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Bianca Brotto presenta Perché io: un viaggio fra i misteri dell’esistenza.

Bianca BrottoBianca Brotto ha pubblicato il suo secondo romanzo “Perché io”, nel 2014 aveva pubblicato sempre con Edizioni Psiconline, il romanzo d’esordio “Dentro le scarpe”. Questa volta si tratta di una biografia, la storia di Chiara una professionista affermata, “a cui la vita ha chiesto di rinunciare a tutto per diventare ciò che era destinata ad essere”.

Raccontare la storia della protagonista, Chiara, “è stato un viaggio fra le incognite e i misteri dell’esistenza, è stato come quando si scala una montagna: il sentiero è a tratti impervio, può nevicare, grandinare e soffiare vento, ma una volta raggiunta la cima, l’emozione della vetta ripaga di tutte le fatiche” una esperienza ricca di emozioni e per usare ancora le parole dell’autrice “Perché io? mi ha condotta nell’intimità dell’esistenza facendomi penetrare un mondo invisibile, ma assolutamente reale. Con Chiara ho compreso che la vita dipende dal colore che utilizziamo noi per dipingerla”.

È sempre un piacere intervistare , che ringraziamo per la disponibilità dimostrata, e siamo sicuri che i nostri lettori dopo aver letto l’intervista non potranno fare a meno di leggere anche l’ultimo romanzo della scrittrice.

cop perche ioQuando ha ideato Perché io?

Non ho cercato io questo libro, è lui che ha cercato me. Chiara, la protagonista di “Perché io?”, mi è stata segnalata da un’amica che la conosce dai tempi in cui entrambe frequentavano la facoltà di architettura a Milano. Mi ha detto che Chiara era una donna speciale che io avrei dovuto incontrare, prima o poi. E quel giorno è arrivato la settimana successiva. Parlando con Chiara è emerso che lei da dieci anni stava cercando di scrivere la sua storia. Il giorno seguente ha chiesto a me di farlo.

Come è avvenuto l’incontro con la protagonista?

Ho preso appuntamento nel suo studio, volevo conoscerla, ma speravo anche che Chiara mi aiutasse a risolvere un problema fisico che mi preoccupava parecchio (e che, fra l’altro, mi ha risolto seduta stante). In quell’occasione mi ha raccontato qualcosa della sua vita; lei voleva fare (e aveva fatto) l’architetto, ma si era trovata obbligata a invertire il senso di marcia per dedicarsi agli altri.

Chi è Chiara?

Chiara è una donna che, come tutti noi, aveva i suoi progetti: un fidanzato, un lavoro di prestigio e soddisfazione, tanti amici e un obiettivo da raggiungere: dimostrare che sul lavoro le donne valgono quanto gli uomini. Una volta raggiunta la meta, la vita ha alzato l’asticella, chiedendole di rinunciare a tutti i suoi titoli per diventare ciò che era destinata ad essere.

È stato difficile raccontare la sua storia? Quali difficoltà ha incontrato?

Quando Chiara mi ha fatto leggere le pagine che aveva scritto su di sé, mi sono spaventata e mi sono detta: è troppo per me. Leggere quelle righe mi aveva angosciata e profondamente turbata. Nell’esprimere a Chiara queste mie emozioni, lei mi disse che non voleva assolutamente comunicare angoscia, ma fiducia nei confronti del disegno che la vita cuce su misura per ognuno di noi.

È riuscita a realizzare questo intento?

Potrei anche dire di sì, ma il mio sarebbe un giudizio di parte. Se i lettori che leggeranno “Perché io?” alla fine della lettura si sentiranno alleggeriti, dichiarerò raggiunto l’obiettivo.

Ha riflettuto a lungo prima di decidere di iniziare la stesura di questo libro?

Una notte. Mi sono addormentata con la sensazione che quella storia fosse troppo forte per me, ma il mattino seguente, attraversando una collina con gli alberi intirizziti dal gelo e meravigliosamente ricamati di bianco, il paesaggio fiabesco mi ha trasmesso gioia di vivere e mi sono detta: “Se la vita mi ha fatto incrociare questa storia, non la devo evitare, ma attraversare”. E così ho fatto.

Quando si scrive una storia vera a cosa si deve fare attenzione? Quali difficoltà può comportare?

È molto più facile scrivere un romanzo perché da qualsiasi impasse si può uscire con un pizzico di fantasia. Con una biografia non si può inventare niente, bisogna essere rigorosi nell’esposizione dei fatti e da lì non si scappa. E non sempre è facile non scappare!

Quali differenze ha riscontrato tra la stesura di “Dentro le scarpe” e quella di “Perché io?”

Chiara un giorno mi ha detto: “Tu sei un’incosciente!”, ecco, “Dentro le scarpe” è stata un’avventura da incosciente! Mai avrei dovuto cimentarmi, come opera prima, con una trama così fitta di personaggi e di intrecci temporali, ma è stata una bella sfida e mi sono lanciata nell’avventura insieme ai tanti personaggi che sono diventati i miei compagni di viaggio. Soprattutto Ruben. Ruben è diventato talmente reale che un giorno andrò a Milano a conoscerlo. Sì, perché nel frattempo ho scoperto che una bottega artigianale di scarpe sui Navigli esiste davvero. E, non sui Navigli, ma a Gerusalemme, pare che esista anche un Ruben… ma questa è un’altra storia.
Con “Perché io?” la traccia esisteva già e io dovevo solo scriverla, ma non era una storia comune. L’incontro con Chiara non può lasciare indifferenti; raccontare di lei è stato un viaggio fra le incognite e i misteri dell’esistenza, è stato come quando si scala una montagna: il sentiero è a tratti impervio, può nevicare, grandinare e soffiare vento, ma una volta raggiunta la cima, l’emozione della vetta ripaga di tutte le fatiche. Da lassù si vede un altro mondo. Ecco, dopo aver scritto di Chiara, ho imparato a vedere da una diversa prospettiva.

Questi due lavori l’hanno in qualche modo cambiata?

Certamente sì. “Dentro le scarpe” mi ha permesso di dar voce a parti inedite di me e di accompagnare i miei personaggi nelle loro vicende di vita, affrontando e risolvendo i problemi man mano che si presentavano. “Perché io?” mi ha condotta nell’intimità dell’esistenza facendomi penetrare un mondo invisibile, ma assolutamente reale. Con Chiara ho compreso che la vita dipende dal colore che utilizziamo noi per dipingerla.

Dopo aver scritto questi due libri, sta pensando o già lavorando ad un altro?

Sì, ho già ultimato un romanzo da ormai un anno, ma purtroppo non ho più avuto tempo di prenderlo in mano. Spero di farlo a breve. Ho scritto alcuni racconti, ma dedicarsi a un libro è un’altra cosa: un po’ come fare una passeggiata di un paio d’ore o partire con lo zaino in spalle per attraversare boschi e colline per settimane, fino all’agognata meta.

Qual è il suo sogno (da scrittrice)?

Vivere di scrittura e vedere i miei libri diventare film.

A chi consiglia “Perché io?”

Lo consiglio a chi desidera approfondire le dinamiche della vita, agli indomiti ricercatori di felicità e a chi crede nell’esistenza del vento… che non si vede, ma che non per questo non esiste.

Il lettore cosa potrebbe trovare in un libro come questo?

Consolazione, gioia, fede, risposte a domande sull’esistenza, una testimonianza reale dalla quale imparare che la vita è una variabile in continuo divenire e che l’esito di quel divenire dipende da noi. Il lettore comprenderà come niente succeda per caso, come ognuno di noi sia artefice della propria storia e come questa storia scorra all’interno di una cornice già tracciata. E, soprattutto, che le difficoltà, i dolori e persino i traumi possono far sbocciare fiori meravigliosi.

 

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