vista di Edizioni Psiconline, abbiamo intervistato l'autore Marco Minelli.

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Francesca Romana Orlando ci parla de La città bianca, suo ultimo romanzo.

Francesca Romana OrlandoLa città bianca di Francesca Romana Orlando è da pochi giorni in libreria, ma l'autrice è già impegnata in varie città italiane per presentare il suo romanzo, che suscita l'interesse di molti, dato anche il tema trattato e cioè i rischi legati all'esposizione a radiofrequenze emesse da cellulari, wi-fi, cordless ecc.




Francesca Romana Orlando, giornalista professionista, è esperta di divulgazione scientifica.
Ha conseguito prima il Perfezionamento in Scienze della Comunicazione presso la Sapienza e poi la Specializzazione in Analisi e Gestione della Comunicazione all'Università di Tor Vergata, facendo esperienza presso la redazione di Rai News 24 e del Tg3 Nazionale. Ha vinto nel 2000 il Premio speciale della giuria del Rotery Club Roma Nord-Ovest "C. Casalegno" per la qualità del percorso formativo. Dalla fine degli anni '90 alla metà degli anni 2000 ha lavorato per diverse riviste del settore delle telecomunicazioni e dell'editoria digitale, tra cui Media 2000, ZdNet, Internet Magazine, Internet World, e-Business e molte altre. Di recente collabora per Sicurezza Sanitaria e scrive articoli per il sito di A.M.I.C.A. (www.infoamica.it), un'associazione che si occupa di inquinamento chimico ed elettromagnetico. Per la stessa associazione, che ha co-fondato nel 2003, organizza annualmente convegni medico-scientifici. Nel 2010 ha pubblicato il saggio "Il Cerchio Perfetto" sul conflitto di interessi nelle politiche ambientali e di salute pubblica

Sicuramente torneremo a parlare de La città bianca, anche in occasione delle prossime presentazioni, abbiamo ritenuto però interessante intervistare Francesca Romana Orlando, durante la sua partecipazione a Più libri più liberi a Roma.

logo edizioni miniCome mai l'idea di scrivere un giallo su un argomento così importante come l'inquinamento elettromagnetico?

 

Francesca Romana Orlando logoNegli ultimi anni mi sono interessata sempre di più alla questione dei campi elettromagnetici perché è un tipico esempio in cui si osserva il divario tra conoscenze scientifiche e legislazione. A fronte di maggiori evidenze, infatti, di un rischio legato all'esposizione a radiofrequenza emessa dalle tecnologie senza fili - come wi-fi, cellulari, cordless, ecc. - manca un recepimento da parte delle agenzie di salute pubblica e i governi stentano ad intraprendere misure di tutela della salute più cautelative.

 logo edizioni miniCome ha avuto l'idea di mischiare dati reali con dati fantastici?

 

Francesca Romana Orlando logoHo avuto l'idea di utilizzare elementi fantastici per approfondire questioni reali da un maestro della narrativa contemporanea, Michael Crichton, che nei suoi romanzi è riuscito a trattare di argomenti scientifici complessi e del loro impatto sulla società in modo accattivante e comprensibile a tutti.

 logo edizioni miniIl libro è molto avvincente ma anche molto corposo, come mai il racconto si svolge in così tante pagine?

Francesca Romana Orlando logoMi piaceva far entrare gradualmente il lettore in mondi che sono probabilmente distanti dalla sua vita quotidiana, come quello della ricerca scientifica, delle agenzie di salute pubblica, delle società di consulenza e di pubbliche relazioni, dell'industria delle telecomunicazioni e della criminalità organizzata.
Attraverso un intreccio crescente che corre in parallelo negli Stati Uniti, in India, in Italia e in Inghilterra, ho messo in correlazione questi contesti per mostrare che la ricerca scientifica è fortemente condizionata dagli interessi economici e politici. E' noto, infatti, che l'industria sia solita finanziare studi ad hoc e servirsi di esperti di pubbliche relazioni per produrre verità di comodo che rassicurano l'opinione pubblica in merito ai prodotti che mette in commercio.
Nel caso dell'industria delle telecomunicazioni, poi, questa forma di condizionamento della ricerca è stata ampiamente dimostrata e analizzata da un punto di vista sociologico. Personalmente ho preferito far conoscere questi problemi attraverso la narrativa, invece che attraverso un trattato di sociologia, anche perché questo condizionamento si presta a interpretazioni fantasiose sulla possibile commistione tra industria e criminalità organizzata.

logo edizioni miniCi parli delle caratteristiche dei protagonisti. 

 

Francesca Romana Orlando logoIl libro è corale nel senso che ci sono tanti protagonisti che si trovano di fronte ad una scelta. L'idea del romanzo nasce da un personaggio in particolare, quello della dottoressa Cassandra Conte, biologa dell'Istituto Superiore di Sanità che è chiamata da un Giudice del Tribunale di Secondo Grado di Roma ad esprimersi in merito alla pericolosità delle antenne della telefonica mobile.
Ho immaginato Cassandra Conte all'apice della sua carriera. Figlia di un decano della medicina italiana, la Conte ha raggiunto all'Istituto Superiore di Sanità una delle posizioni più prestigiose a cui un biologo possa ambire nel nostro Paese. Man mano che approfondisce la questione della pericolosità dei campi elettromagnetici emessi dalle antenne, si rende conto di non condividere le posizioni rassicuranti delle agenzie di salute pubblica, come l'OMS e lo stesso istituto per cui lavora, perché secondo molti studi scientifici i campi elettromagnetici possono causare molte patologie anche al di sotto degli attuali limiti di legge.
La protagonista, dunque, si trova ad un bivio: seguire la propria deontologia professionale e dare ragione ai cittadini oppure attestarsi sulle posizioni rassicuranti delle agenzie di salute pubblica e dare ragioni ai gestori della telefonia mobile. A complicare la sua decisione arriva la proposta di un lavoro estremamente remunerativo da una fondazione di ricerca finanziata dall'industria delle telecomunicazioni. Sarà l'incontro con uno scienziato indiano a darle il coraggio di decidere, ma non senza conseguenze impreviste.
copertina-citt-bianca-x-sitoIl personaggio di Raj Kotak, fisico indiano, mi è stato ispirato da una persona reale, il Prof. Girish Kumar, del Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'Istituto IIT di Bombay in India, il quale ha presentato al proprio governo proprio un rapporto sulla pericolosità delle antenne dei cellulari e ha avuto un'esperienza personale di elettrosensibilità. E' stato diversi mesi male con un progressivo aumento di sintomi che è riuscito a ricollegare alle esposizioni a radiofrequenza che subiva nel suo ambiente di lavoro. Le antenne presenti nel laboratorio accanto al suo, infatti, lo facevano stare male e solo schermando il proprio studio, è riuscito a far sparire tutti i sintomi di cui soffriva. Mi è sembrato interessante che un fisico abbia vissuto sulla propria persona gli effetti nocivi dei campi elettromagnetici. Anche in Italia ho conosciuto tecnici che soffrivano degli  stessi identici problemi i quali, per non avere ripercussioni di carattere lavorativo, hanno preferito tacere piuttosto che esprimere le proprie difficoltà in quanto l'elettrosensibilità ad oggi è una condizione non riconosciuta dalla comunità medica. L'esperienza del Prof. Kumar mi ha incuriosito particolarmente e l'ho voluta ripercorrere nel personaggio di Raj Kotak.
Un altro protagonista del libro è Theodore Cunningham, esperto di pubbliche relazioni che lavora per un'organizzazione occulta di società di telecomunicazioni. Abituato a mentire per confezionare verità rassicuranti per l'opinione pubblica, Cunningham si trova a dover far fronte alla richiesta di eliminare fisicamente alcuni scienziati "scomodi" per l'industria dei cellulari. Anche se è perfettamente consapevole che uccidere con una pistola non è diverso dall'uccidere con la negazione della verità, al momento di commettere azioni illegali, decide di redimersi e di smascherare l'organizzazione clandestina per cui lavora.

logo edizioni miniPerché partire dall'Italia?

 

Francesca Romana Orlando logo

Il romanzo parte dall'Italia e, in particolare da Roma, perché è la mia città ed è qui che ho immaginato una ricercatrice dell'Istituto Superiore di Sanità che proprio nella sera di frivolezze e di buon umore, la sera di Capodanno, deve fare i conti con la propria coscienza.

logo edizioni miniCome è nato in lei l'interesse per le questioni ambientali?

 

Francesca Romana Orlando logoHo cominciato ad interessarmi di ambiente perché ho una storia personale di gravi problemi di salute causati da veleni ambientali. È per questa ragione che undici anni fa ho co-fondato AMICA (www.infoamica.it), un'associazione impegnata per la difesa della salute e dell'ambiente. Attraverso l'attivismo mi sono accorta di quanto complessa sia la nostra società attuale e di quanto le scelte politiche dipendano dal parere di esperti sui quali è difficile compiere un monitoraggio democratico.

logo edizioni miniQuale messaggio vuole dare ai lettori?

 

Francesca Romana Orlando logoIl messaggio che vorrei far arrivare ai lettori è quello di imparare a mantenere uno spirito critico e vigile, facendo lo sforzo di informarsi in modo indipendente sul mondo che ci circonda.
Siamo fortemente condizionati, infatti, dal pensiero positivista secondo il quale, attraverso la ragione e gli strumenti del metodo sperimentale galileiano, sia possibile conoscere tutto e controllare tutto. In realtà, la nostra società si scontra oggi con una sfida nuova, quella del conflitto di interessi.
Sempre più la ricerca scientifica è condizionata dai suoi finanziatori e questo fenomeno dovrebbe essere in qualche modo controllato e regolamentato. Quando un ricercatore conclude che un farmaco, una tecnologia o un prodotto non è pericoloso per la salute, dopo aver impostato la propria ricerca su appositi vizi progettuali proprio per non trovare effetti nocivi, commette un vero e proprio crimine, ma al momento questo oggi non è illegale.

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Redazione

Grande attesa per l'uscita in libreria de La città bianca di Francesca Romana Orlando

copertina-città-bianca-x-sitoDal 18 dicembre è finalmente disponibile in tutte le librerie e on line La città bianca il romanzo thriller di Francesca Romana Orlando nella collana A Tu per Tu - Edizioni Psiconline.



La città bianca è già stato presentato in anteprima a Pedavena e poi a Terni nell'ambito di manifestazioni nelle quali si è discusso dei rischi per la salute legati ai campi elettromagnetici di wi-fi, cellulari, dispositivi mobili, tema ampiamente trattato nel libro anche se, come l'autrice stessa ha specificato, il libro è opera di fantasia. I personaggi, le multinazionali, le organizzazioni e le istituzioni citate, come la E-ART o il Global Forum for Mobile World, sono il prodotto dell'immaginazione dell'autrice. Nel caso di istituzioni reali, come l'Istituto Superiore di Sanità e l'OMS, o di eventi reali, la citazione serve ad offrire una cornice alla finzione e non ha alcun intento di descrivere la condotta di alcuno degli appartenenti a queste istituzioni.
Anche le vicende relative al conflitto di interessi nella commissione IARC, che sono state svelate da un'inchiesta giornalistica, sono citate in questo libro esclusivamente come pretesto per costruire intorno ad esse gli intrecci della finzione.
Quando si fa riferimento a studi scientifici reali, questi sono citati dettagliatamente in nota.

Il volume conduce il lettore in mondi che sono probabilmente distanti dalla sua vita quotidiana, come quello della ricerca scientifica, delle agenzie di salute pubblica, delle società di consulenza e di pubbliche relazioni, dell'industria delle telecomunicazioni e della criminalità organizzata.
La città bianca è un volume piuttosto corposo, ma ciò non deve intimidire chi è in cerca di novità editoriali anche in vista dei regali di Natale e rimane incuriosito, ma anche indeciso se acquistare il libro fresco di stampa nonostante le sue quasi seicento pagine.
La città bianca è infatti un libro che rapisce il lettore dalla prima all'ultima pagina, che si esaurisce in poche ore perché è impossibile interrompere la lettura, si diventa parte della storia e la suspense fa restare in allerta in quell'intreccio crescente di varie vicende che corre in parallelo negli Stati Uniti, in India, in Italia e in Inghilterra e che coinvolge personaggi diversi tra loro.
Un tranquillo professore di statistica di una università di provincia si è appena trasferito a New York. Sta per iniziare una consulenza per una delle più grandi società di assicurazioni statunitensi. È entusiasta. Sembra che niente possa fermare la sua ascesa nella Grande Mela quando apre la porta della sua camera d’hotel e viene ucciso da un misterioso fattorino.
A Londra, l'ultima sera dell'anno, un esperto PR della City partecipa ad un incontro degli alcolisti anonimi. Vuole cambiare la sua vita e per non essere riconosciuto, ha scelto una chiesa di periferia.
A Roma una biologa dell’Istituto Superiore di Sanità sta preparando una perizia per conto del tribunale sui rischi connessi ai ripetitori dei cellulari. È una decisione difficile da cui dipenderà il destino di centinaia di persone, ma anche il suo. Se sbaglia potrebbe restare isolata dalla comunità scientifica. Ad aggravare queste preoccupazioni c’è l’accusa assurda di essere coinvolta in un traffico di stupefacenti e lo strano incidente stradale di cui è vittima suo padre, decano di medicina ormai in pensione.
Un ingegnere di Nuova Dehli sta per lasciare l’India per iniziare una nuova carriera a Londra, quando una giovane e bellissima ricercatrice si offre a lui con eccessiva disinvoltura.
Che cosa accomuna questi personaggi?
Si trovano tutti ad un bivio, di fronte ad una scelta e sono tutti in pericolo di vita.

Francesca_Romana_Orlando_LacittàbiancaFrancesca Romana Orlando, giornalista professionista, è esperta di divulgazione scientifica. Ha studiato Lettere all'Università La Sapienza di Roma e all'Università di Exeter nel Regno Unito. Ha conseguito prima il Perfezionamento in Scienze della Comunicazione presso la Sapienza e poi la Specializzazione in Analisi e Gestione della Comunicazione all'Università di Tor Vergata, facendo esperienza presso la redazione di Rai News 24 e del Tg3 Nazionale. Ha vinto nel 2000 il Premio speciale della giuria del Rotery Club Roma Nord-Ovest "C. Casalegno" per la qualità del percorso formativo.
Dalla fine degli anni '90 alla metà degli anni 2000 ha lavorato per diverse riviste del settore delle telecomunicazioni e dell'editoria digitale, tra cui Media 2000, ZdNet, Internet Magazine, Internet World, e-Business e molte altre. Di recente collabora per Sicurezza Sanitaria e scrive articoli per il sito di A.M.I.C.A. (www.infoamica.it), un'associazione che si occupa di inquinamento chimico ed elettromagnetico. Per la stessa associazione, che ha co-fondato nel 2003, organizza annualmente convegni medico-scientifici. Nel 2010 ha pubblicato il saggio "Il Cerchio Perfetto" sul conflitto di interessi nelle politiche ambientali e di salute pubblica.

Guarda la scheda de La città bianca sul sito.
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