cotena1In occasione della pubblicazione  in versione Ebook del libro Padroni della nostra vita. Essere autentici per realizzare i nostri desideri - Edizioni Psiconline, abbiamo intervistato l'autore Gaetano Cotena.


Ringraziamo Gaetano Cotena per la disponibilità dimostrata nonostante i numerosi impegni di lavoro, però per noi è davvero importante intervistarlo prima dell'inizio delle ferie estive, per dare ai nostri lettori la possibilità di conoscere meglio il suo libro, di cui abbiamo già parlato nelle scorse settimane e che ora è disponibile anche in formato epub da leggere comodamente su computer, e-readers, iphone, ipad, kindle, kobo.

copertina padroni della nostra vitaD. La consapevolezza di non essere realmente padroni della nostra vita, può sconvolgere e indurre a ripensare la propria vita lavorativa, affettiva,
familiare, ecc. e travolge chi ne prende consapevolezza e vuole
cambiare. Ma si può sempre cambiare o a volte la vita ci imbriglia e
vincola irrimediabilmente?
R. La vita non può imbrigliarci inevitabilmente, siamo noi padroni di scegliere il percorso affettivo e di lavoro che esaudisce i nostri bisogni. Ad ognuno il compito di prendere consapevolezza di quali siano e di come soddisfarli. Non è la vita che imbriglia, ma noi che ci facciamo imbrigliare dalla vita.

D. È frequente che quello che si desiderava fare da bambini venga messo a
tacere per dare credito all'adulto, solo all'adulto. È possibile in età adulta
ascoltare la voce del proprio bambino interiore?
R. Sì, è possibile. Integrando il desiderio e i sogni della nostra parte creativa e più vera con la realtà e le possibilità offerte dal presente.
È fondametale che i nostri desideri non vengano sacrificati per l'immagine o per dare credito alle aspettative esterne. Se ci accorgiamo che non riusciamo da soli in questo intento possiamo chiedere aiuto.

D. Qual è il nostro copione di vita, la decisione che a un certo punto abbiamo
preso da piccoli su come la nostra vita sarebbe andata? Si può stravolgere il
nostro copione?
R. Il copione è una strategia di adattamento che abbiamo adottato in risposta alle situazioni che la vita ci ha presentato nelle prime fasi di vita. Un certo grado di adattamento e di automatismo nelle risposte è necessario, ma quando la risposta e la modalità copionale diventa disfunzionale non dando la possibilità di scegliere risposte alternative a quella automatica, allora è possibile per la persona  imparare nuove modalità di risposta più funzionali e più adeguate alla realtà, difronte a situazioni problematiche.

D. Riuscire a svolgere un lavoro che gratifichi la parte più vera di noi, ci
permette di limitare quel meccanismo di compiacenza e di far coincidere sempre più quello che desidera il nostro capo, con quello che vogliamo noi. Quando ci si rende conto di essere stati per molto tempo compiacenti e di aver sacrificato la parte vera di sé, come ci si può risollevare da questa
condizione rimediando a questa situazione?
R. Rivalutando il proprio bisogno e accorgendosi che la compiacenza se diventa parte costante delle nostre giornate non può non portare ad un sintomo.

D. Cosa significa fare attenzione al bisogno interiore?
R. Significa dare voce alla parte più autentica di noi. Significa ascoltare e dare credito alle proprie emozioni, che anche quando sono negative, rappresentano una bussola per la nostra esistenza.

D. Quali sono i principali meccanismi psicologici che se perpetrati e ripetuti possono dare luogo ad alcune patologie, partendo dall’assunto che molti di questi meccanismi sono non solo presenti tra genitori e figli, ma insiti, ad un livello macro, anche nel rapporto tra dipendente e azienda. Come riuscire a prenderne consapevolezza?
R. Compiacenza, simbiosi, narcisismo, sono alcune delle condizioni psicologiche che si vivono nelle organizzazioni o in alcune relazioni disfunzionali. La presa di consapevolezza avviene ascoltando cosa manca alle nostre vite, perché è solo partendo da ciò di cui abbiamo bisogno, che possiamo andare a cercarlo nel mondo.

cotena2D. Perché le emozioni sono così importanti? Anche in un contesto aziendale?
R. Perché ci comunicano se stiamo realizzando i nostri compiti evolutivi.
Appartenenza e autonomia sono due delle nostre pulsioni primarie, e una vita felice non è possibile se non le realizziamo entrambe. Nel mondo aziendale spesso è appagata prevalentemente solo la pulsione di appartenenza. Per questo è necessario a mio avviso la presenza di uno psicologo clinico, come consulente esterno disponibile all'ascolto e all'accoglienza, ma anche come figura di accompagnamento nella consapevolezza dei bisogni non soddisfatti nei contesti aziendali

D. Come fare per individuare cosa motivi una persona un lavoratore?
R. Questa è una domanda che va rivolta alla psicologia del lavoro.
Nell'ottica clinica, che è quella di cui mi occupo, non si tende a motivare il lavoratore perché parte dal presupposto che se il lavoratore sente che quello in cui lavora e'il posto in cui può soddisfare i suoi bisogni evolutivi sarà anche motivato ad impegnarsi e ad apprendere. Fuori da questa considerazione, la motivazione indotta da corsi di formazione o altri interventi simili, ha il solo risultato di raggirare la radice del problema, non facendo il bene del dipendente e della consapevolezza dei propri desideri più veri.

D. Cosa può fare concretamente chi contando sul sostegno economico fornito
dall'azienda ne subisce in qualche modo il ricatto?
R. Domandarsi se vuole vivere tutta la vita in quel ricatto, oppure se vuole una vita autentica, fuori dall'immagine e dalle lamentele con cui si aspetta l'arrivo del venerdì. Perché non è mai tardi per rimettersi in gioco e investire in un altro percorso lavorativo.

D. Si può conservare nella vita adulta, soprattutto nel lavoro la creatività
che alimenta la nostra parte bambina?
R. Si. E dobbiamo dargli voce per evitare che si manifesti in un sintomo.

È stato molto piacevole intervistare il nostro simpaticissimo autore, che ringraziamo e al quale auguriamo buone vacanze.

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