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Fabio Ianniello: un nuovo modo di fare formazione

fabio iannielloFabio Ianniello, autore del volume "A piccoli passi. La rivoluzione della formazione" (Punti di Vista - Edizioni Psiconline) nella intervista che di seguito pubblichiamo, illustra i contenuti del libro puntando l'attenzione sulla carica innovativa del metodo formativo proposto.
Il testo, frutto di circa cinque anni di ricerche, esperienze ed approfondimenti sul tema della formazione, in diversi ambiti e contesti, si propone di fornire al lettore una metodologia pragmatica e funzionale alla realizzazione di interventi formativi efficaci sia in ambito solastico che extrascolastico.

copertina piccoli passi sitoIl metodo proposto nel manuale si è sviluppato nell'ambito del progetto OPEN acronimo di Officina di Progetti Educativi Nonformali, un progetto di promozione sociale di territori svantaggiati realizzato attraverso attività di formazione non convenzionali, rivolte a bambini ed adolescenti dai nove anni in su.

D. Prima di parlare dei contenuti del volumi conosciamo meglio l'autore. Chi è Fabio Ianniello?
R. Fabio Ianniello è uno che ci ha sempre creduto: che le cose possano cambiare, che la felicità è dove meno te l’aspetti, che l’impegno è una forma di magia, capace di trasformare le cose.

D. Perché scrivere un testo sulla formazione, cosa propone di nuovo?
R. Perché, nella mia idea, è sul campo della formazione che si può giocare la partita del cambiamento, attivando un processo di ricerca e potenziamento di quelle competenze che potrebbero davvero cambiare il corso delle cose. In questo non c’è molto di nuovo: la carica innovativa si definisce piuttosto nell’approccio proposto che prova ad integrare le visioni tradizionali, alla ricerca di un approccio funzionale.

D.  A chi è rivolto e consigliato il libro?
R. Ad un sacco di persone, forse a tutte quelle che sono interessate al cambiamento e sentono l’esigenza di promuovere nuovi stili di vita, ispirati alla tolleranza, al rispetto ed alla solidarietà. Detto questo, il libro si rivolge specificamente agli “addetti ai lavori”: insegnanti, educatori, psicologi, operatori di comunità ed animatori territoriali e quanti sono alla ricerca di un approccio funzionale alla promozione di competenze utili a migliorare la qualità delle relazioni e, quindi, della vita.

D. Da cosa trae spunto la nascita di questo libro?
R. Dalla consapevolezza, diventata necessità, di fare la propria parte, per ispirare altri a fare lo stesso, affinchè uno sforzo comune diventi rivoluzione e cambiamento.

D. Nel libro le tecniche di formazione che lei propone quale fascia di età prendono in considerazione?
R. Le tecniche presentate rappresentano un approccio molto versatile: gli esercizi possono essere modificati e ricombinati a seconda del contento, del target di riferimento e della sensibilità del formatore. Detto questo, i percorsi formativi proposti possono essere rivolti a tutti, decisamente.

D. Come si realizza la creazione di un gruppo, attraverso quali tecniche?
R. C’è una sezione del volume dedicata proprio a questo tema che è sicuramente uno dei più affascinanti del campo della formazione ma, evidentemente, non solo. Senza entrare nello specifico, mi sento di dire che un gruppo nasce quando condivide un obiettivo comune. La direzione è questa.

D. Perché è importante approfondire le relazioni con e tra i partecipanti al gruppo?
R. Nell’ottica del volume, le relazioni rappresentano lo strumento principale per promuovere l’apprendimento di determinate competenze che nel tempo possono essere in grado di fare la differenza.

D. Quali sono le attività che favoriscono la conoscenza di sé e degli altri?
R. Esistono innumerevoli tipi di attività che possono raggiungere questo obiettivo; la cosa essenziale, secondo me, è promuovere un interesse autentico nella conoscenza interpersonale, mantenendo un atteggiamento di rispetto e tolleranza quando questo interesse non c’è.

D. Quanto è importante per il formatore conoscere le motivazioni, le aspettative i bisogni dei partecipanti al gruppo? Come si acquisiscono tali informazioni?
R. È fondamentale. Sulla base di questi elementi, infatti, si definisce il percorso formativo. Una regola fondamentale potrebbe essere: chiedi al gruppo quello che il gruppo è disposto a dare.

D. Le attività di riscaldamento di cui parla nel libro perché sono importanti e per quale fascia di età?
R. Per tutte le fasce d’età, con le dovute varianti. La loro importanza sta nel ricostituire l’unità mente corpo che si propone come propedeutica per l’apprendimento.

D. Quando il cerchio si chiude, l'esperienza formativa del gruppo si conclude, che ne sarà del gruppo?
R. Il volume propone una concezione dell’apprendimento come un processo sostenibile che avviene per contaminazione: come lo sforzo del formatore è quello di porsi come modello di riferimento per i membri del gruppo per lo sviluppo di un proprio percorso di crescita, allo stesso modo questi potranno divulgare l’apprendimento conseguito attraverso le loro azioni, proponendosi a loro volta come testimonianze concrete di un modello di comportamento ispirato alla tolleranza, alla solidarietà ed al rispetto.

 

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